Al contrario

127 9 8
                                    

"Non preoccupati, Eileen. Almeno non tu. Sei la più brava del corso, se non sei riuscita a superare l'esame non vedo chi possa esserci riuscito. E poi"

Fece volare la mano in aria, come a cacciare i brutti pensieri.

"Prendi me per esempio, ho risposto a metà delle domande e ne avrò fatte giuste meno di due terzi"

Si lasciò cadere all'indietro, sdraiandosi di fianco a me.

"Dovresti prendere la vita con più leggerezza, amica mia, dico sul serio... Ehi, mi stai ascoltando?"

Seduta immobile, rivolgevo lo sguardo oltre la rete, tormentandomi le mani in grembo.

Fissavo assorta alcuni ragazzi della Jones lanciarsi con i piedi un pallone sgualcito.
Di sottofondo, le risatine di un gruppetto di ragazze vicino al confine, li incitava a mostrare le loro abilità con la palla.
Così aumentarono la velocità dei palleggi e dei passaggi fino a che le ragazze non emisero versi sorpresi.

Sarei stata persino colpita dalle loro capacità, se non fosse stato che la mia attenzione era concentrata su qualcos'altro.

Il ragazzo se ne stava appoggiato ad un albero, con una gamba appoggiata al tronco e le braccia incrociate al petto. Sul volto, uno sguardo truce rivolto ai ragazzi che giocavano.

I capelli neri gli incorniciavano perfettamente il viso, e per poco non oscillai quando si portò la mano alla bocca e morse una mela rossa lentamente.
Vidi i suoi denti bianchi lacerare la polpa e le sue labbra bagnarsi di succo.

Quelle labbra...

Persino a quella distanza trattenni il respiro da quanto era attraente.
Poi, sempre con lentezza agognante, spostò la testa nella mia direzione e sollevò gli occhi su di me.

Per un millisecondo sentii le guance avvampare mentre il suo sguardo scendeva sulla mia esile figura, fino ad incendiarla.
Ritornò sul mio viso, con un piccolo sorriso sulla bocca.
Non interrompendo il contatto visivo e assottigliando gli occhi, addentò un altro morso alla mela e si leccò le labbra turgide.

"Si può sapere chi guardi? Sei tutta rossa..."

Shannon si mise vicino a me e seguì i miei occhi fino a che non scavalcarono la rete.
Poi un'espressione di profonda malizia si formò sul suo viso.

"Lui, non è così?"

Mi scossi e girai la testa verso di lei, quasi spaventata.

"Credi che non me ne sia accorta? Lo guardi da tutto il tempo" poi si fece più vicina. "C'è qualcosa che non mi hai detto, Eileen?" 

Cavolo

"Assolutamente nulla, puoi starne certa"

Lei non parve rassicurata, anzi, se possibile si fece ancora più sospettosa.

"Nulla, eh? E allora cosa sono queste guance rosse?"

Colta da un attimo di paura, mi portai i palmi alle guance e sentii la pelle scottare.
Shannon rise per la mia goffaggine.

"Dimmi la verità, Eileen. Lo sai che alla fine scopro sempre tutto"

"Ti ho detto che non c'è nulla, per l'ultima volta"

Questo non sembrò convincerla, ma si allontanò di un po'.

"Credi che non ti abbia vista ieri vicino alla biblioteca?" bisbigliò con fare accusatorio. "Chi stavi aspettando?"

E fu solo lì che capii a chi si stava riferendo.
Rimasi stupita, ma pochi istanti dopo mi ritrovai a rimproverarmi mentalmente.
Lei non poteva sapere.

Siamo Sotto la Stessa PioggiaWhere stories live. Discover now