Nessuno vive per sempre

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-Guardo in cielo, amore mio,
ma nessuna stella splende
fiera e bella come te-

Eileen Harrison's POV

Quando scesi a pranzo trovai la zia e Tristan già seduti a tavola.
Accennai un lieve sorriso al ragazzo seduto di fronte a me e salutai educatamente Zia Beryl.

A metà pranzo, dopo parecchi minuti di imbarazzante silenzio, si decise finalmente di parlare.

"Stasera daremo una cena" si girò verso Tristan e fece un cenno in sua direzione. "Verranno anche i tuoi genitori"

Lui si incupí e si fece scuro in volto.

"Non sarà necessario, zia, né la cena, me la presenza dei miei"

Lei sbuffò mentre sorseggiava del vino rosso da un calice di vetro.

"Suvvia ragazzo, lo sai anche tu che è ora di finirla con questa storia" Appoggiò il bicchiere e lo guardò.

"Verranno, è deciso. Neppure loro mancherebbero al tuo compleanno, non negarlo"

Compleanno?

Guardai entrambi confusa, ma lui osservava taciturno il suo piatto.

"Discussione chiusa, ragazzo mio"

La zia si pulì la bocca con un tovagliolo e si alzò dalla sedia.
Raggiunse la porta ciondolante e con la schiena leggermente china.

Io e Tristan eravamo ancora seduti e la guardavamo andarsene.
Io con confusione, lui stringendo i denti.

Quando arrivò alla porta appoggiò la mano raggrinzita sullo stipite e si girò per parlarci un'ultima volta.

"Sono passati quattro anni, Tristan" gli disse quasi sottovoce. "Sei parte della mia vita e ci tengo a farti ricordare il tuo diciassettesimo compleanno, non farmene una colpa"

Voltò la testa verso le scale, e guardò il corridoio buio con un'espressione malinconica.

"Nessuno vive per sempre"

E se ne andò.

Sentii una sedia scricchiolare mentre si spostava sul pavimento.
Tristan era diretto fuori ma io lo raggiunsi e gli presi la mano da dietro.
Lui si fermò, ma continuò a guardare dritto.

"Perché... non mi hai detto che oggi è il tuo compleanno?" gli chiesi lentamente.

Lui vacillò per un attimo e pensai che si stesse rompendo piano piano.
Poi si girò verso di me con un sorriso beffardo sulle labbra.

"Volevo continuare a farti credere di essere più grande di me" ghignò.

Aggrottai la fronte.

"Ma lo sono"

Questa volta fu lui ad accigliarsi, ma continuò a sorridere.

"Oh... Come vuoi tu"

Si girò e mi prese i fianchi con le mani, per poi spingermi contro di lui e affondare il viso nei miei capelli.
Inspirò a fondo e poi sorrise.

Siamo Sotto la Stessa PioggiaWhere stories live. Discover now