Blu~Capitolo 5

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La verità è un'illusione di sicurezza
e noi ci illudiamo di essere tutti onesti.

Nuovo messaggio da: numero sconosciuto
Ehi! Sono Brandon, quello della festa. Filippo mi ha dato il tuo numero. Scusa, forse avrei dovuto chiedere anche a te ma mi è piaciuto parlarti e pensavo che potessimo chiacchierare ancora! :)

Quel messaggio gli era arrivato la mattina dopo la festa. Gio l'aveva fissato dall'anteprima che il suo telefono gli forniva per un tempo infinito prima di scrollare il messaggio e non entrare su WhatsApp per il tempo che gli serviva per andare da casa sua alla scuola. Poi aveva incontrato Gaia che, non sapendo del suo incontro con Brandon la sera prima, aveva iniziato a fargli tutte le domande sulla sua misteriosa sparizione che non aveva avuto tempo di porgli la sera prima.

«Ho conosciuto un ragazzo...»

E menomale che non le dovevo dire più niente...

Le disse alla fine mentre entravano in classe, pronte per un'entusiasmante lezione d'inglese.

Gaia si bloccò sulla porta costringendo quelli che le stavano dietro a frenare bruscamente e ricevendo un paio di maledizioni.

Se il buongiorno si vede dal mattino...

pensò Gio mentre la tirava per un braccio per farla levare dall'entrata.

«Un ragazzo?»

Gio annuì alla domanda inutile dell'amica e andò a sedersi al suo banco sempre seguito da questa.

«Si chiama Brandon, a quanto pare è il migliore amico di Filippo. Fa l'artistico.»

Gaia annuì distrattamente a tutte quelle informazioni che il suo cervello non registrò neanche lontanamente mentre si sedeva sul banco del ragazzo con un'espressione di pura sorpresa dipinta in volto.

«E che vi siete detti tu e questo...come hai detto che si chiama?»

Dopo aver ripetuto all'amica il nome di Brandon Gio iniziò a raccontarle dell'incontro con il ragazzo solo la sera prima.

La fuga dalla festa, il fatto che la madre di Brandon avesse una fissa per i nomi americani, lui che gli offriva una sigaretta, le loro mani che si stringevano, Paolo che faceva il coglione, la teoria sui particolari del ragazzo, il fatto che venisse a prendere Filippo ogni giorno fuori da scuola, quel complimento non proprio velato che gli aveva rivolto prima che Gaia chiamasse Gio e, infine, le disse anche di quel messaggio ricevuto alla mattina.

Quando il ragazzo finì di raccontare all'amica tutto Gaia aveva un sorriso da psicopatica stampato in viso. La professoressa d'inglese era assente e la bidella stava chiacchierando con un paio di loro compagne, il clima ideale per una crisi di gioia da parte di un'amica con dei seri problemi per il romanticismo.

«Ti ha detto che sei carino?»

Gio le mise una mano sulla bocca con l'intenzione di farla stare zitta ma con scarsi risultati.

«E ti ha mandato un messaggio perché gli è piaciuto parlare con te?»

«Sì, sì! Ma non urlare cavolo! Sembri una ragazzina delle medie alle prese con il primo ragazzo!»

Gaia fece segno di chiudersi la bocca con una zip ma, subito dopo, tornò a parlare. Almeno questa volta lo fece con un tono di voce più basso.

«Secondo il mio modesto parere tu piaci a questo ragazzo.»

Gli disse togliendosi il giaccone invernale e posandolo sulla sedia. Gio si mangiucchiava le unghie, evidentemente sotto pressione.

«Secondo il mio modesto parere, invece, tu dovresti guardarti meno film romantici. Non è possibile. E non tentare di rifilarmi la scusa che: "una persona si può innamorare in quattro minuti." E, comunque, lui non sa che mi sento un ragazzo. Non sa che, in realtà, in mezzo alle gambe ho tutt'altra cosa da quello che piace a lui!»

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