Blu~Capitolo 11

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I miracoli non crescono sugli alberi Pinocchio! I miracoli avvengono nel cuore. -Grillo Parlante

Quando Brandon aveva accettato di uscire con Filippo, quel pomeriggio, non aveva certo pensato al fatto che Paolo era un esperto a imbucarsi nelle uscite tra lui e il suo migliore amico.

«E dai frocetto! Non fare quel muso lungo! So che mi adori in fondo al tuo cuore.»

Gli disse Paolo fingendo di scoccargli un bacio sulla guancia. Il ragazzo lo spinse via e lanciò un'occhiata di traverso a Filippo che, come risposta, si limitò ad alzare le spalle. Brandon odiava quando andava a finire così. Voleva bene al suo amico e non voleva fargli pesare il fatto che non sopportasse Paolo ma, cavolo, avere una persona sempre pronta a imbucarsi per romperti le palle non era proprio il massimo.

«Ti ho già detto che non mi devi chiamare così razza di rincoglionito!»

Lui e Paolo non avevano niente in comune, tantomeno le idee. Paolo non capiva che un ragazzo poteva innamorarsi di un altro ragazzo e, quindi, se non lo capiva lo reputava sbagliato e pericoloso. Pericoloso per chi, poi, non si sapeva ma intanto l'idea era quella. Volendo, poi, sapeva essere anche cattivo. Perché, certo, ogni parola che diceva poteva suonare come uno scherzo ma, delle volte, il ragazzo ci aggiungeva un filo di cattiveria per camuffare l'insulto da battuta.

«Ma si amore mio! La smetterò quando ti vedrò baciare una ragazza.»

Brandon sbuffò e strinse il pacchetto di sigarette praticamente vuoto che aveva nella tasca della felpa.

«Quindi dovrei baciare te? Visto che non hai le palle?»

In quel momento Filippo, che era stato utile come un centrino sul tavolo, decise di mettersi in mezzo alla conversazione. Principalmente per evitare che i due suoi amici si menassero in mezzo alla strada.

«Tu ci vieni alla festa della Russo Brandon?»

«Che festa?»

Gli chiese il ragazzo rivolgendo la sua più totale attenzione al suo amico e cercando di dimenticare la fastidiosa presenza di Paolo lì, accanto a lui.

«La Russo, la ragazza più popolare della nostra scuola, dà una festa per i suoi diciott'anni. Ha invitato anche alcune classi dell'artistico, gliel'ho chiesto io. Ci sarai?»

Il ragazzo tirò fuori dalla tasca il pacchetto delle sigarette e se ne accese una.

«Forse.»

Filippo sbuffò e Paolo scoppiò in una fragorosa risata.

«Filippo mi fai morire! Continui a invitarlo a feste ma lui non viene mai e, se viene, si nasconde! Io mi chiedo perché tu continui a chiamarlo.»

Brandon lo fulminò con lo sguardo stritolando il cartone del pacchetto.

«Magari perché sono il suo migliore amico e, obbiettivamente, sono una compagnia migliore di te sotto vari punti di vista.»

«Tipo quali?»

Lo sfidò Paolo passandosi una mano sulla barbetta ispida che gli ricopriva il mento. Brandon avrebbe voluto colpirlo. Avrebbe voluto colpirlo e continuare a colpirlo fino a farlo finire all'ospedale, ma si trattenne. Solo perché era in mezzo alla strada e perché avrebbe dato un dispiacere enorme a Filippo.

«Verrò alla festa.» Disse infine, girandosi verso il suo migliore amico.

«Ma non ti assicuro niente di che.» Il ricciolino sorrise e gli diede un pugno leggero contro il braccio.

Paolo alzò gli occhi al cielo per poi rivolgere la sua attenzione al telefono che aveva appena suonato. Quando Brandon vide il genere di sorriso che increspò le sue labbra la voglia di picchiare il ragazzo tornò, molto più forte di prima.

Blu o Rosa?Where stories live. Discover now