Rosa~Capitolo 20

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Gio entrò in casa trovando suo padre seduto sul divano con il telefono tra le mani. Appena sentì la porta chiudersi alzò la testa dal telefono e gli sorrise. Gio aveva imparato a distinguere le facce di suo padre e quello non era un sorriso che diceva: "che bello vederti Gio!" Era più un sorriso da: "devo dirti una cosa che non ti piacerà per niente."

«Che è successo?»

Ettore si passò una mano sulla barba nera e sospirò posando la schiena al divano mentre Gio posava a terra lo zaino e si toglieva le scarpe.

«Tua zia Maria Diletta passerà a trovarci...tra due giorni.»

In quel momento nella testa di Gio scoppiò una vera e propria bomba. Maria Diletta era la sorella di sua madre che, dopo la sua scomparsa, era rimasta appiccicata come una gomma da masticare su una scarpa a lui e a suo papà. E Gio la detestava, profondamente. L'unica cosa che sua zia sapeva fare nei suoi confronti era criticarlo. Anche quando era piccolo e portava i capelli lunghi e i vestitini che piacevano tanto a sua madre.

"Claudia, come hai vestito quella povera bambina? Sembra una bomboniera!"

"Certo che abbiamo i dentini storti, eh amore?"

"Hai preso dalla famiglia di tuo padre per i capelli. La nostra ce li ha più belli."

"Dovresti mangiare meno, se ingrassi nessun bambino ti guarderà."

«Non puoi dire sul serio...»

Sussurrò, sicuro di essere sbiancato. Suo padre aprì le mani come a voler sottolineare che lui non ci poteva fare niente.

«Gio, lo sai. Una volta all'anno ci tocca sopportarla.»

Gio non voleva nemmeno pensare a quello che sua zia gli avrebbe detto quando l'avrebbe visto con quel nuovo taglio di capelli. Già sapeva che non approvava il suo stile da "ragazzo" nel vestire ma quel taglio di capelli sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.

«Papà non puoi dirle che siamo in vacanza? Non so, tipo in Tanzania?»

«Gio...so che non ti piace e so anche che ti dà fastidio perché non è in grado di tenersi quei cazzo di giudizi nella sua cazzo di bocca...ma è la sorella di tua madre...»

Mamma...è la sorella della mamma.

Eppure erano così diverse. La mamma non gli aveva mai detto che faceva schifo per i suoi denti storti, che aveva raddrizzato con anni d'apparecchio, o non le aveva mai impedito di mangiare quella fetta di torta in più.

«Non c'entra niente papà! Io non la reggo più! Continua a trattarci a pesci in faccia, incurante del fatto che tu avevi sposato sua sorella! A lei non frega un cazzo di te, e nemmeno di chi siamo...o dovremmo essere per lei.»

«E invece c'entra Gio! Mi manca tua madre, mi manca ogni giorno e, per quanto io la detesti, sua sorella è l'unico frammento di lei che mi è rimasto oltre a te. Ti chiedo solo di stringere i denti e ignorarla...ok?»

È da una vita che stringo i denti e vado avanti...

Si disse Gio prima di annuire e dirigersi in camera propria per iniziare a fare i compiti. Prima Brandon e Gaia, ora Maria Diletta...sembrava che quella giornata non volesse migliorare.

***

Gio aveva nascosto le foto che lo raffiguravano prima del taglio dei capelli nello sgabuzzino e l'aveva chiuso a chiave. Così aveva fatto anche con la camera di suo padre. Ora era seduto sul divano con Brandon che gli cingeva le spalle con un braccio e aveva la testa posata sul suo petto. Si sentiva quasi bene. Ovviamente Brandon sapeva solamente metà del motivo per cui Gio lo aveva chiamato, l'altra metà l'aveva scaricata tutta su Gaia quel pomeriggio stesso. Lui e Brand non avevano parlato molto, anche perché Gio non avrebbe saputo che cosa dire. Gli aveva chiesto di venire lì dopo una lunga chiacchierata al telefono e ora, lì seduti vicinissimi, non sapeva veramente come comportarsi. Nei film romantici le coppiette parlavano di cose futili o si guardavano un film...finendo quasi sempre per baciarsi e spogliarsi. Ovviamente Gio voleva evitare quell'ultimo punto.

«A che cosa stai pensando?»

«Mh?»

«Hai la fronte corrugata e mi stai graffiando la mano. Quindi due sono le opzioni: o ti stai concentrando per trovarmi una vena e bucarmela o stai pensando intensamente a qualcosa.»

Spiegò Brandon sorridendo mentre Gio guardò la mano del ragazzo che, fino a poco prima, stringeva nella sua. Effettivamente gliela stava graffiando.

FIGURA DI MERDA! Ci mancava anche questa!

«No...no, non stavo pensando a niente. La prima opzione è quella giusta, sì.»

Disse ma senza ironia nella voce. Sembrava distante, come se fosse in realtà in un altro posto e il suo corpo fosse lì solo per non far insospettire nessuno. Brandon gli diede un bacio sui capelli e gli strinse la mano impedendogli di graffiarlo nuovamente.

«Ok. Ma cerca un modo meno doloroso di farmi fuori...non so, sparami alla testa. Non mi farebbe piacere morire dissanguato.»

Gio sorrise e si allungò per dargli un piccolo bacio a fior di labbra.

«Sei uno scemo.»

«Lo so. Forza!»

Disse improvvisamente Brandon alzandosi dal divano e facendo sbilanciare Gio che cadde tra i cuscini.

«A me è venuta voglia di gelato, quindi ora alzati in piedi che andiamo a comprarlo.»

«Ma sono in pigiama!»

Brandon lo guardò e fece spallucce.

«Pazienza, mettiti una giacca. Forzaaa, muoviti.»

Detto questo lo afferrò per entrambi i polsi e lo fece alzare in piedi. Gio ebbe appena il tempo di prendere la giacca prima che Brandon aprisse la finestra che dava sulle scale anti incendio, non potevano certo passare per la porta, la vicina li avrebbe visti sicuramente, e se lo tirasse dietro. Scesero fino al lampione dove il ragazzo aveva legato la bici e Gio fu costretto a salire sul porta pacchi, la sua bici era al caldo in garage.

«Giuro che se muoio il mio fantasma tornerà a perseguitarti, stronzo.»

Disse stringendosi ai fianchi del ragazzo mentre questo partiva a pedalare ridendo tra sé e sé.

***

Quando entrarono in gelateria la ragazza che era dietro al bancone guardò Gio di sbieco. In effetti il ragazzo non aveva nemmeno le scarpe, indossava dei semplici calzini neri. Brandon sembrava divertirsi un sacco, invece.

«Che scemo che sei, veramente.»

Gli ricordò Gio mentre uscivano dalla gelateria nell'aria leggera della sera. Si stava avvicinando l'estate.

«Dai, non puoi negare che ti stai divertendo.»

«Sono in pigiama e senza scarpe, la cosa più divertente del mondo guarda.»

Brandon si piegò leggermente in avanti per trovarsi faccia a faccia con Gio e gli diede un bacio sul naso, gesto che fece arrossire l'altro fino alle punte dei capelli.

«Ma intanto non stai più cercando di dissanguarmi.»


Ormai i disegni di Brandon sono una cosa di routine

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Ormai i disegni di Brandon sono una cosa di routine. Ma qui avevo scritto un'annotazione di Brand da aggiungere nella storia. Alla fine non l'ho fatto quindi la metto qui.

Ho detto a Filippo che Gio assomigliava a una ragazza in questo disegno. Lui mi ha detto di no...

Blu o Rosa?Where stories live. Discover now