Rosa~Capitolo 6

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Non lasciare che il rumore delle opinioni soffochi la tua voce interiore. - Steve Jobs

Quando, quel giorno, Gio uscì da scuola assieme a Gaia aveva ancora più ansia di quando ci era entrato. Avrebbe dovuto incontrare Brandon! Lo stesso Brandon che aveva incontrato alla festa di Filippo e che gli aveva detto che lo trovava carino.

Merda!

Pensò mentre la sua amica lo trascinava il più velocemente possibile per il cortile solo per raggiungere il cancello dove il ragazzo aveva detto che si fermava.

«Gaia rallenta santo Dio!»

Le urlò contro mentre l'altra rischiava di cadere per la fretta che aveva. Improvvisamente però la ragazza si fermò facendo sbattere Gio contro la sua schiena.

«Ma che cavolo! Avverti la prossima volta che vuoi frenare di botto! Prima sembrava che ti stesse inseguendo un serial killer!»

«Credo che oggi non sia il caso di incontrare il tuo principe azzurro Gio...»

«Primo, non è il mio principe azzurro. Secondo, perché?»

Gaia si voltò verso l'amico e lo trascinò in un punto del cortile da cui non potevano essere visti.

«C'è Paolo che sta parlando con Brandon e Filippo.»

Gli disse semplicemente.

Ma per Gio quelle parole equivalevano a un'apocalisse zombie. Paolo non era una persona che si poteva definire di aperte vedute e, soprattutto, era un ragazzo con l'ormone a mille. E se era vero che non approvava il fatto che a Brandon piacessero i ragazzi quanto gli ci sarebbe voluto a fargli la lista delle ragazze carine che si era perso alla festa di Filippo?

Gio non era stupido, sapeva di avere un bel fisico, e sapeva anche che poteva benissimo rientrare nella categoria delle "ragazze carine" di Paolo. Forse, l'unico difetto che il ragazzo avrebbe trovato, sarebbero stati i capelli corti.

No, no, no! Devo smettere di farmi queste cazzo di paranoie! Non succederà niente di tutto ciò. Anzi, magari Brandon neanche ci parla con Paolo. Che poi, perché mi sto facendo tutti questi problemi? Io neanche lo conosco Brandon. Mi serve una tisana.

«Merda!»

Si lasciò scappare di bocca mentre si appoggiava con la schiena al muro, sbuffando.

«Gio non succederà niente, stai tranquillo.»

«Lo so. Non succederà niente.»

Ammetteva, almeno a sé stesso, che aveva paura. Aveva paura di fare schifo alla gente semplicemente per quello che sentiva dentro, solo per quello che era. Ma, effettivamente, non aveva niente da dimostrare a quel ragazzo. Quindi perché farsi tante paranoie per niente?

«Sicuro che vada tutto bene?»

Gli chiese Gaia guardandolo con la testa leggermente inclinata di lato. Gio le sorrise e si staccò dal muro.

«Sì, va tutto benissimo. Dai, ora andiamo.»

Disse semplicemente prima di uscire da quella specie di nascondiglio e dirigersi verso il cancello. Paolo non c'era più ma, invece, Filippo e Brandon erano in piedi proprio vicino al cancello che stava per essere chiuso dalla bidella.

«Finalmente! Pensavo che voleste farvi chiudere dentro.»

Esclamò Filippo sistemandosi il cappello sui capelli. Gaia gli andò vicino e si posò con il gomito alla spalla del ragazzo. Tanto Filippo era bassino, si poteva benissimo usare come comodino.

«Non metterti troppo comoda ragazza. Non sono un comodino.»

«Ah no? E io che, per tutto questo tempo, ho sempre pensato il contrario.»

Lo prese in giro la ragazza ridacchiando appena.

Gio lanciò un'occhiata veloce a Brandon che, però, non lo stava neanche guardando.

Bene, così posso dire a Gaia di smetterla di farsi film mentali inutili.

«Fil? Ok che ho la macchina e ne puoi approfittare ma dobbiamo andare.»

Fu l'unica cosa che disse, beccandosi anche un'occhiataccia da parte di Gaia. Quando, infatti, i due ragazzi se ne andarono la ragazza si avvicinò a Gio.

«Detta tra noi, pensavo qualcosa di meglio.»

«Te l'avevo detto, tu devi smetterla di farti film mentali inutili.»

***

Erano le due e qualcosa e Gio era seduto sul suo divano con il libro di inglese aperto sulle gambe. Quella dannata lingua non era certo la sua preferita, avrebbe fatto sei ore di latino piuttosto, e studiarla non gli riusciva proprio.

Rimarrò in Italia a vita. Poco ma sicuro.

Si disse mentre sbuffava per l'ennesima volta davanti all'immagine di due ragazzi tutti belli sorridenti. In quel momento la sua soglia d'attenzione era pari a quella di un criceto un po' stupido. Per questo bastò semplicemente la vibrazione del cellulare per distrarlo dal suo lavoro schifoso.

Nuovo messaggio da: Brandon

Ehi Gio! Scusa se oggi non mi sono fermato molto a parlare. Anche perché ti ho rotto le scatole tutta la mattina... solo che, devo essere sincero, la tua amica mi faceva una leggerissima paura, assomiglia a una psicopatica! C'è...spero che tu non ti offenda ma mi ha lanciato un'occhiata come a dire: "e tu chi saresti?" ahahaha

Gio sorrise, Era uno di quei sorrisetti ebeti che ti spuntano quando sei proprio felice.

Oh no, no, no! Non mi può piacere! Non può. Ci manca solo questa.

Si disse prima di dare un'altra sbirciatina al messaggio e, sì, si disse, forse un po' quel ragazzo aveva fatto colpo.

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