Blu~Capitolo 25

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Gio aveva passato due giorni chiuso in casa con il telefono che squillava continuamente. Aveva almeno settantacinque messaggi da parte di Brandon e molte chiamate a cui non aveva risposto. Suo padre aveva evitato di andare al lavoro perché aveva paura che, se lo avesse lasciato a casa da solo, Gio avrebbe potuto farsi del male. Anche Gaia lo aveva chiamato e quelle erano state le uniche chiamate a cui il ragazzo aveva risposto.

«Ciao gioia mia!»

Infatti quel giorno Gaia era andato a trovarlo. Anche perché Gio sarebbe tornato a scuola il giorno dopo e gli serviva parlare con qualcuno di Brandon e di quello che avrebbe dovuto fare. Perché Gio non aveva la minima idea di quello che avrebbe dovuto dire o fare.

«Ciao Gaia...»

Rispose il ragazzo in un sussurro mentre guardava la sua amica che si sedeva sul suo letto vicino a lui. Gio sapeva di avere un bruttissimo aspetto. Aveva passato quei due giorni in pigiama, senza pettinarsi i capelli e a piangere. Il risultato era che sembrava uno di quei single mezzi sgangherati nei film drammatici. Uno schifo insomma.

«Come stai?»

«Una meraviglia Gaia...»

La ragazza sorrise ma aveva gli occhi tristi, Gio aveva visto varie volte quello sguardo ma raramente gli era capitato che l'amica gli chiedesse qualcosa.

«So che sei distrutto Gio, e io vorrei poterti aiutare...»

Gio la guardò negli occhi cosciente di avere lo sguardo lucido.

«Cosa devo fare Gaia? Io non lo so...»

«Io...io non voglio dirti quello che devi fare. È vero, l'ho sempre fatto. Ti ho sempre "incoraggiato" a fare cose che magari tu non ti sentivi pronto a fare ed è proprio per questo che non ti voglio dire niente. Non voglio rischiare di metterti nei guai e non voglio farti soffrire...io ti voglio bene cazzo! E non voglio essere la responsabile della depressione del mio migliore amico. Quindi...quindi non posso aiutarti. Non così, almeno.»

In quel momento Gio vide una cosa che, in tutti gli anni in cui si conoscevano, aveva visto solo una volta: Gaia stava piangendo. Scosse la testa pensando che era lui la causa per cui la sua amica piangeva e l'abbracciò affondando il viso nell'incavo del suo collo.

«Non ce la faccio a dirgli tutto. Non domani...non così. Ho veramente troppa paura. Ma non saprei nemmeno cosa dirgli...»

Spiegò Gio rimanendo abbracciato alla sua amica che, a sua volta, se lo stava stringendo contro.

«Brandon non è arrabbiato. Anzi, è preoccupatissimo. In questi due giorni non ha fatto altro che chiedermi se avessi tue notizie anche se non ha mai voluto dirmi il perché. È un ragazzo d'oro. Non penso ti costringerà a dire tutto. Anche se...prima o poi dovrai farlo.»

«Lo so. E anche bene. Ma non credo che riuscirò a dirglielo con tranquillità...»

Gio ricordava ancora alcuni dei messaggi che Brandon gli aveva mandato, i primi almeno, perché poi aveva direttamente smesso di leggerli.

"Ho fatto qualcosa di male?"

"Gio ti prego rispondimi...ho bisogno di sapere come stai."

"Scusami. Scusami, scusami tanto."

Lui si scusava. Lui. Che non aveva fatto niente di male e che non stava mentendo a nessuno e che voleva solamente avere una relazione normale con un ragazzo normale. Ma Gio non era un ragazzo normale...e sarebbe stato lui a dover chiedere scusa. Strinse gli occhi finché anche il buio davanti a sé non si riempì di pallini bianchi, poi li riaprì.

Suo padre era fermo sull'entrata della sua stanza che guardava la stanza con un'espressione neutra in volto. Gio sapeva che erano stati due giorni difficili anche per lui e aveva visto che si era impegnato tanto per riferirsi a lui con il maschile, invece che con il femminile. E proprio Gio, che fino a quel momento si sarebbe messo a piangere per fare in modo che suo padre gli desse del ragazzo, lo aveva tranquillizzato più volte, dicendogli che andava bene anche se sbagliava con il femminile. Ettore gli sorrise. Gio gli sorrise.

A suo padre non faceva schifo, era la cosa più importante della sua vita. A Gaia non faceva schifo, era il suo migliore amico. A Filippo non faceva schifo, era pur sempre uno dei suoi migliori amici. A Brandon...a Brandon non sapeva se avesse fatto schifo, ma se l'aveva baciato doveva piacergli almeno un pochino. E in Gio iniziò a nascere la speranza che quel piccolo fattore bastasse per non far allontanare il ragazzo da lui. 

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