quattro

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"Cos'è successo ieri?" domandai a Nicole mentre stavamo andando a fare colazione.

Ieri sera, quando la andai a chiamare nella stanza di Alessandro, non le chiesi niente dato che stavo ancora pensando a quello che era successo con Filippo e, quando arrivammo in camera, crollai sul letto.

"Abbiamo parlato, scherzato. Poi c'erano anche Grace e Luca, quindi non eravamo soli. Non farti strane idee"
"E te, invece? Hai chiarito con tu sai chi?" mi domandò subito dopo.

"Ci siamo scambiati due parole, poi sono venuta da te" dissi, tralasciando il bacio sulla fronte da parte di Irama.

Annuì poco convinta prendendo posto vicino a Grace, la quale stava facendo colazione.
Notai nello stesso tavolo Vittorio, Matteo e Filippo - ballerino.

"Come state?" domandai a tutti.

Risposero che stavano bene, nonostante la stanchezza. Avevamo comunque tanta voglia di fare, di esibirci e sabato era sempre più vicino.
In realtà mancavano esattamente due giorni alla puntata di sabato. L'emozione, come sempre, sarà tanta.
Non penso mi abituerò mai a tutti quegli urli, a tutte quelle persone che cantano con me, a tutte quelle persone che si sono emozionate durante una mia esibizione... l'amore del pubblico è ciò che ti fa amare sempre di più tutto ciò.

Finita la colazione, mi diressi con Nicole e gli altri ragazzi verso gli studi.

***

Le lezioni erano andate abbastanza bene, l'unico problema era che la mia testa era altrove.

I pensieri, quel giorno, non volevano abbandonarmi. Anzi, ritornarono più forti di prima.
Dopo cena ritornai in camera dicendo di non sentirmi tanto bene.
La mia testa rischiava di esplodere, così mi diressi verso il bagno e - dopo essermi spogliata - feci scorrere l'acqua calda sul mio corpo freddo.
Il ricordo di Filippo al mio fianco durante quei mesi difficili era ben impresso nella mia mente. Filippo, una colonna portante, una delle poche persone che mi ha aiutato realmente.
E mi sento così stupida.

Sentii bussare alla porta del bagno, "baby, are you okay?"

Avvolsi velocemente il mio corpo e i miei capelli in un asciugamano.
Uscii dal bagno e presi velocemente l'intimo, così da ritornare in bagno.
Emma, però, mi fermò.

"Hai pianto?" domandò.

"No, deve essermi andato dello shampoo negli occhi" mentii.

"Tell me the truth, Lucrezia" mi minacciò, se così possiamo dire, Emma.
Era così dolce a preoccuparsi per me, ma non ce n'era assolutamente bisogno.

"Emma, stai tranquilla. Adesso vado a vestirmi e poi, se ti va, raggiungiamo gli altri fuori" sviai il discorso e la vidi annuire poco convinta. Sapevo che dovevo raccontarle ciò che c'è stato tra me e Filippo, dato che lei con me era molto aperta, ma se avessi raccontato di nuovo quella storia mi renderei conto di quanto ho perso.

Ritornai in bagno con l'intimo e mi asciugai velocemente i capelli, per poi legarli in una coda disordinata.
Uscii dal bagno e scelsi dei pantaloni della tuta e una semplice maglietta.

"Se ogni volta esci così dal bagno, vengo più spesso"

Alzai il viso verso di lui, Filippo.
"Che ci fai qui?" chiesi, per poi chiudermi in bagno con i vestiti.

Sentii i suoi passi farsi sempre più vicini alla porta.
Probabilmente si era appoggiato ad essa, aspettando che uscissi.

"Emma mi ha mandato un messaggio dicendomi che secondo lei avevi pianto, così sono venuto a vedere come stavi" spiegò.
"Ah, non c'era bisogno che ti chiudessi in bagno. Ti ho già visto in intimo, anzi, ho visto molto di più"

Guardandomi allo specchio, notai le mie guance dipingersi di rosso.
Era uno stronzo, non poteva mettere in mezzo ciò che abbiamo passato.
Mi vestii velocemente ed uscii, ritrovandomi a due centimetri dal suo viso. Sempre così bello.

"Ti è sempre piaciuto il mio viso" commentò, facendomi distogliere lo sguardo.
"Non ho detto che mi dispiacesse essere guardato da te" continuò con un sorriso.

"Perché fai così, Filippo?" domandai, sedendomi sul mio letto a gambe incrociate.
La voglia di scendere e passare un po' di tempo con gli altri ragazzi era svanita.

"Perché mi manchi, Lucrezia" ammise sincero.
"E vorrei capire perché sono stato mollato da un giorno all'altro, senza nessuna motiviazione" continuò.

"Te l'ho già data una motivazione, ma se vuoi te la ripeto: non sono più interessata a te" una delle cazzate più grandi che abbia mai detto.

"Peccato che i tuoi occhi dicano tutt'altro. Quando farai i conti con te stessa, fammi sapere eh"

Se ne andò, lasciandomi solo in quella stanza.
Quella stanza vuota.
E sapevo che Filippo aveva ragione, ma il mio orgoglio mi impediva di rincorrerlo come tanto avrei voluto fare.
Lasciarlo andare era stata una decisione difficile. Non rincorrerlo ancora di più.

Spazio autrice:
Dovrei studiare, buuut la mia testa non vuole collaborare.
Quindi penso di scrivere un altro capitolo 🤷🏼‍♀️

Vi sta piacendo la storia?

Fragile | Irama PlumeWhere stories live. Discover now