cinquanta

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So che ho pubblicato sta mattina, ma questo capitolo era pronto da un sacco di tempo e non vedevo l'ora di farlo uscire!
Leggete lo spazio autrice alla fine.

Prima di aprire la porta della camera che Filippo aveva prenotato, mi squadrò ancora.
Si passò la lingua sul labbro inferiore e mi prese il viso tra le sue mani. Mi lasciò dei teneri baci, mentre cercava di aprire la porta della stanza. Dopo un paio di tentativi ci riuscì e, non smettendo di baciarmi, chiuse la porta alle sue spalle.
Mi condusse verso il grande letto matrimoniale, mentre io gli toglievo la giacca nera che indossava. Mi fece distendere, ma quando portò le mani sui miei jeans lo dovetti fermare.

"Filo" sussurrai, staccandomi dalle sue labbra "non possiamo"

"È da mesi che non desidero altro, perché mai?" domandò, mantenendo il suo corpo sopra al mio.

"Ho il ciclo" sussurrai, trattenendo un sorriso appena notai la sua espressione.
Il ragazzo si distese al mio fianco e si passò una mano sul viso, sussurrando un vaffanculo.

"E quando ti è venuto?" mi domandò, appoggiando il braccio sulla fronte.

"Ieri" lo sentii sbuffare. Mi voltai verso di lui e gli lasciai dei teneri baci sulla guancia e all'angolo della bocca.

"Così non migliori la situazione, Lucrezia" mi disse, mettendomi una mano sulle labbra.
Sorrisi e gli lasciai un ultimo bacio, dopodiché mi misi seduta per guardarlo meglio.

Filippo chiuse gli occhi, mentre con la mano destra iniziò a giocherellare con l'anello che portavo al dito.
Io, invece, inizai a tracciare il controno di qualche suo tatuaggio.

"A che pensi?" gli domandai, vedendolo immerso nei suoi pensieri.

"Penso che adesso cambieranno tante cose e che tu sei più bella del solito" sussurrò l'ultimo frase, mentre le mie guance si tinsero di rosso.
Mi sporsi verso il suo corpo e lo abbracciai, dandogli un bacio sulle labbra. Appoggiò le sue mani sui miei fianchi e mi fece distendere su di lui.
Rimanemmo abbracciati per un periodo di tempo indeterminato, mentre Filippo era intento ad arrotolarsi una ciocca dei miei capelli tra le dita.

"Perché Riccardo Marcuzzo ti ha mandato un messaggio?" mi domandò, appena sentì il mio telefono vibrare. Sentivo un pizzico di gelosia nelle sue parole.

"Vedi cosa vuole" risposi semplicemente, non avendo né niente da nascondere - dato che quel quasi bacio per me non è mai esisitito - né voglia di leggere.

"Rispondi alla mia domanda prima" disse.

"Se non leggi il messaggio, non sapremo mai il perché mi ha inviato un messaggio" risposi ovvia, girando il volto verso il suo.

"Riformulo la domanda in un modo che tu possa capire: perché diavolo Riccardo Marcuzzo ha scritto proprio a te?" si stava innervosendo e sicuramente il mio modo di sviare le sue domande gli dava fastidio.

"Un giorno l'ho incontrato mentre uscivo dalla sede della Sony, mi ha scritto e abbiamo iniziato a parlare. Fine della storia d'amore tra me e Riccardo" ironizzai sull'ultima frase, mentre Filippo non mi diede segno di nessuna reazione.

Lesse semplicemente il messaggio, "ti ricordo che abbiamo una cena in sospeso io e te"
"Non è successo proprio niente, eh?"

Scossi la testa, "non mi ricordavo neanche, lascia perdere"
"Che stai scrivendo?" gli chiesi, vedendo che stava muovendo velocemente le dita sul mio telefono.

"Gli ho solo chiesto il perché di quella cena"
"Era il patto no? Andiamo a cena fuori e io tengo la bocca chiusa" lesse Filippo, con voce irritata.
Mi chiese di dirgli la verità o se ne sarebbe andato.

"Una sera mi ha portato con lui all'Arena di Verona, dato che doveva esibirsi, e poi mi ha riaccompagnato a casa. Sulla porta però ha tentato di baciarmi, ma ovviamente l'ho respinto. Non mi ricordavo nemmeno del suo stupido patto e non penso di dovergli nessuna cena" spiegai brevemente.

"Ha cercato di baciarti?" mi chiese, alzando un sopracciglio. Ovviamente si era soffermato su quello che voleva lui - anche perché era il nocciolo di tutta la situazione...

"Ha cercato, ma non c'è riuscito" specificai.

"E tu pensavi di non dirmelo?" chiese, ancora più irritato di prima.

Mi alzai dal letto, "mi sembra logico, di certo non te l'avrei detto appena uscito dal programma, perlopiù vincitore! In più, sappiamo entrambi quanto tu sia geloso su queste cose e quanto ti irriti"

"È ovvio che io sia geloso, sei la mia ragazza cazzo!" urlò, allargando le braccia.
Si mise seduto sul letto e si prese la testa tra le mani.

"Devi stare calmo, però. Quel bacio non c'è mai stato" dissi seria, sedendomi per terra davanti a lui.
Mi guardò malissimo, mentre io alzai gli occhi al cielo.

"Non alzare gli occhi al cielo, Lucrezia" mi riprese.

"Non sei mio padre" risposi seria.

Filippo si inginocchiò davanti a me e mi prese le mani, "ok, forse ho esagerato, ma ho seriamente paura di perderti. Poi, ammettiamolo dai, Riccardo è perfetto!"

"So che dovrei essere seria, dato che hai appena ammesso che hai paura di perdermi" iniziai "ma hai appena detto che Riccardo Marcuzzo è perfetto!" continuai, trattenendo una risata.

"Dai, Lu, sono serio" sussurrò Filippo.

Fissai il pavimento, "sono un casino, ve'?"

"Siamo un casino stupendo" mi disse, prima di premere le sue labbra contro le mie.

Spazio Autrice:
Ma se la storia finisse così?
Fatemelo sapere, perché siamo comunque a 50 capitoli - che è un bel numero...

Fragile | Irama PlumeWhere stories live. Discover now