8. Rosso Malpelo

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- Quindi da dove vieni di preciso? - domandò languidamente Lisa, portandosi un popcorn alla bocca.

Aiden si passò le mani sui pantaloni, teso. - Da un paesino in Connecticut -.

- Dalle stelle alle stalle... - borbottò Dylan al mio fianco, fingendo di non volere farsi sentire.

- Cosa hai detto? - sbottò il rosso, sporgendosi verso di lui. - Che è strano che siate passati da un paesino ad un altro. Potevate scegliere una città con più offerte... -.

Non capivo proprio perché Dylan se la prendesse con lui. Non era giusto che sospettasse di Aiden solo perché era arrivato da poco. Era un essere umano come tutti e se lui poteva essere un sospettato, allora lo stesso valeva per Dylan.

- Non capisco proprio quale sia il tuo problema -.

Aiden si stava riscaldando, aveva le mani strette in due pugni sopra le ginocchia. Non doveva andare così, volevo solo che Aiden conoscesse qualcuno.

- Nessun problema, amico - ironizzò con un sorrisetto sadico.

- Okay, okay... Si è fatto tardi, è meglio andare -spezzai il silenzio, mettendomi in piedi. Recuperai la mia borsa dalla poltrona e indossai il giubbotto di jeans.

- Wendy... - mormorò Josh, fermandomi per un polso - Lascialo stare -. Si riferiva chiaramente a Dylan e al suo essere così accusatorio nei confronti di Aiden. Almeno Josh sembrava capire e ragionare con giudizio.

- Aiden. - lo chiamai, interrompendo il contatto visivo tra lui e il mio amico - Mi accompagni a casa? -.

I suoi occhi si alzarono su di me, come se si fosse ricordato in quel momento che lì c'ero anch'io. Annuii e si alzò. - Ciao, ragazzi - li salutai, incamminandomi verso la porta. Lisa ci seguii e mi bloccò prima che potessi raggiungere Aiden, già fuori.

- Ehi, sta' attenta, okay? - sospirò, lanciando uno sguardo inquisitorio al rosso fuori. Le sorrisi, poggiandole una mano sulla spalla.

- Lisa, tranquilla -. Il suo sguardò si addolcì e mi abbracciò velocemente. - Notte - dissi e raggiunsi subito Aiden.

La bionda chiuse la porta, mentre noi stavamo già camminando verso casa.

- Cos'era? Una trappola? Un interrogatorio? - sbraitò, cercando di contenersi. Continuava a camminare tranquillamente, come se stessimo parlando del più e del meno.

Alzai le sopracciglia, sotto shock. - No! Volevo solo che avessi qualche amico -.

- Oh, certo. La dolce Wendy si preoccupa di quello strano perché è arrivato da poco. Giusto... - contrattaccò sadico. Era davvero infuriato e se la stava prendendo con me.

- È la verità! -.

- Se voglio degli amici posso farmeli da solo. Grazie dell'aiuto -.

Aveva la mascella serrata, le guance arrossate e lo sguardo fisso davanti a sé. Non aveva nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi.

Abbassai lo sguardo sui miei piedi in movimento. Non sapevo che dire. Dylan aveva rovinato tutto, con quella sua fissazione.

- A scuola ho sentito un gruppo di ragazzi dire che secondo loro il colpevole sono io - esclamò, ridendo. Era teso, nervoso, stanco di quelle accuse ingiuste. - Non hanno alcuna prova - constatai, provando a farlo sentire meglio.

Come la peceWhere stories live. Discover now