29. Litigi e notti stellate

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Buona lettura, cari lettori ❤️

Avevo passato il resto del weekend a studiare in vista dei test di quella settimana. L'ultimo mese di scuola era da sempre stato il più impegnativo e per questo, agli occhi dei miei, ero ritornata la ragazza obbediente di un tempo.

In realtà, in quei giorni, uno strano senso di pace interiore mi aveva pervaso dalla testa ai piedi, rendendomi ogni fatica più leggera. Quel lunedì avrei avuto il test di letteratura, uno di quelli che più temevo.

Io e gli autori non saremmo mai andati d'accordo. Talvolta, specie da quando West Chester era stata coperta da un'ombra, la mia vita sembrava lontana anni luce dalle situazioni narrate nei libri. Ma quella mattina, se c'era una cosa che mi agitava più del test, era Aiden.

Da quando avevo aperto gli occhi non avevo pensato ad altro. In realtà non pensavo ad altro dal venerdì precedente.

Mi drizzavano i peli delle braccia al pensiero del suo corpo a diretto contatto con il mio. Se avessi potuto, avrei già riportato il tempo indietro per rivivere la sensazione di quell'abbraccio.

Quando uscii di casa, quei pensieri frullavano ancora nella mia mente in un vortice inarrestabile, ma si interruppero alla vista del pick up di Dylan.

Aggrottai le sopracciglia. Ero stata una stupida a lasciare che tutte le mie preoccupazioni si concentrassero solo ed unicamente su Aiden Evans.

Percorsi il viale con estrema lentezza, cercando di trovare una via di fuga per poter riflettere in santa pace prima di parlare con quello che avevo considerato il mio migliore amico. Quando giunsi al cancelletto, però, non l'avevo ancora trovata.

Inspirai a pieni polmoni e incrociai le braccia al petto. Dylan mi guardava, in attesa che gli dicessi qualcosa, ma non l'avrei fatto.

- Ti va di fare colazione? -.

Quasi non gli scoppiai a ridere in faccia.

- Ho già mangiato. E ora, se permetti, dovrei andare a scuola -.

Mi voltai a destra, cominciando a camminare.

- Ti prego, Wendy - disse, mettendo in moto il veicolo.

Continuai dritta per la mia strada, venendo subito affiancata dal pick up che si spostava a passo d'uomo.

- Parliamone! - urlò. In quel momento, la porta degli Evans si aprì e Aiden uscì di casa con lo zaino su una spalla.

Sbatté le palpebre non appena ci vide, prima di venirci incontro.

Mi sentivo soffocare, schiacciata fra l'incudine e il martello.

Dylan fece un cenno con il mento al rosso. - Volete un passaggio? -.

Alzai gli occhi al cielo, riprendendo il mio percorso. Aiden si avvicinò al pick up per salutare l'amico. Due minuti dopo Dylan mi passò accanto, senza fermarsi questa volta.

Non sapevo se Aiden fosse salito, ma i miei dubbi si dissolsero quando sentii i suoi passi dietro di me. Mi girai di scatto. - Che ti ha detto? Anzi no, non lo voglio sapere -.

Sollevò le sopracciglia.

- Buongiorno anche a te, Wendy -.

Come la peceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora