26. Romeo e Giulietta pt.2

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- Di cosa? -.

Presi un profondo respiro, prima di puntare i miei occhi nei suoi. - Aiden, smettila. Non sei così stupido come vuoi far credere -.

Distolse lo sguardo, voltandolo verso i ragazzi sparpagliati per la sala. - Aiden! - urlai frustata. Perché non mi dava mai ascolto? Non faceva altro che ignorarmi.

- La vuoi smettere? - mi rimproverò.

- Non ci penso nemmeno - ribattei inacidita, alzando il collo verso il suo viso.

Mi afferrò il polso in un moto improvviso e, stringendolo delicatamente, come se si potesse spezzare da un momento all'altro, mi trascinò su per le scale. Ero certa che Lisa e Bryan ci avessero seguiti con lo sguardo e stessero già commentando. Ma non lo pensavo in senso negativo, anzi. Erano due delle poche persone di cui potevo fidarmi. Probabilmente Josh era l'unico dei miei amici di cui mi fidavo un po' di meno, forse a causa della sua riservatezza.

Il primo piano era praticamente vuoto e immerso in un buio denso, segno che fosse ancora presto. Sarebbe bastata un'altra mezz'ora e anche quel piano sarebbe stato messo a soqquadro.

- Ti sei messa a indagare sui miei genitori ora? - sbottò infastidito. Alcuni fasci di luce provenienti dalla scala a giorno davano al suo volto un'aria ancora più misteriosa. Accentuava i suoi occhi scuri e l'angolo netto della mandibola.

- No! - quasi urlai - Ma come puoi pensarlo? Sbaglio o sono stata l'unica a non puntarti il dito contro quando sei arrivato? -.

- Allora smettila di fare tutte queste domande -.

Lo guardai dritto negli occhi. Sapeva tutto.

- Tu lo sai - sibilai.

- So cosa? Ma che hai, Wendy?! -.

- Sei un attore fantastico, Evans - sputai sarcastica, incrociando le braccia al seno e girandomi verso le scale. Non avevo più voglia di guardarlo in faccia né tantomeno di parlargli.

Scesi le scale di corsa, non avevo nessuna intenzione di farmi prendere ancora in giro da lui.

- Merda! - digrignò.

Il piano inferiore era un forno. Il caldo era soffocante e non aspettai a togliermi il giubbotto di jeans, restando solo con la camicetta rossa.

Cercai i miei amici nella folla, incrociando lo sguardo di alcuni ragazzi che conoscevo e salutandoli con un veloce gesto.

Entrai in cucina, non vedendoli in salotto, e ovviamente fu lì che li trovai. Lisa stava stappando una lattina di birra.

- Qui dentro si soffoca - esordii.

- Cazzo, ho gli aloni? - mi chiese Bryan.

Gli guardai le ascelle, ma la camicia azzurra sembrava ancora asciutta. Negai con il capo.

- Non senti caldo? - domandai a Lisa, vedendola con il giubbotto di pelle ancora addosso.

- No, sto bene - rispose, anche se dal rossore sulle gote non sembrava così.

Mi spostai cercando un bicchiere d'acqua sul bancone alle spalle di Dylan, che si era seduto su di esso.

- Hai parlato con Jenny? -.

Scosse il capo. - Non vuole parlarmi - disse a bassa voce per non farsi sentire dagli altri.

Sollevai l'angolo destro della bocca dispiaciuta. Lo sguardo di Dylan si spostò alle mie spalle.

Mi voltai, trovandomi davanti proprio chi immaginavo. Con nonchalance mi versai l'acqua che avevo trovato e la bevvi tutta d'un sorso. Ne avevo bisogno.

Come la peceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora