10. Il primo indizio

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- Wendy! - urlò Bryan, mettendomi una mano sulla spalla. Mi girai di scatto, in mezzo agli studenti che uscivano dall'edificio alla fine delle lezioni.

- Perché ce l'hai con Dylan? -.

Alzai le sopracciglia, prima di ghignare con sarcasmo. Mi stava prendendo in giro?

- Bryan, credo che dovresti farti raccontare tutto - gli consigliai gentile, con un sorriso vero questa volta.

La sua espressione si fece ancora più confusa.
- Ah... - aggiunsi, facendo scivolare lo zaino - Dagli questo e digli che risale ad una settimana fa, da parte di Jennifer -. Gli lasciai la copia di Orgoglio e pregiudizio che avevo ancora nello zaino. - Bionda, sai che stai diventando misteriosa tutta d'un tratto? -.

Risi, guardandolo divertita. - Ti voglio bene, Bryan - risposi, dandogli un bacio velocissimo sulla guancia. Aiden mi aspettava, appoggiato ad un muretto davanti scuola. Aveva gli occhi puntati su di me, incollati come calamite, mentre se ne stava in quella posizione. Aveva una mano in tasca e una attorno alla bretella blu dello zaino, i capelli scombinati davanti gli occhi, come sempre. Forse erano proprio loro, quegli occhi neri messi sempre in ombra, che lo  rendevano così misterioso e attraente.

Mi accorsi solo in quel momento di aver dischiuso le labbra e aver rallentato l'andamento della camminata. Serrai le labbra, distogliendo lo sguardo in imbarazzo. Mi sentivo ridicola ad essere così attratta da lui. Strinsi i pugni per scaricare il nervosismo dovuto a tutto quell'imbarazzo e lo raggiunsi, fermandomi a qualche metro da lui. Aveva un ghigno strafottente stampato in volto. Presi un sospiro per farmi coraggio e...

  - Ho capito che io e te abbiamo una cosa in comune - cominciai sorridendo. Il piano era già perfettamente organizzato nella mia mente.

Il suo ghigno si allargò, mentre si staccava dal muretto. Lasciò la bretella per passarsi una mano fra i capelli.

Distolse lo sguardo e sì umettò molto velocemente le labbra, da angolo ad angolo, con la lingua. - Ah, sì? -. Quasi gli sbavai sulle scarpe.

Mi ripresi, grazie agli insulti del mio subconscio, e gli sorrisi gentile. - Esatto -.

- E cosa sarebbe? - continuò, facendo un passo verso di me.

Tu.

Tu-tu, tu-tu, tu-tu.

Il battito del mio cuore era impazzito tutto d'un tratto, privandomi dell'ossigeno necessario. A quella distanza riuscivo a sentire il suo profumo. Chiusi gli occhi per un secondo, quell'attimo fugace che mi serviva per inspirare silenziosamente. Non volevo smettere di sentire quella fragranza, volevo avvicinarmi al suo petto, al suo collo, ma non potevo.

- Mi accompagni al Tina's? - dissi, riprendendomi. Mi sentivo frastornata, come se fossi stata catapultata in un altro mondo. La folla davanti scuola stava scemando, fortunatamente.

Mi allontanai da lui, cercando di essere il più naturale possibile. Mi incamminai verso il fast-food con Aiden al seguito.

- Ti ricordi cosa mi hai detto quella sera dopo che siamo stati da Lisa? -.

Fece schioccare la lingua contro il palato. - Che tutti mi incolpano per qualcosa che non ho fatto? -. Era ironico.

- Che vuoi trovare l'assassino - lo aiutai. Sbatté le palpebre perplesso. Non si immaginava che fosse questo ciò di cui volevo parlargli.

- Be', lo voglio anch'io, quindi sono disposta a collaborare con te - gli spiegai con fare diplomatico. - Chi dice che io voglia farlo? -.

- Dimmi quante sono le persone disposte a farsi fare domande da te - ribattei, sicura di me.

Come la peceWhere stories live. Discover now