16. Illegale

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Non sapevo nemmeno perché gli avessi detto di farsi trovare fuori dopo cena. Era stata una pazzia, ma avevo davvero tanto bisogno di scoprire chi fosse l'assassino. Dal momento che mio padre faceva parte della lista, stava diventando una questione personale.

Inghiottii l'ultimo boccone di pesce e bevvi un sorso d'acqua. I miei genitori stavano tranquillamente parlando, mentre io evitavo di intromettermi. Stare seduta di fronte a mio padre mi faceva sentire un poliziotto, cercavo di captare qualsiasi prova compromettente. Ovviamente, non aveva detto nulla per tutta la serata che non potesse essere considerato normale.

- E tu, Wendy? - sospirò mia madre. Sembrava preoccupata. Mio padre lanciò un'occhiata nella mia direzione e, nel giro di un secondo, tornò a mia madre. - Dove sei stata oggi? -.

La fissai, con il bicchiere di vetro ancora in mano. Qualcosa mi diceva che mentire era la via sbagliata, che avrei accumulato altri guai, ma allo stesso tempo pensavo all'opinione che tutti avevano sugli Evans. Ultimamente non avevo sentito più nessuno incolpare Aiden. Probabilmente avevano già tutti dimenticato che la polizia era venuto a prenderlo direttamente a scuola per interrogarlo.

- Dai nostri vicini - dissi, rimettendo il bicchiere al suo posto. - Ah, sei andata a trovare la signora Amy? Come sta? È da tanto che non la vedo - esclamò, interessata.

La brava figlia che va a trovare la vicina anziana...

- No, sono stata dagli Evans. Aiden è un bravo ragazzo - dissi, passandomi le mani d'un tratto sudate sui jeans. Con la coda dell'occhio vidi mio padre bere dell'acqua, tutto il bicchiere, e mia madre fissarmi inebetita. Che avevo fatto di male?

- Tutto okay? - chiesi non del tutto sicura delle mie stesse parole. - Sì, certo. Si è fatto altri amici a parte te? - domandò mio padre.

Annuii. - Be', più o meno. Lui e Dylan vanno quasi d'accordo -. Adesso sembravano tornati normali. I miei soliti genitori apprensivi.

- E sua madre? È davvero snob come sembra? - si interessò mia madre. - Non lo so, non era in casa -.

- Eravate soli? -.

Guardai mio padre con aria colpevole, mi vergognavo. Avevo le punte delle orecchie in fiamme.

- WENDY! - urlarono all'unisono.

Strinsi le dita attorno alle gambe. - Abbiamo fatto i compiti - mi giustificai, ma sembrava più un'accusa.

- Cosa devono pensare i vicini? Che ti intrufoli in casa degli Evans con il figlio? - mi ammonì mia madre.

Ghignai in un moto involontario. Cosa avrebbero pensato i vicini se avessero Aiden arrampicarsi sulla scala a pioli per entrare dalla mia finestra?

- Cos'è quella faccia? - strillò mia madre isterica - Visto, Zack? Hanno combinato qualcosa -.

Sbarrai gli occhi, un attimo prima di coprirmi il viso. - Mamma! No! - urlai sconcertata - Te l'ho detto: abbiamo fatto matematica -.

- Rebecca, smettila -.

Mia madre sospirò, guardandomi in cagnesco. - Wendy sa quello che fa. Se dice che non è successo niente, vuol dire che è così - continuò mio padre.

- Grazie, papi. - mi fermai per meno di un secondo e, senza pensarci troppo lo dissi - Devo vedermi con lui dopo cena -.

Mia padre aprì bocca per contestare, ma mia madre lo batté sul tempo. - Ci fidiamo di te. Sai quello che fai -.

Detto ciò, lanciò uno sguardo provocatorio a mio padre. Lo aveva colpito con la sua stessa arma.

Mio padre serrò le labbra e non disse nulla, io sorrisi trionfante.

Come la peceWhere stories live. Discover now