11. Ma la tua è una maledizione per caso?

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Mi devo preparare mentalmente a ritornare a lavoro, dato che è martedì.

Ieri Jase mi ha inviato tutti i video che ha fatto, compreso quello dove cantavo in piedi sul tavolino.

Oddio, quando ho visto il video non sapevo se piangere perché la canzone era bellissima o perché ho realizzato che non sarò mai normale.

Mia mamma mi ha detto che ha raccontato a Paul la verità, cioè che sono venuti dei parenti e che mi sono ubriacata.

Grazie mamma.
Se non fosse che lavoro gratis mi avrebbero già licenziata.

Quando arrivo davanti al negozio vedo che la porta è già aperta. Evidentemente hanno preso precauzioni.

Entro nel negozio e vedo Skyler che ha un oggetto in mano che usa come un microfono mentre canta quella strana canzone che ho inventato ieri.

Qui c'è lo zampino di mia madre, me lo sento.
Ha fatto vedere i video a loro.
Ora sanno da chi ho preso.

Appena mi vede mi sorride. «È bellissima la canzone!»

Rido nervosamente. «Ehm... grazie?»

James e Paul escono dall'ufficio di quest'ultimo.

«Sei arrivata. Ti sei ripresa dalla tua sbronza in famiglia?» mi chiede il mio capo.

Tutto questo è imbarazzante.
Grazie, mamma, per tutte le figure di merda.
Che se non fosse per la gravidanza tu domenica sera saresti stata ubriaca già dalla mattina.
Grazie nonno Carl e nonno Sean per avermi dato l'alcol.
Grazie a tutte le persone che fanno parte della famiglia.

Mi gratto nervosamente la fronte. «Si mi sono ripresa.»

Entra un cliente in negozio, e vado a sedermi.

Sembra una fottuta barbie. Ha i capelli biondissimi e gli occhi azzurri, e ha delle tette enormi.

Le tette sono più false dei miei sorrisi che faccio ai prof quando mi chiamano per essere interrogata.

Paul rientra nel suo studio, Skyler prepara i colori e James si siede accanto a me, dato che una volta finito il disegno del tatuaggio lo devo passare a lui.

La barbie mancata va accanto a James, sbattendogli praticamente in faccia la scollatura sproporzionata della micro maglietta che ha addosso.

Skyler, che è alle sue spalle, si gira verso di noi e si mette due dita in gola, simulando una persona che vomita.

La capisco, James è suo fratello.

Mi mordo il labbro inferiore, per cercare di non scoppiare a ridere.

La bionda non si accorge di niente, troppo occupata a guardare James. «Vorrei un tatuaggio sulla chiappa destra. Me lo fai tu il disegno?» La sua voce è stridula.

Sembra che le hanno chiuso le corde vocali nella porta.

James mi indica. «È lei che fa i disegni, io poi ti faccio il tatuaggio e mia sorella te lo colora.»

La bionda sbuffa e si avvicina a me.

Mi mostra una foto di un ragazzo che riconosco subito. È Harry Styles.

«Vorrei tatuarmi la foto del mio ragazzo.» Mi guarda negli occhi, sfidandomi a contraddire ciò che ha appena detto. Cosa che ovviamente faccio.

Le sorrido con aria di sfida. «Sei consapevole che è un cantante?»

«Certo che so che il mio ragazzo è un cantante. Invidiosa per caso?»

Oddio, oltre alle tette questa ha anche i neuroni fatti di silicone.

Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora