16. Jack lo squartatore.

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Al posto di annullare la pubblicazione di questo capitolo perché mi ero dimenticata di scrivere una cosa, ho annullato la pubblicazione di tutto il libro,  per questo vi sono arrivate tutte le notifiche.

Skyler: S.O.S. emergenza! Vieni subito a casa mia, ho bisogno di te.

Questo è il messaggio che ho appena ricevuto.
Dopo il pomeriggio passato a casa di Skyler e famiglia, mi sono scambiata il numero con lei, con James e con la Tavoletta di cioccolato, chiamato anche Connor.

Non ho pranzato, perché alla fine Amanda ha detto che siamo stati io e papà a rompere il vaso preferito della mamma, e così lei ci ignora, anche per quanto riguarda il pranzo o la cena.
Si rifiuta categoricamente di cucinarci e, considerato gli incidenti successi in passato a me o mio padre mentre provavamo a cucinare, ci rifiutiamo di entrare in cucina, anche solo per prepararci un panino.

Tanto appena la mamma esce con le sue amiche, io e papà le svuotiamo la dispensa.

Metto di fretta le scarpe, e mi fiondo giù dalle scale per arrivare alla porta di ingresso il più in fretta possibile.
Spalanco la porta, avviso i miei genitori che esco, e inizio a correre per strada.

Se Clary mi vedesse correre si metterebbe a ridere, probabilmente pensando di essere fatta.
Io non corro mai.
Sono una persona pigra, molto pigra.

Accorcio la strada da fare passando per un parco.

Mi ritorna in mente quella notte, quando io e Clary ci comportavamo ancora come cuccioli indifesi.
Bailey aveva scoperto tutto, e aveva provato a difenderci, ma non era finita bene.

Immersa nei miei pensieri non mi accorgo di una roccia nel terreno, in cui inciampo e finisco nel laghetto del parco.

Sapevo io che le gioie non sarebbero durate molto nella mia vita.

Mi rialzo in piedi nella fontana, e l'acqua è talmente bassa che non mi arriva neanche al ginocchio.

Qualcuno mi porge la mano per aiutarmi ad uscire dalla fontana, così l'afferro ed esco.

Ad aiutarmi è stato un ragazzo.
Biondo e occhi azzurri.

Forse sono ancora in tempo per una gioia.

Mi scruta attentamente. «Stai bene?»

Prendo qualche boccata d'aria. «Sì, tutto bene. Ora devo andare.»

Faccio per riprendere a correre, dato che Skyler mi sta aspettando, ma il ragazzo mi ferma per il braccio.

Sarai anche carino, ma sei uno sconosciuto, lasciami i miei spazi.

Lo guardo male, e penso abbia capito cosa mi passa per la mente, perché allenta la presa sul mio braccio, ma nonostante ciò non lo lascia.
E questo mi dà enormemente fastidio.

Non di nuovo, ti prego.

«Ti và di fare due passi, Brianna?» E, non so perché, ma il suo sorriso e il modo in cui mi guarda mi mettono i brividi.

Non so il come e il perché sappia il mio nome, ma voglio solamente andarmene il più lontano possibile da lui.

Strattono il mio braccio fino a riuscire a liberarmi dalla sua presa. «Non posso, una mia amica mi aspetta. Devo andare.» Riprendo a correre, e questa volta lui non mi ferma.

Continuo a pensare a ciò che è appena successo, e non riesco a fare a meno di cercare di capire chi mi ricordasse quel ragazzo, dato che mi sembrava al quanto familiare.

Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora