39. La prossima volta ti legherò come un arrosto.

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James

Sento un piede arrivarmi poco delicatamente sul sedere.
Mugolo di dolore e tento di allontanarmi, ma nel girarmi caso giù dal letto.
Apro gli occhi di scatto e mi metto a sedere, massaggiandomi una chiappa.
Guardo Brianna sdraiata in obliquo, che occupa tutto il letto.

La passione per il sumo non è finita.

Detesto svegliarmi con lei vicino, perché puntualmente mi butta fuori dal letto.
Letteralmente.

Decido di vendicarmi.
Vado in camera di Connor e prendo una di quelle trombette da stadio, poi torno in camera mia.
La porto vicino alla faccia di Brianna e suono.
Lei grida spaventata, io che non mi aspettavo questa reazione grido spaventato, e la signora Porter, la mia vicina, grida spaventata.

Una volta che ci siamo calmati tutti, Brianna mi fissa sconvolta. «Fammi capire, ma quante volte sei caduto dal seggiolone quando eri piccolo?»

La guardo male. «Solo due volte, a differenza tua.»

Lei assottiglia gli occhi. «E con questo cosa vorresti dire? Dal seggiolone non sono mai caduta.»

Sorrido, perfido. «Vuoi dirmi che la tua è tutta roba naturale?»

«Intendi la mia bellezza?»

«Intendo la tua stupidità.»

Spalanca la bocca, offesa, e velocemente afferra un cuscino e me lo lancia in faccia, centrandomi in pieno.

Scoppio a ridere, poi mi avvicino al letto. Mi abbasso per lasciarle un bacio e poi la spingo giù dal letto.

Scoppio a ridere. «Ma buongiorno. La prossima volta che dormiremo insieme ti legherò come un arrosto, così ti stai ferma.»

«Davvero simpatico, non è colpa mia se il mio subconscio, nel sonno, mi suggerisce di menarti. E poi, il subconscio ha sempre ragione, quindi avrai fatto qualcosa per meritartelo.»

Alzo un sopracciglio. «Del tipo?»

Lei si guarda un momento intorno. «Non avevi detto che mi avresti svegliata con la colazione a letto? Io non vedo nessun pancake. Vedi? Il mio subconscio l'aveva predetto. Mai contraddire il subconscio.»

Alzo gli occhi al cielo. «Se solo avessi avuto un risveglio migliore te li avrei fatti.»

Bry si alza dal pavimento. «Ho un'idea. Tu mi dirai cosa fare, e i pancakes lì preparerò io.»

La guardo dubbioso, e anche un po' spaventato. «Ne sei sicura?»

«Certo!»

Andiamo in cucina.

Tiro fuori tutti gli ingredienti e mi preparo al disastro. Mentalmente mi faccio il segno della croce.

Lascio che Brianna si avvicini al tavolo. Ha già tutti gli ingredienti pesati, non dovrebbe fare un disastro, no? Insomma, deve solo mescolare.

«Allora, per prima cosa devi rompere l'uovo nella ciotola.»

Vedo che prende l'uovo e lo lancia, letteralmente, nella ciotola.

Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora