40. Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguita.

12.9K 790 343
                                    

Un anno e mezzo dopo.

Brianna

Guardo il piccolo Jeremy fissarmi curioso mentre tiene il pugno in bocca, sbavando come un San Bernardo.
È sdraiato sul fasciatoio, in attesa che io gli metta un pannolino pulito.

Com'è che si faceva? Dio, i video su YouTube lo fanno sembrare così facile...

«Allora piccolo, ma se ti portassi in chiesa nudo? Tanto sei piccolo, ai bambini viene perdonato tutto.»

«Davvero lo vuoi far andare in giro nudo?» James è appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate e un sopracciglio alzato.
«Non ti ricordi come si mette un pannolino, vero?»

Lo guardo male. «Non fissarmi così. È difficile, okay?»

«Sono mesi che è in casa e ancora non hai imparato?»

Gli lanciò addosso un pannolino pulito. «Perché non lo fai tu?»

James afferra il pannolino al volo e si avvicina a Jeremy.
«Tu ricordo che ho una sorella piccola, ormai sono bravissimo a cambiare pannolini.»

Sbuffo. «Si, beh, io ora ho un fratello più piccolo e non mi sembra che sia un'esperta in pannolini.»

Faccio il broncio.

James cambia il bambino e poi lo prende in braccio. «Hai visto che buffa che è tua sorella?» Gli lascia un buffetto sul naso e poi mi guarda.
Si sporge per baciarmi, ma si stacca quasi subito quando sente le urla di mia madre. «Brianna, tuo fratello è pronto? Non possiamo essere in ritardo anche al suo battesimo.»

Alzo gli occhi al cielo. Festeggeremo in cortile e oggi è particolarmente stressata perché vuole che tutto sia perfetto.

Scommetto che al mio battesimo non ha curato tutto nei dettagli.

«Rilassati mamma. Il prete non si lamenterà di certo del ritardo.»

Mamma entra in bagno. «Spiegami ancora come ho fatto ad accettare di far fare il battesimo di tuo fratello a te.»

«Beh, perché sono una ragazza responsabile e...» vengo interrotta dalle risate del mio ragazzo e di mia madre. Persino Jeremy, contagiato da loro due, ride.

Fratello infame.
Io non ti coprirò quando romperai il vaso preferito di mamma.
Perché lo farai.
Oh sì che lo farai.

«Avete finito?»

Mia mamma si riprende e mi squadra. «Hai intenzione di presentarti così?»

«No mamma. Devo ancora cambiarmi.»

Per poco non le viene un infarto. «E che aspetti? Manca pochissimo.»

Guardo l'orologio. «Manca ancora un'ora.»

«Si, beh, devo ancora trovare tuo fratello. Dio, magari è scappato di casa come hai fatto te il giorno del tuo battesimo e dovremo passare la giornata a cercarlo e...»

La interrompo. «Mamma», indico James che ha in braccio Jeremy, «tuo figlio è qua.»

Sbatte le palpebre più volte.

Davvero non l'aveva visto?

«Oh, penso di aver bisogno di cinque minuti di pausa. E di un po' d'alcol. Penso che andrò da nonno Carl.»

James si gira a guardarmi. «Che significa che al tuo battesimo sei scappata di casa?»

Scuoto la testa. «Non lo so. È la prima volta che sentivo una cosa del genere.»

James ride. «Ho una squilibrata come ragazza.»

Gli faccio la linguaccia. «Però la ami questa squilibrata.»

«Da morire.» Ci baciamo di nuovo.

«Bene, vado a vestirmi che se no mia madre mi ammazza. Ci vediamo giù.»

«Vuoi una mano con il vestito?» Mi sorride malizioso.

Alzo gli occhi al cielo. «Pensa a mio fratello.»

Una volta che mi sono preparata scendo di sotto.

Ritorno subito da James, che mi fissa con la bocca leggermente spalancata.
«Sei bellissima.»

Sorrido. «Grazie. Anche tu.»

Lui spalanca gli occhi. «Tu che fai complimenti? Oh, wow, sei proprio di buon umore.» Poi mi trascina in camera mia.
«Devo dirti una cosa. Devo aprofittare della tua felicità, così non mi fai fuori.»

Lo fisso male. «Grazie tante, ora ho l'ansia.»

«Non devi.» Mi lascia un bacio veloce.
«Hai presente che tu lavori con noi perché hai fatto cadere quel famoso quadro?»

«Come dimenticare di quella cavolo di cornice in oro?»

James ride nervosamente. «Si, beh, non era in oro. L'aveva comprato dai cinesi. Cercavamo personale e mio padre ha colto la palla al balzo. Tra un mese finiranno i due anni che ti serviva per "arrivare al prezzo del quadro" e mio padre ti pagherà il lavoro svolto fino ad ora. E vuole assumerti definitivamente.»

Lo fisso scioccata. «Cioè mi stai dicendo che mi hai mentito per quasi due anni?»

«No, non da due anni. L'ho scoperto un mese fa.»

Questo mi rincuora. «Non ti faccio fuori solo perché è il battesimo di mio fratello. Ma dovrai farti perdonare.»

«Agli ordini.»

«Beh, almeno una lezione l'ho imparata. Penso che la insegnerò a Jeremy.»

«Cioè?» chiede James, curioso.

«Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguita.»

«Simpatica.»

«Lo so. Ora scendiamo. Se arrivo in ritardo mia madre mi ammazza.»

Andiamo in giardino, dove è tutto pronto.

Mi avvicino a mio padre. «Io sono pronta.»

Annuisce. «Faccio uscire tutti in cortile. Arrivo.»

Nel frattempo vado vicino al microfono.
Dio, ho l'ansia.

Una volta che vedo mio padre che mi dà il segnale, mi preparo psicologicamente.

Mi schiarisco un paio di volte la voce e inizio. «Bene. Siamo tutti qui riuniti per celebrare l'unione tra...»

Vedo mia madre scuotere la testa, mio padre tirarsi una manata in fronte, James ridere e i miei nonni già ubriachi.

Non dovevo dire questo?

Poi mi rendo conto che stavo iniziando un matrimonio, non un battesimo.
Accidenti a me che non ho speso quei novantanove centesimi per fare un corso più approfondito.

Mi riavvicino al microfono. «Scusate, ho sbagliato. Le licenze ottenute online sono utili solo per gli esorcismi. Colpa mia. Forse era meglio chiamare un vero prete, ma ormai ci sono io, quindi ci si accontenta.»

Gli invitati scoppiano a ridere, e penso che forse posso puntare sulla simpatia, dato che non posso affidarmi al sito Cerimonie domani.

Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora