22. Devo chiamare il 911.

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«Allora Brianna, il fidanzatino ce l'hai?» È circa un quarto d'ora che la signora Porter ed io stiamo chiacchierando.
O meglio, lei continua a farmi domande e io continuo a rispondere.

«Bene bene, il fidanzatino sta con un'altra!» Spero che usando le mie pessime battute la signora Porter la smetta di invitarmi a casa sua.

Ora che ci penso... qual è il nome della signora Porter?
Boh.

È quasi normale parlare con lei quando non si mette a parlare con il marito.

«Visto Mike? Che ti dicevo? I ragazzi di oggi non sono più fedeli come una volta.»

Come non detto.

Poi si gira verso di me. «Sai Brianna? Prima di conoscere Mike stavo con un ragazzo che credo fosse davvero l'amore della mia vita. E sai lui che fece?»

Qualcuno mi tiri fuori da questa conversazione.

Muovo la testa in segno di negazione.

La signora Porter riprende a parlare. «Andò a letto con quella che al tempo era la mia migliore amica. Fu una grandissima delusione. Ma sai cosa feci quella sera?»

«Serie tv e cibo spazzatura?»

Ride. «No, sono andata a ballare.»

Non riesco a trattenermi. «Oltre che ad essere andata mentalmente?»

«Cosa?»

«Cosa?» Mi guardo in torno facendo finta di niente.

La signora Porter riprende la storia. «Quando ballavo... sapevo fare certi movimenti con i fianchi che facevano sognare tutti quanti.»

Ha fatto la rima.

«Ed è proprio ballando con lui che l'ho conquistato.»

La guardo incuriosita. «E si è mai vendicata del suo ex ragazzo e della sua ex migliore amica?»

Ridacchia divertita. «Ci puoi scommettere, ragazza! C'era una cosa che il mio ex ragazzo amava più delle donne, ed era la sua adorata auto, a cui ho felicemente dato fuoco.»

Spalanco la bocca.

Stiamo parlando della signora Porter?
Davvero?

Inizio a balbettare, ancora scioccata da questa scoperta. «E come si è vendicata della sua migliore amica?»

Sospira, immersa nei ricordi. «I suoi genitori erano fissati con l'idea della "donna pura fino a dopo il matrimonio", e la loro figlia era tutt'altro che pura. Ho solo fatto aprire gli occhi ai suoi genitori che, adorandomi, mi hanno subito creduto. Non ho idea di che fine abbia fatto, ma la vendetta è stata bellissima.»

La guardo incredula e ammirata. «Ma allora lei non è mai stata apposto mentalmente!»

La signora Porter mi guarda confusa. «Che intendi?»

Mi sbatto una mano sulla fronte. «Lei parla con il fantasma di suo marito. Le ricordo che suo marito è morto.»

La sua espressione cambia radicalmente. «Ma chi? Mike? Guarda che lui è vivo.»

«No, è morto» ribatto.

La signora Porter inizia a piangere. «No! Lui è vivo!»
Non faccio in tempo a ribattere che la donna si mette una mano sul cuore e poi crolla a terra, svenuta.

O almeno spero sia svenuta.

Amanda guarda sua nonna, e poi me. «Hai ucciso la nonna! Nonno Mike dice che sei un mostro!»

Spalanco la bocca. «Le ho solo detto la verità, ovvero che suo marito era morto.»

Amanda mi guarda male. «La nonna soffre di problemi di cuore, probabilmente le hai fatto venire un infarto.»

Boccheggio, spaventata. «Oddio, l'ho uccisa davvero. Ho davvero fatto fuori la signora Porter.»

Okay, niente panico.
Devo chiamare il 911.

Digito in fretta il numero sul cellulare.
«911, qual è l'emergenza.»

«Penso che la signora Porter abbia avuto un infarto.»

«La signora che dice di parlare con il marito defunto?»

«Sì. Come la conosce?»

«Chi non la conosce? Per caso le ha fatto notare che suo marito è morto?»

«Sì, ma come lo sa?»

«Non ha avuto un infarto. Sviene ogni volta che qualcuno glielo dice. La sua non è la prima chiamata che riceviamo, ormai siamo abituati.»

«Come faccio a farla riprendere?»

«Le butti un bicchiere pieno d'acqua in faccia.»

«Okay, grazie.»

«Prego. E buona giornata.»

Riattacco e metto via il telefono, dopodiché apro il frigo e prendo una bottiglia d'acqua.
Torno dalla signora Porter e, una volta aperta la bottiglia, gliela svuoto in faccia.

Forse ho esagerato.
Quella del 911 ha detto un bicchiere, non una bottiglia.

La signora Porter si riprende e mi guarda. «Cosa è successo? E dov'è Mike.»

Rido nervosamente. «State tutti e due bene. Io devo tornare a casa.»
Mi alzo velocemente in piedi e senza darle il tempo di ribattere apro la porta ed esco da quella casa.

Basta.
Mai più.
La prossima volta scappo il Messico al posto di rivedere quella famiglia.

*****

«Tu hai fatto cosa?» chiede mio padre.

Sono tornata a casa e ho raccontato tutto quello che è successo a casa della signora Porter ai miei genitori, e dire che sono scioccati è un eufemismo.

Mia madre mi guarda attentamente. «Tesoro, cosa ti avevo detto? Meglio avere una figlia tossicodipendente che avere una figlia serial killer.»

Sbatto la testa contro il tavolo della cucina. «Ma non l'ho uccisa!»

Mio padre alza un sopracciglio. «Ci mancherebbe altro.»

Sospiro, dopodiché rialzo la testa e torno a guardare i miei genitori. «La prossima volta ci andate voi. Io in quella casa non ci metterò più piede. E sapete chi altro c'era? Sua nipote Amanda, capite? E non avevo con me niente! Nemmeno una croce!»

I miei genitori scoppiano a ridere, ma io continuo a parlare, imperterrita.
«E mi ha pure messo all'ingrasso! Prima di tutto mi ha fatto entrare in casa per obbligarmi a mangiare un pezzo i torta, che poi ne sono diventati due e poi tre! Ha usato la scusa del "sei troppo magra, Brianna, ai ragazzi piacciono le ragazze con un po' più di carne da stringere".»

«Beh, è stato un pomeriggio...» inizia a dire mia madre.
Mio padre termina la frase. «Interessante.» Scoppiano entrambi a ridere, di nuovo.

Ma io sono serissima.
Non voglio mai più avere a che fare neanche con un singolo Porter.
Se rivedo anche uno solo di loro giuro che inizio ad aprire porte a destra e a manca.

Lascio perdere i miei genitori che continuano a ridere e salgo in camera, con l'intenzione di addormentarmi con le cuffiette nelle orecchie e la musica che va.

Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora