Speciale - Buon compleanno.

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«Buon compleanno amore!» James mi urla nell'orecchio.

Borbotto infastidita, girandomi nel letto e affondando la faccia nel cuscino.

«Ti ricordi che giorno è oggi?»

Nuovo la mia mano sinistra alla cieca fino a che non trovo il suo volto. «Sh. Torna a dormire.» Premo poi la mano sulla sua fronte per farlo sdraiare.

Lui si alza in piedi e viene dal mio lato del letto. «Ti devi alzare.»

Prendo le coperte e le porto fin sopra la testa. «Devo dormire.»

James sbuffa. «Devi muovere il culo e alzarti.»

Tiro fuori la testa da sotto le coperte e me giro sul fianco sinistro per vederlo meglio. «Mi dispiace per te, ma non ho mai imparato a twerkare. Non sono brava come le mie nonne.»

James mi fissa senza battere ciglio.

Io li fisso aspettando una sua reazione.

Non l'avessi mai fatto.

Senza dire niente mi toglie le coperte di dosso e mi fa rotolare come un salame per tutto il letto, fino ad atterrare di culo dalla parte opposta rispetto a dove si trova lui.

Mi tolgo le ciocche di capelli che mi sono finite davanti al viso e mi giro verso di lui, guardando non male, ma malissimo. «Io ti lascio.»

James alza gli occhi al cielo e mi raggiunge. «Smettila di lasciarmi per cavolate.»

Gli afferro la gamba e lo faccio cadere, poi mi allungo per guardarlo faccia a faccia. «Cavolate? Tu mi hai svegliato il giorno del mio compleanno buttandomi giù dal letto.»

«Ma se tu odi il tuo compleanno.»

«Appunto. E tu me lo stai facendo odiare ancora di più.»

Lui ghigna. «Buon compleanno.»

Faccio per ribattere, ma James mi mette una mano dietro la testa e mi attira a lui per baciarmi.

Ed io mi sciolgo.
Tornerò ad odiarlo più tardi.

Lui si stacca da me e si alza in piedi. «Hai mezz'ora per prepararti. Dopodiché ti trascino fuori casa in qualsiasi condizione ti trovi.»

«Gentilissimo.»

*****

«No, ma fammi capire bene. Per il mio compleanno hai deciso di portarmi nel posto dove le mie sfighe si sono moltiplicate?»
Guardo il negozio di tatuaggi, che oggi è chiuso per i clienti.

James prende le chiavi e apre la porta, trascinandomi dentro. Ci siamo solo noi due.

«Guarda che se tu non fossi entrata in questo negozio noi non ci saremmo conosciuti.»

Metto una mano sulla sua bocca. «Ti prego, smettila di ricordarmi com'era bella la mia vita prima di te.»

Lui spalanca gli occhi e si gira dandomi le spalle e facendo l'offeso.

Io prendo la rincorsa e gli salto sulla schiena, circondandogli la vita con le gambe e il collo con le braccia, senza strozzarlo. Appoggio il mento sulla sua spalla destra. «Scusa» mormoro, «ma sai che per me i miei compleanni sono solo un anno in più passato nella sfiga totale, e puntualmente succede qualcosa. Ma ammetto che gli ultimi anni sono stati meno sfigati, con te.»

Lui gira appena la testa verso di me. «E grazie che sono stati meno sfigati i tuoi ultimi anni, un po' di sfiga l'hai passata a me.»

Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora