15. Amanda ha ucciso il tuo vaso preferito.

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Continuo a guardare la schermata del mio cellulare, che è aperta su una pagina di Google, e guardo attentamente i vari passaggi per esorcizzare Amanda.

Gesù, se esisti, ti prego di non farmi finire all'Inferno per aver traumatizzato una bambina.
In mia difesa posso dire che sto facendo del bene all'umanità.

Alzo lo sguardo verso mio padre. «Okay, secondo il sito Bibbia oggi, che poi, ma che razza i nome è? Comunque, qui dice che la povera persona posseduta dovrebbe essere legata, dato che lo spirito maligno che si è impossessato del suo corpo, qua ci sono scritte el testuali parole, tende a diventare violento alla vista dell'acqua santa, di una croce o di una bibbia.»

Torno a guardare mio padre, e poi ci giriamo contemporaneamente verso la piccola Amanda, che ci sorride, ignara di ogni cosa.

Mio padre sorride. «Allora Amanda, noi adesso giocheremo agli indiani. Ti piace l'idea?»

La bambina batte le mani, e ride.

E mio padre è felice di questo. «Bene. Tu farai a nostra prigioniera, quindi ti legheremo alla sedia con delle lenzuola, e noi faremo gli indiani. Va bene?»

E lei batte di nuovo le mani, così mio padre si affretta a cercare delle lenzuola per legarla.

Ci denunceranno, me lo sento.
Finirò in carcere, e da dietro le sbarre non potrò usare Nerflix.
Non mangerò più gelato.
Sapevo che la felicità di aver ricevuto una gioia non sarebbe durata a lungo.

Prendiamo una sedia e la leghiamo, e ad Amanda non sembra dare fastidio. «Ma gli indiani non dovrebbero avere le piume e fare augh

Io e mio padre ridiamo nervosamente. «Papà devi fare augh.»

Mi guarda male, anzi, malissimo. «Io non farò mai augh.»

«Vuoi che dica alla mamma che hai rotto il suo vaso preferito?»

«Io non ho rotto nessun vaso. Smettila di bruciarti i tuoi già inesistenti neuroni fumandoti erba.»

Il vaso preferito di mia madre è orrendo. È giallo fluo e nero. Sembra un'ape dalla forma strana.
Ogni volta guardarlo è come ricevere un pugno negli occhi.
Glielo ha regalato una sua collega di lavoro, e lei dice che quel vaso è pura arte ed è bellissimo.
Io e papà lo odiamo.

Mi avvicino al vaso e, accidentalmente, lo spingo fino al bordo della colonnina su cui si trova, posta vicini alla televisione. E, sempre accidentalmente, il vaso cade a terra, rompendosi in tanti pezzi che si spargono per il pavimento.

Faccio ritornare il mio sguardo su mio padre, che al momento è un tantino scioccato, e lo guardo con aria di sfida. «Ora lo hai rotto. E comunque non fumo erba.»

Spalanca la bocca, poi la richiude. Continua così per un paio di minuti, senza sapere cosa dire, e sembrando un pesce che mangia.

Mi punta un dito contro. «Dopo pulisci tu, nana albina da quattro soldi.» Poi si gira verso Amanda, con lo sguardo di una persona che vorrebbe essere da tutt'altra parte a fare tutt'altra cosa. «Augh.»

Cerco di trattenere una risata, perché la scena è esilarante, ma mi ricompongo non appena mio padre si gira verso di me e mi fulmina con lo sguardo.

Amanda batte le mani e agita i piedi. «Sì, ma le piume?»

Rido. «Già, papà, ma le piume?»

Adesso uccide me e poi si suicida, me lo sento.

«Oh, beh, le piume... le piume sono...» si guarda intorno freneticamente.

Magari spera di trovare una piuma che sbuca magicamente da qualche parte.

Amanda lo fissa, seria. «Le piume?»

Mio padre si gratta il mento, poi vedo il suo sguardo illuminarsi. «Le piume sono invisibili.»

La bambina lo guarda contrariata, e in questo momento fa davvero paura. «Nonno Mike dice che gli indiani non hanno piume invisibili.»

Spalanco la bocca. «Nonno Mike, eh? Papà, la prossima volta ci trasferiamo accanto ad una chiesa.»

La bambina inizia a urlare. «Voglio le piume!»

Papà le mette una mano sulla bocca. «Sì, ma calmati. Noi siamo degli indiani speciali. Abbiamo poteri magici. Per questo le piume sono invisibili.» Le toglie la mano dalla bocca.

Amanda sembra poco convinta. «Nonno Mike dice che siete strani.»

Rido istericamemte. «Nonno Mike è morto» ribatto.

Ma non sembra rimanerci male. È tranquillissima. «Lo so. Infatti è il suo fantasma a parlarmi. Proprio come la nonna.»

Mi fa paura. So già che avrò gli incubi. «Il suo fantasma...» mormoro. Poi alzo di scatto la testa. «Papà, prendi la Bibbia. Io le metto la collana con la croce addosso e prendo l'acqua santa.»

Prendo la collana e mi dirigo verso Amanda, ma quando gliela sto per mettere inizia a gridare, così mi allontano di scatto, mettendomi una mano sul cuore che batte nel petto furiosamente.

Cristo, stavo per morire d'infarto.
Manderò alla figlia della signora Porter, che poi sarebbe la mamma di Amanda, la fattura del mio fottuto cardiologo.

Appena mi allontano la bambina smette di urlare.
Provo a riavvicinarmi ma riprende a gridare, così mi allontano di scatto.
Ripeto questa cosa più volte, provando a farla gridare a ritmo di qualche canzone, e mio padre sta riprendendo tutto con il suo cellulare.

Me lo rinfaccerà a vita.

Dopo che mi sono stancata di sentirla urlare, e dopo che i miei timpani si sono rotti, le metto la collana, cercando di ignorare le sue urla. Appena provo a mettergliela mi morde il braccio.
Mi morde davvero il mio fottuto braccio.

«Ahi, ma che cazzo sei? Un cane? Ah, no, i cani sono carini a differenza tua.»

Amanda lascia il mio braccio per ridere, e una volta messa la collana, mi allontano il più che posso.

Mio padre mi si avvicina. «Su internet c'era scritto che le persone possedute reagivano così.»

Prendo in mano la boccetta di acqua santa, mentre papà apre la Bibbia.
Sta per iniziare a leggere la preghiera per l'esorcismo, quando lo blocco. «Aspetta, tu non puoi esorcizzarla.»

«Perchè?» chiede.

«Perchè non hai la licenza da prete» ribatto.

Mi guarda confuso. «Ma neanche tu.»

«Invece sì.»

«E quando l'avresti presa, scusa» inarca un sopracciglio.

«Ieri, mentre stavi andando in chiesa per vedere se il prete fosse libero, ho preso la licenza su internet, in caso non fosse disponibile.»

«Ammirevole, davvero.» Mio padre è meravigliato.

Faccio un sorrisino soddisfatto. «Lo so.»

Ci scambiamo le cose. Io prendo in mano la Bibbia e lui l'acqua santa, ma non facciamo in tempo a continuare l'esorcismo che la porta di casa si spalanca, ed entra mia madre.

Guarda Amanda, poi noi, e poi il suo sguardo si ferma su un punto sul pavimento.

Oh no.
Non ho tolto i resti del vaso.
Mamma ha visto la scena del crimine.

Le viene un tic all'occhio, segno che è nervosa. «Cosa è successo al mio vaso?» urla.

Io e mio padre ci guardiamo in faccia, poi entrambi puntiamo un dito verso Amanda, e urliamo contemporaneamente: «Amanda ha ucciso il tuo vaso preferito!»

Amanda ride. «Augh!»

E ora la mia voglia di esorcizzarla è aumentata.

Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora