18. É che non riesco a smettere di pensarci

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Il film è appena finito, ma io non riesco a smettere di ridere per come il grassone ballava.
Sembra un po' me, quando sono sotto la doccia, con la differenza che non canto così bene.

«Ma hai visto come ballava?» mi appoggio al braccio di Tyler e rido come una pazza.
Sarà la milionesima volta che glielo ripeto, infatti adesso non ride più.
Si limita a sorridere.
«Scusami se sono ripetitiva» tengo le mani posate sulla sua pelle calda e profumata.
Lo ammetto. Un po' lo faccio apposta ad appoggiarmi a lui, ma ha un profumo così buono che è irresistibile.
«È che non riesco a smettere di pensarci» sussurro e alzo la testa dalla sua spalla.
Adesso nessuno dei due ride e sto per staccarmi, quando Tyler alza il braccio e circonda le mie spalle.

Il mio cuore trema e le guance si tingono di rosso.
Mi volto per guardarlo, come in cerca di una risposta, ma lui ha chiuso gli occhi e portato la testa indietro, per poggiarla sul divano.
Osservo le sue labbra schiuse e il pomo d'Adamo pronunciato.
Mi formicolano le dita dalla voglia di sfiorarlo.

Non sapendo cosa fare chiudo anche io gli occhi e mi appoggio al suo petto.
Non appena lo faccio, sento le dita di Tyler premere sulla mia spalla e mi viene la pelle d'oca.

Rimaniamo così per un tempo indefinito, fino a quando è lui a rompere il silenzio.
«Hai sonno?» chiede e sento il suo petto vibrare.
«No, ma tra poco devo andare. Domani sarà una giornata impegnativa» sussurro, senza però volermi staccare da lui.
È la prima volta che ci abbracciamo e tutto è così bello da sembrare un sogno.
Il suo corpo emana un calore disumano, che nonostante il caldo estivo non mi da fastidio.
«Sai cosa sarà impegnativo?» domanda e io scuoto la testa.
«Farti salire su quell'albero» ride e io alzo la testa spalancando la bocca.
«Hey!» lo spintono scherzosamente e lui ride mostrandomi una fila di denti bianchi.
«È pieno di cacca di scoiattoli. Vorrei vedere te salirci» borbotto mettendo il broncio.
Sento il braccio di Tyler spostarsi dalle mie spalle.
Non ho il tempo di realizzare, che la sua mano si posa tra l'incavo del mio collo e la guancia destra.
Il mio cuore sussulta e lo stomaco si attorciglia.
Ci guardiamo negli occhi e io mi mordo il labbro inferiore a disagio.
«Non farlo» sussurra e io aggrotto la fronte.
«Cosa?» domando con il cuore in gola.
Non dice nulla, ma il suo pollice finisce sulle mie labbra e le tocca con delicatezza.

Dio mio, sto per vomitare dall'ansia.
Vorrei fiondarmi sulle sue labbra, ma ho paura di una sua reazione negativa.
Non voglio fare cose di cui potrei pentirmi.

«Ti accompagno a casa» si ritrae di scatto da me e io sussulto per il suo cambio di atteggiamento.
Con gli occhi spalancati annuisco lentamente e mi alzo dal divano.
Infilo le scarpe e lo seguo fino alla porta.
Dopo due minuti siamo ancora sotto alla mia finestra e la sola idea di sporcarmi ancora, a causa degli scoiattoli incontinenti, mi fa salire su per la gola il gelato che ho mangiato.
«Non hai una scala?» domando osservando i tronchi ricoperti dal buio.
Spero solo che la mia finestra sia ancora aperta, altrimenti la spacco.
«Si, ma farebbe troppo rumore» sussurra e lo vedo poggiare una mano sul tronco.
«Credo che l'unica alternativa sia arrampicarti» dice e io sbuffo avvicinandomi a lui.
«Ma non potevi dire che andavi da un'amica?» sussurra e nel suo tono noto un po' di fastidio, che sinceramente non capisco a cosa sia dovuto.
«No. Nessuno lo scoprirà, tranquillo» ora anche il mio tono è irritato.
«Il problema non è che i tuoi sappiano che tu sei venuta a casa mia» chiarisce, ma io scuoto la testa.
«E invece è proprio questo» incrocio le braccia al petto e martello il piede per terra.
«Perché dovrebbero?» domanda avvicinandosi a me.
«Perché non è normale andare a casa del vicino nel cuore della notte» sussurro e più questa conversazione va avanti, più capisco che andrà a finire con una litigata che non ci farà parlare per giorni.
Io davvero, non capisco che cosa gli passi per quella testa castana per cambiare atteggiamento da un momento all'altro.

«Non stiamo facendo niente di male» dice e io mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo.
Non sta capendo il mio discorso.
«Ma non vuol dire niente» mi volto dalla parte opposta alla sua.
«Perché quando discutiamo fai sempre finta che io non esista?» posa una mano sul mio braccio e io sussulto per la presa troppo forte.
«Perché sei tu che la maggior parte delle volte crei problemi» ammetto e lui fa un sorriso crudo.
«Ovviamente!» esclama dopodiché scoppia a ridere amaramente, lasciandomi andare.
«Non ho detto tutte le volte. Anche io sbaglio, ma tu e il tuo bipolarismo mi mandate in pappa il cervello» lo guardo di sfuggita.
«E forse anche a te» continuo e mi avvicino.
«Ti sei mai chiesta il perché?» domanda guardandomi dall'alto.

A questo punto non mi interessa più se i miei genitori mi sentiranno o lo farà il vicinato.
Dobbiamo chiarire o non riuscirò a chiudere occhio questa notte.

«Non... mi va di entrare nella tua testa. Sento che tu non lo vuoi e io non voglio infierire» sussurro incrociando le braccia al petto.

Non abbiamo mai parlato così apertamente, ma mi sento di dirgliele queste cose.
Voglio che lui sappia, che non è che non mi importi o faccia finta di niente.
E non voglio addossare la colpa a lui, perché lo capisco; certe persone sono aperte e ti racconterebbero la storia della loro vita, mentre altre per nulla al mondo.

Seguono attimi di silenzio nei quali decido se aggiungere altro, ma reputo che sia già abbastanza e quindi rimango zitta.
D'altro canto anche Tyler non dice nulla, rafforzando la mia tesi che è meglio se per oggi finiamo qui di parlare.

Mi avvicino all'albero, poggiandoci le mani sopra per capire dove sia, prima di prenderci una facciata.
Mi aggrappo ad un tronco e sto per fare uno slancio con il corpo per salirci, ma le mani di Tyler sui miei fianchi mi impediscono di proseguire.

Ma cosa sta facendo?
Perché al posto di aiutarmi a salire mi sta trascinando giù?

Mi volto nella sua direzione con uno sguardo interrogativo, ma lui sembra non volerci fare caso alle mie domande e mi poggia a terra.

«Voglio essere sicuro che quando tu tornerai nella tua stanza e io nella mia, tra noi sarà tutto okay» sussurra e io penso un secondo alle sue parole.

È tutto ok?

«Certo» annuisco lentamente con la testa, ma il suo sguardo non sembra convinto.
«Mi assicurerò io che sia tutto ok» sussurra e prima che io possa sbattere gli occhi la sua mano è dietro alla mia nuca, tra i capelli, e le sue labbra sulle mie.

Sussulto all'impatto delle nostre bocche e mi aggrappo al suo polso che sfiora il mio collo.
Spalanco gli occhi dalla sorpresa, ma trovo i suoi chiusi, così faccio la stessa cosa.

Le sue labbra sono premute sulle mie in un bacio a stampo mentre il mio cuore non ha mai smesso di martellarmi nel petto.

Dio.... sanno di menta e nutella.
Che sia benedetto il gelato!

Tyler si stacca lentamente da me, ma io rimango ancora con gli occhi chiusi, frastornata e confusa da questo bacio.
Sto per aprirli, quando sento un gemito e le sue labbra sono ancora sulla mia bocca, ma questa volta si baciano e io non posso fare altro che rincorrerle.

Non c'è lingua, solo labbra, ma sento il desiderio irradiarsi in me, così poso la mano libera sul suo collo e lo avvicino ulteriormente a me.
I denti si scontrano e i petti si sfiorano.
Le sue mani ora sono sui miei fianchi e mi stringono con forza al suo corpo.

Sto baciando Tyler.
Oh mio dio, sto per svenire.
E ogni volta che le sue labbra piene divorano le mie, mi sento mancare la terra sotto i piedi.

Stai perdendo la testa Emma e adesso ne hai avuto la conferma.




Note:
Holaaaaa❤️.
FINALMENTE IL BACIO!
Da da da daaaaaa🥁💘.

Come vi è sembrato?
Siete felici?
Io tanto. Non vedevo l'ora di poter condividere con voi una cosa così bella💚.
Dopo un bacio qualcosa cambia, si sa.
Speriamo che tra Emma e Tyler le cose possano andare meglio.

Fatemi sapere se vi è piaciuto.

Un bacio😘.

YoungbloodTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang