50. Madre e figlio

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Le nocche di mia mamma si scontrano ancora una volta contro la porta della mia camera, che è rimasta chiusa per tutto il giorno.
Fisso il legno chiaro cercando di trattenere i singhiozzi.
Mi porto le mani alla bocca per attutire il suono con le dita.
Fa troppo male. Tutto questo è troppo per me.

«Emma! Tesoro, tutto bene?» la voce di mio padre mi fa scuotere la testa.
Perché mi hanno fatto questo?
Perché mi hanno nascosto una cosa del genere?
Me lo avrebbero mai detto se.... lui non me lo avesse fatto scoprire?
«Tobias, non risponde! Butta giù la porta» mia mamma urla spaventata e credo stia piangendo.
Seguono istanti di silenzio fino a quando non sento un forte colpo e vedo la porta della mia stanza sbattere forte contro la parete, con un cardine rotto.
«Oddio tesoro! Cosa sta succedendo?» mamma si precipita al mio letto e afferra tra le mani il mio viso completamente bagnato dalle lacrime.

Cerca di avvicinarmi a se, ma io mi scosto, alzandomi dal letto per mettere più distanza possibile tra di noi.
«Emma!» mia mamma mi richiama, ma prima che possa andare avanti, il campanello ci interrompe.
Magari è Kassandra oppure Bryan. Non li sento da un paio di giorni e magari sono venuti a trovarmi.
Fa che sia così.
Ho bisogno dei miei veri amici.
Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno anche se non sono sicura di riuscire a parlarne.
Cosa dovrei dire ai miei migliori amici se nemmeno io cosa sta succedendo nella mia vita?

C'è uno scambio di sguardi tra noi tre che viene spezzato dai passi di mio padre verso la porta.
«Vado io» annuncia ed esce dalla mia camera soffermandosi per pochi secondi sulla porta rotta.
Abbasso lo sguardo, non volendo incontrare gli occhi con mia mamma nemmeno per sbaglio.
Provo troppa rabbia e sdegno per riuscire ad ascoltarla.
Sento che se rimarrò qui per ancora qualche istante lei incomincerà a parlare e io mi sentirò ancora peggio di adesso.
Non voglio sentire più niente di questa storia.
Voglio solo dimenticare, dimenticarlo.

Senza pensarci due volte corro via dalla mia stanza e sotto i richiami di mia mamma scendo le scale saltando alcuni gradini.
Con il cuore in gola arrivo al piano inferiore guardando con occhi pieni di speranza la porta di casa dove spero di trovare uno dei miei miglio amici.

«Emma» mia mamma arriva alle mie spalle con il fiato corto a causa della corsa.
«Barbara!» mio padre la richiama a sua volta e volto la testa di lato, in direzione del salotto.

Il cuore mi si ferma nel petto, stringendosi in una morsa dolorosa che mi fa quasi mancare.
Sento le gambe tremare e mi appoggio alla parete per non cadere con un tonfo per terra.
I suoi occhi mi trapassano, mi illudono, mi umiliano e mi uccidono.
Lo stomaco si contrae senza darmi nessun preavviso tanto che sento la bile bruciarmi la gola.

Mi hai fatto male.
Tanto, troppo male.

Sposto lo sguardo dal suo, non volendolo guardare oltre.
Mi fa schifo. Lo odio.
Mi ha solo usata e umiliata, senza pentirsene neanche una volta.
Mi sento di merda in questo preciso istante.

Muovo dei passi verso la porta, decisa ad andarmene da questo strazio.
Cosa è venuto a fare? Per ferirmi ancora una volta?
Mi è bastato tutto. Dalla A alla Z. Dall'inizio alla fine.
Ho il cuore spezzato in due e tutta per colpa della T che me lo ha trafitto e ha fatto leva per romperlo.

«Tyler?» il tono di mia madre è interrogativo e sorpreso.
Sì mamma. Il tuo caro figliolo. Quello che mi ha scopata senza ritegno. Che mi ha mentito per tutto questo tempo per arrivare a te.
«Mamma» mi fermo di colpo, con i piedi inchiodati al pavimento.
Gli occhi si sgranano, riempiendosi di lacrime pungenti.
Corpo la mia bocca con la mano, assimilando la parola che ho appena sentito.

E mi frulla nella testa. Mi rimbomba da una parte all'altra, calpestando i resti di me.
Mamma...

Mi volto lentamente, con il viso cosparso di lacrime.
I miei occhi saettano dal pavimento alle gambe di mia mamma.
Li alzo fino al suo viso, che mi guarda con un'espressione mortificata.
Perché non è shoccata? Perché non batte ciglio e sta a guardarmi?
Lei....

«Mamma?» sussurro flebile, con un groppo in gola doloroso.
«Tu lo sai, vero?» singhiozzo, voltandomi completamente verso di lei per poterla affrontare.
Per farmi dire la verità, quella che mi ha tenuto nascosta per anni e anni.
Da quanto lo sa? Se ne è mai dimenticata o ne è sempre stata a conoscenza?
«Lo sai?!» urlo più forte, facendola sobbalzare.
Certo che lo sa. Lo sa eccome. Lo capisco dai suoi occhi, dalla sua espressione.
Sono stati bravi a mentirmi. Si vede proprio che sono madre e figlio.
«Sì. Tyler... è venuto a parlarci qualche giorno fa. Mi dispiace Emma» si muove per venirmi in contro, ma io la blocco con una mano.
«Risparmiatelo. Mi avete già detto fin troppe cazzate per fare le vittime» parlo con disgusto perché voglio fare loro tanto male almeno quanto ne hanno fatto a me.
Ma mi sento male, perché vorrei solo che tutto finisse. Che non fosse mai successo niente.
Vorrei dimenticare, perdonare e andare avanti, ma non posso.
Non posso farlo per me stessa.

«Emma, tesoro, sediamoci e parliamo come persone civili» papà entra nel discorso.
Scatto con gli occhi a lui, fulminandolo per la sua insulsa proposta.
Parlare? Oh certo. Fingiamo che tutto sia a posto e che siamo la famiglia più felice del mondo.
Io da Tyler non devo proprio sentire nulla.
Per me lui non esiste più.
Sì... come se fosse facile dimenticarsi di lui.

«Ci hanno mentito papà. Ci hanno nascosto tutto» sussurro, rifugiandomi nei suoi occhi.
Almeno di lui mi posso fidare.
«Lo so Emma, ma anche loro stanno soffrendo. Il dolore se condiviso si dimezza, tesoro. Non rinchiuderti tutto dentro. Siamo sempre stati vicini gli uni agli altri e adesso ne abbiamo ancora più bisogno» distolgo lo sguardo.
Tyler non è la mia famiglia. Tyler non è nessuno.
Mi ha distrutto la vita e adesso dovrei fare finta di niente?
No. Non è così che funziona. Lui con me non ha avuto nessuna esitazione, e io farò lo stesso.

«Ma ci hanno mentito. Ci hanno nascosto tutto» sussurro piano, quasi nella mia testa.
Tutto.
«Emma» quando la sua voce arriva a me è come se mi tirasse l'ennesimo schiaffo.
Emma cosa?
No, non parlarmi.
Non lo guardo nemmeno. Punto gli occhi nel vuoto, sentendomi più sola che mai.
Amavo il modo in cui pronunciava il mio nome.
«Mi ha usata per tutto questo tempo. Lui mi ha mentito, giorno dopo giorno, bacio dopo bacio» è il mio cuore che parla.
È ferito e malinconico, ma saprà rialzarsi da solo.
«Non se ne è mai pentito. Lo ha fatto e basta, come se io fossi una robot privo di sentimenti. Ma è lui qui quello con il cuore di ghiaccio, non io. Ha fatto sesso con me e poi mi ha gettata via pur sapendo tutto quanto» sussurro, cercando di respirare a causa del pianto.
Era il momento di dirlo. Tutti devono sapere quello che mi ha fatto.
«Tu hai toccato mia figlia?!» la voce di mio padre spezza il breve silenzio facendomi portare lo sguardo sulla sua figura.

È voltato verso Tyler, che è al suo fianco, e lo guarda arrabbiato, quasi con il fumo alle orecchie.
Tutto succede in un secondo e vedo solo il braccio destro di mio papà alzarsi repentinamente e saettare verso il corpo di Tyler.
Il suo pugno finisce proprio sul viso di quest'ultimo.
«Sei un bastardo!» grida mio padre con il viso rosso dalla rabbia.
«L'hai toccata pervertito di merda!» urla di nuovo scagliando un altro pugno a Tyler.

E non sento altro che le urla di tutti mentre indietreggio scioccata verso la porta.
Vorrei dire a mio padre di finirla e andare a medicare le ferite di Tyler, ma non se lo merita.
Io non ci sono più per lui.
Ho finito di fare la sua pedina.




Note:
Ciao amori❤️.
Scusatemi tanto per l'assenza, ma sono stata molto impegnata tra vacanze di Natale e ripresa della scuola.
Come state?
Avete passato bene il Natale e Capodanno?
Raccontatemi un po'😘.

Comunque eccomi qui con un nuovo capitoloooo.
È super lungo quindi perdonatemi💜.
Vi piace?

Cosa pensate che accadrà adesso tra Emma e Tyler?
Lui cercherà di migliorare il rapporto o lascerà tutto così?

Fatemi sapere, un bacio😍.

YoungbloodWhere stories live. Discover now