52. Ghostin

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«Dopodomani parto per Sydney» il mio tono è piatto e neutrale quando in realtà il dolore mi divora.
Non avrei mai voluto tutto questo. Non mi comporterei in questo modo se non mi avessero mentito.
«Come? Perché?» mia madre balza in un lampo in piedi, ma io evito di guardarla negli occhi.
«Perchè? Hai anche il coraggio di chiedermelo?» domando acida, incrociando le braccia al petto.
È il mio meccanismo di difesa. Loro mi hanno fatto del male e adesso devo difendermi.
«Starai da Hailey?» domanda papà, che nel frattempo ha assistito alla patetica scena.
«Sì» solo monosillabi. Niente di più.

Mi volto per ritornare in camera mia, ma mia mamma mi ferma.
«Perdonami Emma» sussurra.
Non mi volto e continuo a darle le spalle, anche quando continua a parlare.
Come se fosse facile perdonarla dopo tutto il dolore che mi ha causato.
«Scusami se non sono stata sincera con te, ma io non pensavo... non sapevo che Tyler fosse sulle mie tracce» la sua voce è interrotta da singhiozzi.
«Avrei dovuto dirvelo di avere un altro figlio, ma pensavo di averci messo una pietra sopra»
Sorrido amareggiata, avanzando lentamente in avanti.
Sta per ricominciare a parlarle, ma si blocca nel vedermi andarmene.

Non ho voglia di stare a sentirla di nuovo. È sempre la stessa storia e io non ho più forze.

Salgo le scale velocemente, dirigendomi subito in camera mia.
Voglio stare da sola, voglio soltanto sentire il silenzio della mia stanza fino a quando non se ne andranno a lavoro.
La cosa che fa più male e avere lui così vicino.
Vorrei non averlo mai incontrato, vorrei non essermi innamorata di lui ed essermi fatta spezzare il cuore in due.
Come la supero adesso? Cosa dovrei fare?
Cosa succederà al mio ritorno da Sydney?

Con tutti questi pensieri nella testa non mi accorgo neanche di quanto il tempo sia passato velocemente, dato che è già sera.

Facendo il meno rumore possibile scendo di sotto e mi rilasso visibilmente quando mi accorgo che ci sono solo io in casa.
Menomale.
Ho un po' di fame così mi dirigo verso la cucina, dove trovo già la tavola apparecchiata.
C'è un post-it sul frigo.

Ti ho preparato il pollo e le verdure bollite. Devi solo scaldare tutto. Buon appetito amore.
- Mamma

Accartoccio il fogliettino giallo e lo butto nella pattumiera, dopodiché prendo tutto cioè che mi ha preparato mamma per scaldarlo e riempire questo stomaco che è rimasto vuoto per troppo tempo.
Ceno in silenzio, da sola, con il cuore e la testa pesanti e le lacrime in procinto di uscire.
Molto presto mi si chiude lo stomaco ed un senso di nausea mi fa rabbrividire.
Sparecchio tutto, riponendo gli avanzi in un contenitore, ma proprio quando sto per recarmi verso la scale per ritornare in camera mia, sento il campanello suonare.

Ed ho uno strano presentimento mentre giro la chiave della serratura, perché in cuor mio lo riconosco anche a chilometri di distanza.

Proprio quando incontro i suoi occhi azzurri mi rendo conto di quello che ho fatto.
Gli ho aperto la porta, permettendogli ancora una volta di vedermi e di parlarmi.

Rimango paralizzata per svariati secondi, durante i quali osservo il vuoto, ma poi ho una presa di coscienza e faccio un passo indietro per potermi mettere in salvo.
Per dividerci ancora una volta.

«Ciao» si schiarisce la gola, «Hai lasciato questa» e mentre parla sento gli occhi riempirsi di lacrime e la disperazione farsi strada nel mio cuore.
Perchè mi fa questo?
È venuto qui, come se nulla fosse, pur sapendo di avermi svuotata completamente.
Osservo la collana che lui mi aveva regalato tempo prima, al ritorno dalla Russia.
Con che coraggio?
Che faccia tosta che ha a presentarsi qui come se a me importasse ancora di lui.
In realtà è così, ma non voglio che lui lo sappia.
Devo dimenticarlo. Devo allontanarlo dalla mia vita.
«No» solo due lettere che vogliono dire tutto.
Non ancora. Non te lo lascerò fare.

Restiamo entrambi in silenzio ed io sono già pronta a chiuderlo fuori dalla mia vita.
«Mi dispiace tanto Emma» sussurra però lui, facendomi salire il poco cibo che ho mangiato poco prima.
Alzo lo sguardo lentamente fino ad arrivare al suo viso.
Noto solo ora un livido violaceo sotto l'occhio.
Papà.
E per quanto mi pianga il cuore e lo voglia aiutare mi rifiuto.
Se lo facessi mi ridurrei allo stesso livello dello zerbino che sta sotto ai suoi piedi.

I nostri occhi si fondono, ma questa volta metto una barriera, impedendo di leggere le mie emozioni.
«Anche a me» dico incrociando le braccia al petto, «Mi dispiace averti conosciuto ed essermi fatta prendere per il culo in questo modo» sputo veleno perché voglio farlo soffrire almeno 1/4 di quanto sto facendo io.

È cambiato tutto adesso. Se questo comporta essere distaccata e stronza allora lo farò.
Voglio riversare tutto il mio odio e fargli del male.
Non posso perdonarlo. La mia testa e il mio cuore me lo impediscono.

«Non è stato così e lo sai benissimo» si difende subito, ma il suo tono è molto più pacato e meno scontroso del mio.
Certo... lui sta cercando di rimediare.
Vuole avere una famiglia e io... lo capisco.

Non lo odio perché ha cercato mia madre in tutti questi anni, ma perché mi ha mentito. Mi ha usata come uno stupido oggetto, senza alcun rispetto nei miei confronti.
Avrebbe potuto evitare tutto questo, tutti i sotterfugi e le bugie.
Sarebbe tutto diverso se ce lo avesse detto subito.

Magari non mi sarei innamorata, ma... sarebbe stato meglio così.
Quello che sto vivendo è l'inferno e a bruciare sono io. Non lui.

«Non c'è bisogno di mentire Tyler» distolgo lo sguardo sentendomi mancare la terra sotto i piedi.
«Non la voglio» confesso con il cuore in gola.
«Credimi. Non avrei mai voluto tutto questo» ritrae la mano, infilando il gioiello in tasca.

Ma l'hai fatto Tyler e senza pensarci due volte.
L'hai dannatamente fatto.

«Non abbiamo più niente da dirci» sussurro con la voce leggermente incrinata dal pianto, «Spero tu e mia madre possiate parlare e risolvere i vostri problemi» e la parte più buona di me cede.
Oramai tra di noi non c'è più nulla, ma lo sto facendo per mia mamma, non per lui.
Amo mia madre e voglio che instauri un rapporto con lui, ma senza la mia presenza.
Non ci riesco. Fa troppo male.

«Voglio prima farlo con te» la sua voce profonda e roca mi trapassa le ossa.
«Tyler...» sussurro stanca, «No» non trovo le parole giuste da dire perché sono troppe.
Indietreggio di qualche passo e lo guardo negli occhi mentre chiudo la porta di casa.

Mi appoggio ad essa e scivolo lentamente verso il basso permettendo alle lacrime di uscire libere.

Non vedo l'ora di andarmene.


Note:
Ciao amori❤️.
Come state?
Io bene!

Happy thank u, next day 😍.
Scusate, ma come ben sapete amo Ariana Grande e per me oggi è una giornata importante.

Comunque.... vi è piaciuto il capitolo?
Cosa ne pensate?
Emma riuscirà mai a perdonare Tyler?
Tyler entrerà di nuovo a far parte della sua vita?

Fatemi sapere e scusate eventuali errori, ma ho riletto velocemente💜.

YoungbloodWhere stories live. Discover now