6. Mi stai forse sfidando?

20.4K 1.2K 1K
                                    

Okay, ricordate quando ho detto di aver deciso di voler mettere questa storia in pausa?

Beh, è stato prima di scoprire che con lei siamo arrivati fino alla rosa dei candidati dei Wattys 2018.

Quindi... forse si merita che io la continui, no?

Tranquilli, per essere sicura di non ricadere nella tentazione di rimettere in pausa la storia ho già programmato la trama di OGNI SINGOLO capitolo fino alla fine.

Ci ho messo un po', ma ne è valsa la pena.

Ora vi lascio, perché dopo tutto questo tempo spero che siate almeno un po' felici di poter tornare a leggere le disavventure della nostra cara Camille😂

Anche perché, non per spoilerare, ma ne stanno per accadere davvero delle belle...

Quindi, BUONA LETTURA, miei cari mezzosangue.

ALPACA E CARAMELLE MOU A TUTTIIII

-Margot🌙

Okay Camille, mantieni la calma. Possiamo farcela, okay? Ora vai la e gli parli. Non lasciarti sfuggire quel gran pezzo di gnocco.

Sentii il sangue gelarmisi nelle vene.

Ancora tu? Esci dalla mia testa, dannazione!

Era dalla sera della festa che non sentivo più quella dannata vocina, e avevo attribuito tutto all'alcool. Ma in quel momento, sotto allo sguardo confuso di Scott davanti a me, ero A) sicura di non essere ubriaca, e B) non più tanto sicura di non essere pazza.

Direi che in questo momento hai problemi più grandi.

Giusto.

Con uno scatto superai il mio capo che, ancora confuso, mi lasciò passare. Mi infilai sotto al bancone del bar, mente lui si avvicinò a me con un sopracciglio sollevato.

«Che stai facendo?» chiese.

Io gli feci cenno di abbassare la voce.

«Tu non mi hai visto.» sussurrai.

Ma il ragazzo sembrò non capire.

Proprio in quel momento, un'altra voce familiare si aggiunse a pochi metri da me. Iniziai a pregare con tutta me stessa che non mi vedesse.

«Ciao, sto cercando una ragazza che mi hanno detto lavori qui.» disse, probabilmente rivolto a Scott.

Chi? Chi glielo aveva detto? Su chi dovevo riversare la mia ira funesta?

Il ragazzo mi lanciò un'occhiata stranita, e io iniziai a scuotere ripetutamente la testa, sperando che recepisse il messaggio.

«Vuoi dire Camille? Si, lei, ecco... è qua sotto.»

Ecco. Coglione.

Ha fatto bene! Alza il culo e affronta quel mezzo Dio greco, grazie.

Cristo santo, ero ufficialmente pazza.

Presi un respiro profondo e, a malincuore, mi vidi costretta ad alzarmi in piedi. Subito gli sguardi dei due ragazzi si posarono su di me, e io mi sistemai una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

«Si, ehm... come butta?» borbottai.

Cos'è, siamo tornati negli anni novanta? Ma come parli?

Taci, è anche colpa tua se sono in questa situazione.

Scott iniziò a passare lo sguardo da me al ragazzo, sempre più confuso, mentre quest'ultimo mi rivolse lo stesso sorrisetto malizioso dell'ultima volta in cui lo avevo visto.

Questa non è una storia d'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora