13. Okay, questo sì che è un appuntamento

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Di solito non mi truccavo molto, forse fu questo ad insospettire mia madre.

Dallo specchio del bagno riuscivo a vedere la sua espressione mentre, poggiata allo stipite della porta, mi osservava con un cipiglio stampato sul volto. Finii di passarmi il rossetto sulle labbra, per poi voltarmi verso di lei.

«Che c'è?» chiesi.

Lei incrociò le braccia al petto.

«Devi uscire?» domandò.

Infilai i trucchi che avevo usato nella trousse, per poi superarla e tornare in camera mia. Ovviamente, lei mi seguì.

«Sì, ho un appuntamento.»

Nel sentire quelle parole, mia madre sgranò gli occhi.

«Oh mio Dio... dici sul serio?» esclamò.

Io alzai gli occhi al cielo, sedendomi sul letto per infilare gli stivali. Erano alti, neri, con un po' di tacco. Sopra indossavo un vestito vinaccia in pizzo con la gonna a campana, e una giacca di pelle nera.

«Sì mamma, dico sul serio. Perché avete tutti questa reazione? Vi sembra così strano che io possa uscire con un ragazzo?» sbuffai.

Lei alzò le mani, scuotendo la testa.

«Lungi da me insinuare una cosa del genere, tesoro. Solo, quanti sono... cinque anni, che non uscivi con qualcuno?»

«Come sei drammatica.» borbottai.

Mi misi davanti allo specchio. I capelli lasciati sciolti mi sfioravano il seno, e gli occhi, carichi di mascara, parevano quasi essere verdi. In effetti era tanto che non mi mettevo in ghingheri per qualcuno. Sentivo già la mia integrità sgretolarsi e ridursi in coriandoli come metà del MCU dopo Avengers: Infinity War.

Mi voltai verso mia madre, e la ritrovai ad osservarmi con un sorriso ebete stampato sul volto.

«Oddio mamma, che succede?» mormorai.

Lei scosse la testa, facendomi un gesto con la mano.

«Niente, è solo che... sei così bella, Cami. Io e tuo padre siamo stati troppo bravi. Sei diventata una donna ormai, così grande ed indipendente, e arriverà presto un ragazzo ricco e bello che ti prenderà e ti porterà via da me.» disse, con occhi lucidi.

Io sospirai, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. Mi avvicinai a lei e le poggiai le mani sulle spalle, cercando il suo sguardo.

«Non ti devi preoccupare, mamma.» sussurrai, sistemandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio. «In realtà, sono io il ragazzo ricco e bello.»

Lei ridacchiò, annuendo.

Proprio in quel momento, dal piano di sotto, qualcuno suonò il campanello. Sentii un'improvvisa morsa di nervosismo stringermi lo stomaco, e mia madre dovette rendersene conto, perché subito mi afferrò la mano.

«Non ti preoccupare. Fidati, prima che tu te ne renda conto, lui sarà già innamorato perso di te.» sorrise.

«Già...» mormorai, più che altro a me stessa, «è questo che mi spaventa.»

Afferrai la borsa, la misi a tracolla e, velocemente, scesi le scale fino all'ingresso. Presi un respiro profondo e, quando mi sentii abbastanza pronta, abbassai la maniglia.

Ma non appena i miei occhi si furono puntati sul ragazzo davanti alla porta, non potei fare a meno di rimanere paralizzata.

Mia madre, dietro di me, mi affiancò sull'uscio, incrociando le braccia al petto.

Questa non è una storia d'amore Where stories live. Discover now