39. La danza del cigno nero e del cigno bianco

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Quand'ero piccola desideravo costantemente essere una principessa. Non quelle insulse come Cenerentola o Biancaneve, che aspettano pazientemente l'arrivo del principe azzurro. Ma quelle come Tiana, Merida, o Mulan. Ovvero delle principesse cazzute ed indipendenti, ma che in un secondo si infilavano un abito a confetto e diventavano belle da far paura.

Un po' mi ci sentii, quella sera.

Quando misi piede giù dalla macchina tirando su lo strascico del vestito per non pestarlo e Mike mi porse la mano come un vero gentleman per aiutarmi ad uscire, per un secondo mi sentii favolosa. Il mio migliore amico mi sorrise, per poi aiutarmi a sistemare il retro della gonna.

Mi presi un secondo per osservare la mia immagine riflessa nella portiera lucida dell'auto.

Mi ero vestita da cigno nero. L'abito era scuro, con una gonna di tulle ampia che ricadeva a terra e mi si trascinava dietro per mezzo metro. Il corpetto era la parte che amavo di più: una fascia di tessuto attorno al collo e una spaccatura sul petto che arrivava fino all'altezza della vita, lasciando la schiena completamente scoperta. 

Blue aveva ottimo gusto in fatto di vestiti.

Diedi una sistemata veloce ai capelli, tirati su in uno chignon basso e spettinato, per poi infilare la maschera. Era nera anch'essa, con delle piccole piume alle estremità. L'unica punta di colore, quella sera, era il rossetto sulle mie labbra, rosso carminio.

Mi sentivo bellissima. 

«Pronta?» chiese Mike, accanto a me.

Indossò la sua maschera dorata e mi sorrise, per poi porgermi il braccio. Io cercai di ricambiare il sorriso e intrecciai il mio braccio al suo.

Entrammo dall'entrata principale, che ci portò direttamente alla scalinata in ottone che dava sul salone decorato. Mi presi un secondo per ammirare il nostro lavoro. Le decorazioni dorate facevano da cornice alla scena. In basso, su un lato della sala, un gruppo di musicisti vestiti da gondolieri intonava delle melodiche serenate italiane, mentre dall'altro lato c'era la tavolata imbandita di stuzzichini e calici. Al centro alcune coppie avevano già iniziato a danzare. Scorsi Blue, nel suo abito celeste, volteggiare insieme ad un ragazzo della contabilità.

Strinsi la presa attorno al braccio del mio migliore amico e scesi le scale.

Harry e Cressida ci aspettavano sorridenti. Lui si era pettinato i capelli all'indietro con il gel e indossava un completo blu. Lei invece aveva messo un abito azzurro, e con i suoi capelli biondi e la sua bellezza naturale sembrava una versione live-action di Cenerentola. Lanciai un'occhiata a Mike, per intercettare la sua reazione, ma lui rimase impassibile. Sorrise di rimando, come se niente fosse.

«Mio Dio Cami... sei bellissima.» proruppe la mia amica, correndo ad abbracciarmi.

Ricambiai goffamente.

«Anche tu.» sorrisi. 

«Questo gala è un successo. Adrien e Scott hanno già raccolto un sacco di donazioni!» esclamò Harry, entusiasta.

Nel sentire quelle parole, mi bloccai.

«Scott è già qui?» chiesi, cercando di sembrare indifferente.

L'altro annuì.

«Sì, lui e Henny sono arrivati prima per aiutare a sistemare gli ultimi dettagli. Dovrebbero essere... ecco, sì, sono lì.» disse, indicando un punto al lato opposto della stanza.

Mi voltai, per poi bloccarmi di nuovo.

Scott e Henny erano uno accanto all'altra, a parlare con alcuni uomini di fianco al tavolo degli stuzzichini. Lei era bellissima, come al solito. Indossava un abito color argento a sirena, perfetto per il suo fisico slanciato, con una maschera abbinata. I capelli dorati le ricadevano perfettamente mossi sulle spalle. Rideva, sfiorando il braccio di Scott di tanto in tanto.

Questa non è una storia d'amore Where stories live. Discover now