CAPITOLO PRIMO - parte 1

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L'acqua fredda scorreva sul corpo nudo della ragazza, lavando via il sangue che ricopriva le sue esili braccia, le gambe e le natiche.
Con gli occhi chiusi, Rouge lasciò che il getto d'acqua le scivolasse sulla faccia, ed aprì la bocca lasciando che le bagnasse l'interno delle labbra.
Era un volto magro e stanco il suo, ma sempre bellissimo.
Fin da bambina aveva avuto lineamenti fini e femminili; il naso era piccolo, le labbra delicate, gli occhi profondi ed intelligenti.
Peccato che ormai fossero così maledettamente spenti.
Uscì dalla doccia infreddolita, ed agguantò un asciugamano per poi passarlo con cura su tutto il corpo, asciugando con maggiore delicatezza le parti ferite.
Osservò le ginocchia sbucciate, passandovi sopra le dita magre. Un sospiro tremante uscì dalla sua bocca senza che se ne accorgesse, ma lo soffocò subito ed infilò i suoi vestiti vecchi e strappati.
Il padrone non si preoccupava mai di comprarne di nuovi, diceva che tanto le servivano solo per andare ad uccidere, perché per il resto del tempo poteva stare anche nuda.
Il padrone era un uomo di quarantatrè anni, con un fisico abbastanza esile ed un tatuaggio a forma di croce sul lato destro del collo.
Rouge viveva con lui da molto tempo.
Più di quanto ne ricordasse.
Quell'uomo non era esattamente una buona persona, ma Rouge non aveva nient'altro che lui nella sua misera vita ricolma di dolore; ed era talmente abituata alla pessima condizione in cui era costretta a vivere ormai da troppo tempo, che non sperava mai in niente di meglio.
Uscì dal bagno e si diresse dritta nella sua camera; era stanca, sentiva i muscoli reclamare ad ogni suo passo ed aveva estremo bisogno di riposare. Tuttavia, nel momento in cui la sua mano si appoggiò sulla maniglia della porta, sentì le braccia del padrone avvolgersi con forza attorno alla sua schiena magra.
"Non ora, ti prego" pensò, mentre l'uomo aveva già iniziato a tirarla via con sé. Le afferrò ambe le spalle e la spinse a terra, senza dire una sola parola.
Rouge ascoltò il rumore della zip dei pantaloni che si abbassava; un suono corto e dannatamente fastidioso, che era per lei così tanto familiare.
Iniziava sempre tutto così, con quel suono.
Il padrone si inginocchiò a terra e si sdraiò su di lei, ansimando.
Questo era uno dei compromessi che le imponeva in cambio della sua ospitalità.
Il secondo, erano gli occhi.
Il padrone era un folle sadico, dannatamente attratto dagli occhi umani. Il compito della ragazza era quello di uccidere, prelevare gli occhi dai cadaveri e consegnarglieli ogni volta che lui gliene faceva richiesta.
Solitamente la ragazza era costretta a fare questo almeno una volta alla settimana; per quanto riguarda l'altro compromesso, invece, doveva farlo semplicemente ogni volta che il padrone ne aveva voglia.
L'uomo sfogò su Rouge la sua frustrazione, ed al termine del rapporto la liberò dalla sua presa.  Soddisfatto si alzò in piedi, dirigendosi in cucina con aria spavalda.
La ragazza lo osservò stappare una bottiglia di birra, mentre si infilava nuovamente i pantaloni; un velo di tristezza copriva i suoi occhi, ma scosse il capo e si diresse verso la porta della sua stanza. Non aveva il diritto di essere triste.
Stavolta riuscì ad aprirla, e si buttò subito sul letto, sprofondando la testa nel cuscino.
Fu un sollievo sentire i muscoli rilassarsi lentamente, e chiudere gli occhi lasciandosi cullare dal silenzio che aleggiava nella stanza vuota.
Aveva solo bisogno di dormire, adesso.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora