CAPITOLO QUINDICESIMO - parte 1

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Tyler deglutì e spostò nervosamente lo sguardo da Rouge al padrone. Non sapeva a quale segreto lui si riferisse, ma non poteva fare a meno di spaventarsi. Forse aveva fatto un torto a Rouge, in passato. Una cosa che lui stesso ignorava.
-Non so di cosa tu stia parlando- disse al padrone, continuando a tenere la sua testa dentro al mirino.
-Ah, davvero? Ma che peccato, sarà uno shock anche per te scoprirlo, dunque- rispose lui sorridendo compiaciuto. -Lo vedi, Rouge?- disse poi girando gli occhi in direzione della ragazza -Io ti ho dato molto. Ma lui? Lui cosa ha mai fatto per te?-.
-Taci!- gridò Tyler -È ovvio che sta cercando di salvarsi la pelle, Rouge! Si comporta così solo perché ha paura del coltello che tieni in mano!-.
La ragazza passò gli occhi sui due uomini, confusa e terrorizzata. Su chi dei due doveva puntare l'arma?
-Quale segreto?- ripeté.
-Te lo dico io- rispose il padrone prontamente -Lui è... L'assassino dei tuoi genitori. Fu lui ad ucciderli, quanto avevi undici anni-.
Rouge sentì le gambe cedere sotto al suo peso, e riuscì a restare in piedi per miracolo. Questo non poteva sopportarlo.
Era troppo.
Troppo.
Ripercorse con la mente quel momento: rivide la figura incappucciata che sterminava la sua famiglia a sangue freddo.
Non poteva credere che si trattasse di Tyler.
L'uomo lasciò cadere la mandibola inferiore.
-No, non è...non...non è possibile- balbettò spaesato. Contro la sua stessa volontà, tuttavia, in quel momento ricordò. Era stato mandato ad uccidere una giovane coppia, nove anni prima. Quel lavoro era il quinto che gli era stato assegnato dopo la orribile vicenda di Giusy. Il padrone aveva richiesto un lavoro pulito e preciso, che avrebbe permesso a Tyler di riguadagnarsi la stima del suo datore di lavoro.
Era entrato in quella casa di sera, ed aveva ucciso quella coppia. C'era anche una bambina, lì con loro. Aveva circa dieci anni o pochi più, capelli castani ed occhi profondi. Era fuggita via, piangendo e urlando.
Quella bambina era Rouge.
Tyler tornò a concentrarsi sul presente; il padrone lo stava guardando con un lieve sorriso sulle labbra e la pistola ancora puntata al suo volto, mentre Rouge era in piedi, immobile, e lo fissava. Ma il suo sguardo era diverso.
Come biasimarla.
-Non po-posso cre-de-rci- balbettò singhiozzando -Sei... Sei stato tu!-.
Tyler scosse la testa -Io non lo sapevo, Rouge. Ero lì per ordine del datore di lavoro... Stavo... Stavo solo facendo ciò che lui mi aveva chiesto!-.
Ma la ragazza non sembrava neanche più ascoltarlo. Piangeva, tremava, e puntava i suoi occhi carichi d'odio e paura in quelli di lui. -Hai rovinato la mia vita- disse stringendo la presa sul coltello.
Il padrone sorrideva, consapevole di essere riuscito a capovolgere la situazione a suo favore. Non gli restava che godersi la scena.
-Rouge, ti prego, ragiona- disse ancora Tyler -È esattamente questo che lui vuole che tu faccia-.
Ma Rouge non poteva più sentirlo. Aveva già compiuto un rapido scatto in avanti, con il coltello sollevato.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now