CAPITOLO SECONDO - parte 1

983 144 18
                                    

Quella notte fu per Rouge molto difficile da superare; riuscì ad addormentarsi solo a notte fonda, e finì per sognare quella che era stata la sua famiglia.
Fortunatamente le capitava molto di rado, perché ogni volta fare sogni di quel tipo era per lei un vero e proprio trauma.
Rouge si rifiutava di pensare al suo passato, di ricordare i momenti felici vissuti assieme alla sua famiglia; era un meccanismo di difesa, il suo.
Non poteva riportare alla mente la felicità di una vita normale, priva di tutto l'orrore che adesso era costretta a sopportare.
Ma la notte portava con sé tutte le verità che la ragazza si ostinava a voler scacciare, ed il suo cervello era libero di vagare nei ricordi e mostrarglieli, nitidi e maledettamente dolorosi.
Era stata una bambina normale fino all'età di unici anni.
Poi accadde.
I suoi genitori vennero uccisi davanti ai suoi occhi, e da quel giorno la sua vita fu destinata a cambiare per sempre.
Rouge ricordava bene quel maledetto momento, era impresso nella parte più profonda ed intima della sua mente.

Un uomo incappucciato aveva fatto irruzione nella loro casa, ed aveva sparato in fronte a suo padre, poi a sua madre.
In preda al terrore ed alle lacrime, la bambina era riuscita a scappare fuori dell'appartamento, ritrovandosi così per strada, sola e indifesa.
Da quel momento aveva dovuto imparare a sopravvivere.
Al dolore.
Alla fame.
Alla solitudine 
Rischiò di morire assiderata in quel maledetto inverno, e non riuscendo a reperire sufficiente cibo era fortemente denutrita. Il suo corpo era diventato un debole mucchio d'ossa.
Poi un giorno, come fosse stato inviato dal cielo, un uomo arrivò da lei e le offrì con gentilezza il suo aiuto.
Rouge non avrebbe mai dimenticato il momento in cui l'aveva visto avvicinarsi a lei ed accarezzarle la guancia con dolcezza.
-Vieni con me, ti darò qualcosa da mangiare-.
Nella situazione in cui si trovava, la povera ragazza accettò l'invito di quell'uomo gentile, ed ai suoi occhi infantili il padrone apparve quasi come un angelo, sceso dal cielo per salvarla da una miserabile vita.
Impiegò poco tempo, tuttavia, a realizzare che era esattamente il contrario.
I primi tempi la ragazzina si rifiutava di collaborare, piangeva, di dimenava, cercava di scappare; così il padrone la tenne rinchiusa nello sgabuzzino, ove entrava solo per portarle da mangiare o abusare di lei.
Il primo anno fu un vero inferno, ma con il tempo Rouge aveva imparato a smettere di piangere.
Aveva accettato la sua condizione, e con il corpo martoriato dai pugni, aveva imparato a non far più arrabbiare il padrone.
Ogni volta che lui richiedeva i suoi servigi, lei si spogliava senza fare storie e chiudeva gli occhi per tutto il tempo, immaginando di essere in un altro posto qualunque.
All'inizio questo funzionava, ma poi il padrone aveva iniziato a ferirla e picchiarla durante il rapporto; pian piano, aveva dovuto imparare a sopportare anche questo.
Solo all'età di diciassette anni il padrone iniziò a restituire a Rouge un pò della sua libertà, permettendole di uscire solo ed esclusivamente per fornirgli gli occhi.
Anche in questo caso i primi tempi furono durissimi: Rouge non avrebbe mai voluto fare male a delle vittime innocenti.
Ma il padrone ormai era tutto il suo mondo, e non avrebbe mai osato disobbedire ud uno qualunque degli ordini che le impartiva.
Era diventata una marionetta.
E quel sadico uomo muoveva i suoi fili.
Con il tempo Rouge divenne sempre più abile nell'uccidere, e si accorse che facendolo riusciva a sfogare la sua rabbia repressa.
Amava togliere la vita alle persone, vederle esalare il loro ultimo respiro, per poi strappare i loro occhi.
Il padrone le fornì una maschera ed un paio di guanti dotati di unghie di ferro.
-Senza collare il mio cane non verrà riconosciuto- diceva con aria soddisfatta. Ciò che intendeva è che con il volto coperto Rouge non sarebbe stata riconoscibile.
Il padrone le richiedeva un paio di occhi a settimana, di uomini e donne di tutte le età.
Questa era l'unico ordine che Rouge non aveva mai rispettato pienamente: aveva detto al padrone di avergli sempre portato occhi di ambi i sessi, ma in realtà erano tutti proveniente da cadaveri di donne.
Sì, perché aveva sviluppato un totale rifiuto nei confronti del sesso maschile; ed anche nelle occasioni in cui era stata costretta ad uccidere degli uomini, non vi si era mai avvicinata abbastanza da prelevarne i bilbi oculari.
Questa era forse l'unica debolezza di quella che era diventata un'assassina esperta ed infallibile.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora