CAPITOLO TREDICESIMO - parte 2

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La tensione nell'aria era palpabile. Tyler passò gli occhi sulle statuette di marmo poste sul davanzale, e con voce incerta disse:
-Non sono qui per parlare di noi, anche se vorrei perché non mi hai mai dato la possibilità di spiegarti come stanno le cose...- sospirò e continuò: -Sono qui per proteggerti-.
Annie scosse la testa ed aggrottò la fronte. -Sei ridicolo, Tyler. Da cosa dovresti proteggermi? Da mio marito? Dovresti crescere e smettere di ragionare come un bambino. La nostra storia è finita da anni e...-.
-Annie!- gridò lui coi nervi a fior di pelle, sbattendo i pugni sul tavolo.
Il grido attirò il nuovo marito della donna, che entrò nella stanza con uno sguardo allarmato e minaccioso.
-Va tutto bene, tesoro- lo rassicurò lei -Ancora un minuto-.
Tyler attese che lui uscisse nuovamente, ignorando lo sguardo di disprezzo che gli lanciò, poi disse: -Ti ho detto che non sono qui per parlare di questo. Sei tu quella che dovrebbe guardare oltre questa storia, Annie-.
-Allora sentiamo, parla- rispose lei scocciata, intrecciando le braccia sul petto.
-Non posso dirti molto, purtroppo. Ma voglio che tu sappia che qualcuno tenterà di farti del male, per vendicarsi di me. Quindi ti prego, scappa. Va in un posto dove non possano trovarti, e restaci per un mese almeno. Avete molti soldi, quindi magari ingaggia una guardia del corpo o...-.
-Ma di che diavolo stai parlando?- esclamò la donna spalancando gli occhi. Aveva la faccia di chi non crede a una sola parola di ciò che sta sentendo.
-Non importa. Devi solo ascoltarmi e fare ciò che ti ho detto, voglio avere la certezza che tu sia al sicuro-. Tyler parlava con voce decisa, adesso. Voleva essere sicuro che lei si rendesse conto della gravità della situazione, e che agisse di conseguenza. Non poteva certo raccontarle che lavorava da oltre dieci anni per l'assassino di Giusy in modo che quest'ultimo non facesse del male anche a lei, e che ora stava andando ad ucciderlo per proteggere una ragazza che a malapena conosceva, mettendo in pericolo se stesso ed i suoi cari.
Avrebbe voluto raccontarle tutto questo, certo; togliersi quel peso dalle spalle sarebbe stato un sollievo enorme, ma sapeva che lei non avrebbe mai capito.
-Mi stai spaventando- disse Annie con i polsi premuti sulla superficie liscia del tavolo.
-Devi spaventarti- disse lui alzandosi in piedi di scatto -Ti prego fa come ti ho detto, io devo andare adesso-.
Non le diede nemmeno il tempo di rispondere, questa volta, perché si fiondò fuori dalla stanza a passo svelto.
Vicino alla porta d'ingresso trovò il nuovo marito di Annie, con la schiena puntata contro ad una colonnina di marmo e lo sguardo altezzoso.
-Grazie dell'ospitalità- esclamò Tyler in tono ironico mentre passava accanto a lui.
Aprì la porta e la richiuse dietro di sé, poi attraversò frettolosamente il giardino. Salì in macchina e mise in moto.
Era stato una sola volta a casa del datore di lavoro, quindici anni prima, in occasione della sua assunzione. Nonostante questo, più volte in tutto quel tempo aveva percorso la strada che vi conduceva con l'intenzione di vendicare la sua amata Giusy, tornando però sempre indietro una volta giunto a metà strada.
Stavolta, però, le cose sarebbero andate in modo diverso.
Tyler stringeva forte il volante, mentre si avvicinava alla meta.
Era pentito solo di aver trovato la forza di farlo soltanto adesso.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now