CAPITOLO QUARTO - parte 2

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Rouge sentì le sue braccia bloccate, e realizzò che quell'uomo le teneva saldamente premute contro alla parete. Doveva aver notato gli artigli.
-Chi sei?- esclamò senza mollare la presa, visibilmente teso. A causa della maschera non poteva vedere il volto di Rouge, ma aveva comunque potuto notare che si trattava di una ragazza.
L'uomo aveva un volto molto semplice; la barba trascurata, i capelli scuri e corti e le rughe sulla fronte dipingevano il suo volto intelligente. Il corpo era quello di un cinquantenne forte; una quantità non eccessiva di muscoli percorreva gli arti robusti, che sembravano abituati a faticare da una vita.
Rouge iniziò subito a dimenarsi. Un brivido le attraversò l'intero corpo quando realizzò che quell'uomo la stava toccando, e le era troppo, troppo vicino.
-Lasciami!- gridò tentando invano di sfuggire a quella fresa tanto forte.
-Shhh!- fece lui premendole la maschera sulla bocca -Così sveglierai tutto il palazzo!-.
Ma la ragazza continuò a dimenarsi, mugolando. Percepiva chiaramente sulle braccia la stretta salda delle mani di lui, e nel contempo il suo cervello era già molto oltre. Le sembrava già di vederselo addosso, con il fiato sul collo.
-Lasciami- esclamò ancora, anche se con meno energia. Aveva ormai capito che non sarebbe riuscita a sfuggire a quella presa.
-Ok, ascolta- disse lui -Se mi prometti che non scapperai e soprattutto che non urlerai, io ti libero subito... Puoi promettermelo?-.
Rouge si fermò. Respirava affannosamente, e la sua mente era confusa. Tuttavia, per una qualche ragione, le parole di quell'uomo le erano sembrate così vere, semplici, sincere.
Nonostante il suo odio profondo verso quell'individuo, scaturito dal semplice fatto che lui fosse un uomo, Rouge si calmò.
-Prometti?- chiese ancora lui.
La ragazza annuì muovendo leggermente il capo.
-Ok-. L'uomo sollevò molto lentamente la mano che premeva sulla maschera, poi altrettanto lentamente liberò le braccia di Rouge dalla sua presa.
La ragazza non si mosse dalla sua posizione, ma si limitò a seguirlo con lo sguardo mentre si allontanava di qualche passo per chiudere la porta d'ingresso.
-Brava- la lodò l'uomo tornando ad avvicinarsi. -Spero tu non abbia intenzione di usarli contro di me- disse sorridendo, mentre indicava gli artigli posti sui guanti di Rouge.
La ragazza non rispose.
-Senti, questa è sicuramente una situazione scomoda per entrambi... Io non ti chiederò perché tu sia armata e sporca di sangue, e tu non chiederai a me che cosa sto facendo qui- disse con aria seria -Ci stai?-.
Ancora nessuna risposta.
-Qualcosa mi dice che tu abbia bisogno d'aiuto... È così?-.
Silenzio.
Alla fine, l'uomo si avvicinò a lei con l'intento di assicurarsi che stesse bene; fece un passo avanti ed allungò una mano, poggiandola sulla sua spalla.
-Non mi toccare!- gridò subito Rouge saltando via di lato; i battiti del suo cuore accellerarono, i suoi nervi si fecero tesi ed il suo corpo iniziò a tremare.
-Ok, ok, tranquilla-esclamò ancora lui sollevando entrambe le mani in segno di buone intenzioni -Non sapevo che non volessi essere toccata, ti chiedo scusa-.
Rouge premette la schiena contro al muro, per stare più distante possibile. Non riusciva più a ragionare, una paura profonda ed irrazionale si fece strada nella sua mente, annebbiando i pensieri.
-Devono averti fatto proprio male per aver cancellato del tutto la tua fiducia nelle persone- esclamò ancora l'uomo con aria triste. -Io sono Tyler-.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now