CAPITOLO DECIMO - parte 2

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-Mi dispiace- balbettò Rouge timidamente. Non lo diceva soltanto per farlo sentire meglio; le dispiaceva davvero. Anche lei sapeva che cosa volesse dire soffrire per la morte di qualcuno. Ricordava ancora perfettamente quella sera in cui i suoi genitori vennero brutalmente uccisi davanti ai suoi occhi da quell'assassino incappucciato.
Lei aveva perso i genitori, lui aveva perso la figlia; chissà, sarebbe potuto anche diventare il suo papà.
"Che pensiero stupido" si disse Rouge interrompendo il flusso dei suoi stessi pensieri.
-Non preoccuparti se non ti va di parlarmi di te- le disse Tyler notando la sua strana espressione. -Lo farai quando vorrai-.
L'uomo si alzò dal divano e prese una foto posta in una cornice sopra alla libreria, e la passò alla ragazza. -Guarda- le disse.
Rouge afferrò la cornice e la guardò. Era una foto di famiglia; ritraeva Tyler, più giovane e sereno, con il braccio sinistro avvolto attorno alle spalle di una giovane donna bionda, ed il destro poggiato sulla testa di una graziosa bambina.
-È meravigliosa- disse la ragazza senza pensarci troppo. -È una foto splendida... Sembrate tutti felici-.
-Lo eravamo, infatti- rispose lui. Tornò a sedersi e disse: -Sai qual'è il motivo per cui lavoro ancora per la persona che uccise mia figlia?-.
Rouge abbassò lo sguardo. Era esattamente quello che avrebbe voluto chiedergli.
-Perché adesso minaccia di uccidere anche lei, la madre di Giusy...-.
Nella stanza calò il silenzio.
Rouge intrecciò le dita e puntò lo sguardo a terra. Adesso tutto aveva senso, e si rendeva conto di quello che aveva dovuto sopportare quell'uomo fino ad ora.
-Dapprima ho cercato di ucciderlo, di fargliela pagare... Ma... È un uomo troppo potente, per arrivare a lui dovrei vedermela con tutti i suoi soci e seguaci... Non avrei alcuna possibilità di riuscita-. Sospirò, e continuò a parlare: -E così... Non mi resta altro che continuare a lavorare per lui, in modo da difendere almeno mia...mia...mia moglie. Mi piace continuare a chiamarla così-.
-Lei lo sa?- chiese Rouge, timorosa di aver fatto una domanda inappropriata.
-No, assolutamente. Non sa nulla, e credo che adesso si sia trovata anche un nuovo compagno... Non so se è già sposata-.
La ragazza sentì un nodo stringersi in gola. L'uomo che aveva davanti, era la massima espressione dell'amore incondizionato. La donna di cui parlava non era a conoscenza di niente, e lo aveva abbandonato dieci vent'anni prima con la loro bambina in braccio. Tyler adesso avrebbe potuto fregarsene di lei, ma non lo aveva fatto. Per venti lunghi anni aveva lavorato per l'assassino di Giusy, al fine di proteggere almeno sua madre.
Chiunque avrebbe pensato che Tyler si stesse comportando da sciocco, ma non era così. Semplicemente quell'uomo aveva annullato la sua esistenza, con il fine di fare esclusivamente del bene a coloro che ama.
-A proposito di questo, Rouge- disse Tyler interrompendo i pensieri della ragazza -Stanotte devo uscire per un lavoro, ma tu non muoverti da qui, ok?-.
-Va bene- rispose lei -Cosa devi fare?- chiese con innocente curiosità.
-Devo coprire un omicidio avvenuto la scorsa settimana, devo solo mettere dei fogli con su scritte delle preghiere sataniche in una casa... È così che spesso copro gli omicidi del mio datore di lavoro. Far credere alla polizia che si tratti di sacrifici umani è l'unico modo, dato che ogni volta lui strappa gli occhi ai cadaveri. Non so perché lo faccia-.
Il cuore di Rouge mancò un colpo.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon