CAPITOLO SESTO - parte 1

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Rouge si stese nel letto, e dormì diverse ore. Era stanca e confusa a causa di quello che era accaduto quella notte. Per qualche ragione, l'incontro con quell'uomo l'aveva segnata nel profondo. Da quando viveva con il padrone non aveva mai più parlato con nessun altro che non fosse lui, tantomeno aveva fatto qualcosa per soddisfare la sua curiosità.
Dormì beatamente, fino a che alle undici non venne svegliata dal cigolio della porta che si apriva.
-Cane, alzati- disse il padrone freddamente. Si era appena rasato i capelli ed ora il tatuaggio sul suo collo era molto più visibile. Ritraeva una croce dalla forma molto semplice.
Rouge si alzò dal letto ubbidiente e rivolse il suo sguardo all'uomo, aspettando che le dicesse cosa voleva.
-E piantala di dormire sempre, non è un albergo questo- ghignò agitando le mani -Devo uscire per affari-.
La ragazza chinò il capo ed annuì.
Il padrone uscì dalla stanza ed afferrò lo zainetto che teneva appeso assieme al cappotto, e sistemandolo sulla sua schiena se ne andò.

...

Rouge era seduta sul divano della piccola sala, e fissava con lo sguardo vuoto lo schermo nero della tv spenta.
Il suo corpo rabbrividì quando il padrone rientrò sbattendo la porta contro al muto.
-Merda!- gridò lanciando a terra lo zaino. Si avvicinò rabbiosamente a Rouge, con un ghigno dipinto sul volto, e la ragazza, timorosa di essere picchiata, si sfilò i pantaloni con un gesto rapido.
-Non voglio scoparti, troia!- gridò lui afferrandola per i capelli con la mano destra -Voglio che te ne vada in camera!- gridò ancora.
La ragazza non se lo fece ripetere e scattò in piedi tirando sù i pantaloni velocemente, per poi dirigersi verso la propria stanza.
Si mise a sedere sul letto e portò le mani alla faccia.
Perché il padrone la trattava così?
Lei si impegnava al massimo, sempre.
Ma allora perché questo non bastava mai?
Appoggiò la testa al materasso e fissò il soffitto bianco sopra di sé; le venne ancora in mente il volto di quell'uomo, Tyler. Le aveva dato appuntamento al parco, quella notte.
Non aveva idea di cosa volesse da lei, ma non le era sembrato affatto una persona cattiva. Al contrario, in sua presenza si sentiva bene. Si sentiva...Protetta.
Forse Tyler avrebbe potuto difenderla dal padrone...
"Ma no, che dico" pensò "Non posso scappare dal padrone. A lui devo tutto...".
Nonostante non lo ammettesse nemmeno a sé stessa, Rouge sapeva che il padrone era un uomo orribile. Solo che, forse per paura, non sarebbe mai riuscita a ribellarsi a lui.
Ed era una cosa anche piuttosto stupida, dal momento che lei era un'assassina provetta.
Il suo era un blocco psicologico, causato dal fatto che il padrone l'aveva praticamente cresciuta e sottomessa per tutto quel tempo.
Un blocco che forse non avrebbe mai potuto distruggere.
Pensò a lungo a Tyler, e soprattutto si chiese se valeva la pena disobbedire al padrone per andare al suo appuntamento. Per farlo avrebbe dovuto scappare dalla finestra, e sperare che lui non si accorgesse di nulla.

Dopo aver pensato a lungo, decise di andare.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now