CAPITOLO SEDICESIMO - parte 1

602 107 10
                                    

Rouge aveva gli occhi chiusi. Sentiva la sirena assordante dell'ambulanza, e le tante mani che la toccavano. Udiva le voci dei medici che parlavano tra loro, ma non riusciva a dare un senso a quello che stavano dicendo.
Poi nero.
Perse conoscenza.

....

Tyler era seduto su una sedia, proprio accanto al letto bianco su cui era adagiata Rouge.
I medici avevano detto che era stata fortunata, perché la pallottola la aveva colpita alla spalla e non aveva quindi lacerato alcun organo vitale. Aveva perso molto sangue, tuttavia, ed era stata quindi necessaria una trasfusione.
Adesso Tyler era immobile, con la testa retta dalle mani, a fissare la flebo appesa al braccio della ragazza. Si sentiva in colpa per molte cose: per aver capito troppo tardi in che situazione si trovasse Rouge, per non aver avuto la forza di uccidere il padrone prima, per aver realizzato soltanto adesso di essere l'assassino dei suoi genitori.
Si chiedeva come avrebbe reagito, una volta sveglia. Lo avrebbe odiato, oppure le cose sarebbero tornate come prima?
Non si aspettava certo la sua comprensione; infondo ciò che aveva fatto era imperdonabile; però sperava che lei avrebbe capito.
Dopo diverse ore, finalmente la ragazza aprì lentamente gli occhi.
Ciò che dapprima vide fu il soffitto bianco della sua stanza d'ospedale, poi girò lo sguardo ed incrociò quello di Tyler. Sembrava così teso e preoccupato; la guardava con gli occhi lucidi e le labbra strette.
-Rouge- disse afferrandole una mano. -Stai bene?-.
La ragazza sospirò e si guardò ancora una volta intorno, per poi tornare a posare gli occhi sul volto di Tyler.
La stava fissando preoccupato ed impaziente.
-Sì- rispose lei con voce debole. Non era affatto vero, però: le ferite bruciavano da impazzire, e la testa le faceva malissimo. Per non parlare della spalla, poi.
-Mi dispiace....mi dispiace per tutto quanto- disse ancora lui -Se vuoi odiarmi hai tutte le ragioni per farlo-.
Rouge accennò un lieve sorriso, e disse: -Non ti odio-.
Nulla in quel momento avrebbe potuto rendere Tyler più felice. Era così contento che finì per piangere, abbracciando con delicatezza la ragazza. -È tutto finito, adesso- le disse all'orecchio -Per quanto orribile sia stato, è tutto finito-.
In quel momento Rouge sentì un buco aprirsi nello stomaco. Il pensiero che il padrone fosse morto non poteva che darle sollievo, ma nonostante questo provava anche una sensazione di vuoto profondo. Aveva vissuto con lui nove anni, e nonostante tutte le sofferenze che aveva dovuto sopportare, quella era la sua vita. Che avrebbe fatto, adesso che il padrone era solo un brutto ricordo?
Mentre la ragazza era avvolta in questi pensieri, dalla porta della stanza entrarono due uomini in divisa.
-Tyler Connett?- chiese uno di loro.
-Sì, sono io- rispose lui. Aveva dichiarato la sua identità, all'ingresso in ospedale. Non gli importava se sarebbe stato processato.
-La prego di seguirci-.
Tyler si alzò in piedi.
-Aspetta!- gridò Rouge -Tu...-.
-Stai tranquilla- la rassicurò lui accarezzandole la testa -Questo è ciò che avrei già dovuto fare dieci anni fa-.
Mentre la ragazza guardava in silenzio le tre figure che si allontanavano, capì.
Tyler era stato accusato della morte di Giusy, ma non era mai stato acciuffato dalla polizia. Adesso invece si era lasciato prendere, e probabilmente sarebbe stato indagato anche per i maltrattamenti che il padrone aveva inflitto a lei.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now