CAPITOLO TERZO - parte 2

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Stralcio di un vecchio articolo di giornale:
"...unge notizia del ritrovamento, nella tarda notte di ieri sera, del corpo di Giusy Connett, la bambina di tredici anni scomparsa dieci giorni fa. Il corpo è stato rinvenuto nella perife.."
Parte del testo illeggibile.
"Sono ancora in corso le indagini, la polizia ha catalogato il caso come omicidio premeditato. Al momento, l'indiziato numero uno è il padre di Giusy, il signor. Tyler Connett. L'uomo, che pare abbia già precedenti penali, legat...".

Tyler lesse ancora una volta il pezzo di carta strappata, ormai ingiallito e stropicciato a causa dello scorrere inarrestabile del tempo.
Sospirò, appoggiando la schiena alla sedia, e lo lasciò scivolare via dalla mano destra, mentre con la sinistra accarezzava il suo mento, coperto dalla barba troppo cresciuta. Il pezzo di carta compì un giro su sé stesso a mezz'aria, prima di appoggiarsi sul ripiano di legno.

...

Rouge attese impaziente la sera. Aveva bisogno di conficcare le unghie nella carne di una vittima, di osservare lo scorrere di quel liquido cremisi sulla pelle tremante, di incrociare lo sguardo di qualcuno e vederci dentro il terrore puro. Questo la avrebbe aiutata a non pensare, a tirarsi un pò sù.
Uscì dalla casa del padrone con la maschera a coprirle il volto ed il cappuccio della felpa rossa calato sulla testa, respirando a pieni polmoni l'aria fresca della notte.
Nonostante indossasse dei pesanti stivali neri, Rouge si muoveva con passi leggiadri e silenziosi. Le mani munite di artigli di ferro erano affondate nella tasca della felpa.
Il pardone abitava in periferia; era una zona piuttosto malfamata, abitata soprattutto da scarti della società. Un grande fazzoletto di terra piatta su cui erano stati alzati innumerevoli palazzoni dall'aria tetra.
Rouge si incamminò lungo una stretta scorciatoia che si faceva strada immezzo ad un gruppo di palazzi, e giunta alla sua fine si ritrovò faccia a faccia con una delle strade principali.
"Occhi marroni. Di uomo" pensò, rivedendo nella sua mente il volto serio del padrone mentre pronunciava quelle parole, allacciando i pantaloni.
Scrollò lievemente la testa. Non avrebbe di certo obbedito all'ordine.
Ciò che doveva fare adesso, era cercare una donna con gli occhi del colore richiesto; cosa piuttosto facile, tra l'altro, dato che il marrone è un colore diffuso.
Rouge continuò il suo cammino.
Era un corpo molto esile, il suo; guardandosi nuda allo specchio, poteva vedere chiaramente la forma delle costole e delle clavicole, e le ossa del bacino risultavano più sporgenti del normale.
I capelli castani erano lisci, e lunghi fin sotto alle spalle; morbidi per loro natura e sempre scompigliati. Quando era piccola, sua madre amava accarezzarli e spazzolarli.
-Vorrei anch'io dei capelli così belli- diceva sorridendo. I suoi erano molto ricci, ma della stessa gradazione di colore di quelli della figlia.
Rouge si fermò di colpo, piantando i piedi a terra. C'era una donna, al terzo piano di un palazzo davanti a lei, con il busto sporgente fuori dalla finestra. Teneva una sigaretta accesa in mano, ed ogni tot di tempo la portava alla bocca ed aspirava, facendo illuminare di intensa luce arancione il lato opposto della sigaretta. Il buio impediva di vedere chiaramente la sua immagine, ma la debole luce che proveniva dal suo appartamento illuminava i suoi cappelli corti e castani; era molto probabile che gli occhi fossero dello stesso colore.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now