5 - Ponente, 6 anni e 26 giorni fa (I)

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Il giorno successivo, Agata fu svegliata dal tono eccitato delle amiche. Le bastò un attimo per ricordarsi il motivo: era il giorno del ballo di fine anno, l'ultima festa prima dell'inizio delle vacanze. Holly Dee, Isaba e il Comitato Eventi avevano lavorato otto settimane per preparare la "festa universitaria più grandiosa di sempre", come la descriveva in continuazione Isa.

Avevano ottenuto l'autorizzazione a utilizzare il parco dell'università, che sarebbe stato allestito come se fosse la mappa del mondo in scala ridotta. L'area Ovest, dove si trovavano la mensa e la segreteria, sarebbe stata ovviamente Ponente, mentre l'ala Est, dove c'erano i palazzi dei comitati e i campi sportivi, Levante. 

L'edificio del rettorato era posizionato proprio al centro del parco e tagliava il terreno a metà; era dunque perfetto per rappresentare la catena montuosa. Con la porta principale spalancata, gli studenti sarebbero potuti passare con facilità da un continente fittizio all'altro. 

Il Comitato Eventi non aveva avuto molto tempo per allestire l'area della festa; fino alla mattina del giorno precedente, la sede universitaria era stata infatti bloccata per gli esami della sessione. Il volenteroso gruppetto di organizzatori aveva avuto dunque a disposizione solo un giorno e mezzo per ultimare i preparativi.

«Non ci posso credere» stava dicendo Isaba in quel momento. «Sapevo che non mi sarei dovuta assentare ieri, manco qualche ora e si creano una marea di casini».

La ragazza si stava infilando concitatamente un paio di scarpe di tela. «Ma mi sentivo m-a-l-i-s-s-i-m-o, non potevo rischiare di stare male alla festa» si lamentò teatralmente. 

«Isa, mi dispiace. Se le sculture di ghiaccio non sono arrivate con la spedizione di ieri, è impossibile che arrivino in tempo...» Holly Dee sembrava mortificata, ma non poteva di certo essere colpa sua se c'era stato un problema con la spedizione. Holly era responsabile della musica, non dell'allestimento. Erano giorni che stava dietro a decine di gruppi musicali, per far sì che tutte le zone del parco ospitassero concerti. 

Agata sgattaiolò in bagno prima che la risucchiassero in quei discorsi futili.

«Cosa hai fatto lì?» Astrid era in piedi accanto a lei, di fronte allo specchio che ricopriva interamente una delle pareti. 

Agata si era appena tolta la maglietta del pigiama e l'amica aveva notato i graffi sulle braccia: cinque per braccio, in corrispondenza di dove Tseren l'aveva afferrata. La ragazza stava pensando a cosa rispondere, quando sentirono bussare energicamente alla porta d'ingresso al dormitorio. 

«Ragazze siete presentabili? Tutte fuori, per favore!» Era la voce della sovraintendente del loro quartiere. Agata si rinfilò rapidamente il pigiama e Astrid fece lo stesso. Quando le due uscirono finalmente all'aperto, il resto delle ragazze era già fuori.

«E questo di chi è?» La sovraintendente indicò un ragazzo che si stava alzando in piedi.
Il giovane aveva i capelli pieni di foglie e doveva essersi preso una bella sbronza per essersi addormentato sul prato. 

Tra il brusio divertito delle amiche, Agata riconobbe Tseren e si lasciò sfuggire un gridolino, che fortunatamente nessuno notò.

«Ragazze, vi ho chiesto più volte di non portare i vostri fidanzati nel dormitorio di notte! Di giorno non ci sono problemi, ma di notte è vietato! Lo sapete!» E la donna cominciò con la solita ramanzina.

«E tu, in che stato eri per essere crollato sul prato, conciato così poi!» Tseren intanto aveva visto Agata e aveva alzato le spalle nella sua direzione con uno sguardo eloquente. Chiaramente non stava capendo una parola. 

Senza aspettare che la donna finisse, il levantino si avvicinò al gruppo di ragazze e tese un sacchetto ad Agata. «Ieri ti sei dimenticata questo» sorrise con fare canzonatorio.

L'ultimo dei Draghi [completata]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora