53 - Levante, 5 anni e 186 giorni fa

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La prima cosa che fece Agata, una volta che si furono sistemati, fu scrivere due lettere: una piena di bugie e una che racchiudeva le verità del suo cuore. Se le avesse spedite tramite il sistema postale ordinario sarebbero state recapitate dopo mesi; Thuluun, però, aveva un servizio di spedizione privato che ogni settimana partiva per Ponente, e la ragazza poté approfittarne.

Non c'era granché da fare in città, il capoluogo della zona montuosa era piuttosto isolato e i divertimenti della capitale arrivano quando nel resto del continente erano già passati di moda. I passatempi più diffusi avevano a che fare con i cavalli: battute di caccia, corse, acrobazie e duelli. Soprattutto duelli.

I levantini di montagna prendevano dimestichezza con quelle bestie capricciose dal pelo lungo fin da piccoli e mentre i bambini si allenavano in combattimenti molto simili a quelli che appassionavano Gregor, le bambine imparavano a volteggiare in equilibrio sulla sella.

Il Drago e l'Ascendente trascorsero i primi giorni negli empori della via principale, botteghe stracolme di mercanzie provenienti dalle altre aree del continente. Nonostante fosse una città di periferia, il capoluogo della zona montuosa era la meta preferita dei levantini alla ricerca della pace interiore che solo quei paesaggi mozzafiato sapevano offrire.

La bottega preferita di Agata era quella del territorio paludoso, non esisteva un ambiente simile a Ponente e la ragazza trascorse una giornata intera a curiosare tra indumenti bizzarri e oggetti cui non avrebbe saputo neanche attribuire una funzione. Si fece spiegare dalla venditrice a cosa servissero il regolo per acquitrini e l'aspira-fango a ricarica; e sarebbe andata avanti a chiedere di ognuno di quei buffi manufatti in bella mostra sulle mensole, se la donna non le avesse chiesto, esasperata, se era lì per fare acquisti, visto che era un'attività commerciale e non un museo.

Tseren la seguiva come un'ombra, bombardandola di domande, alcune estremamente acute altre talmente assurde che l'Ascendente si convinse che la mente del ragazzo Drago interpretasse la realtà in un modo tutto suo.

«Mi stai dicendo che ci sono persone che spendono tutti i propri risparmi per assistere a una messinscena? Faticano per un anno intero e spendono i guadagni nel giro di qualche ora?» domandò il giovane una mattina, dopo che la ponentina gli ebbe spiegato come mai ci fosse una coda tanto lunga in uno degli empori. La compagnia teatrale più rinomata del continente aveva pianificato una tappa nel capoluogo della zona montuosa, di lì a sei mesi.

«È il concetto di divertimento. Spendono tutti i loro soldi per vivere un'esperienza che dà loro soddisfazione, e anche se lo spettacolo è di per sé breve, il ricordo dura per sempre» cercò di spiegare la ragazza.

«Non capisco cosa ci sia di divertente in una messinscena. Se ci sediamo qui fuori e osserviamo cosa combina la gente è la stessa identica cosa e possiamo conservare i soldi per qualcosa di utile, tipo sopravvivere» ribatté il Drago e per enfatizzare le sue parole indicò due donne che si stavano litigando l'ultimo posacenere. Agata dovette ammettere che era una scena alquanto divertente. Le due reclamavano a gran voce che il povero commesso decretasse chi meritasse di accaparrarsi l'oggetto, e per convincerlo avevano deciso di sviscerare le proprie ragioni, nei minimi, tediosissimi, dettagli.

«Ti dà fastidio se compro tutti questi libri?» domandò la ragazza, forse Tseren considerava i suoi acquisti altrettanto insensati. Tecnicamente i soldi non erano loro, ma di Thuluun, che aveva dato a quello che credeva suo nipote una considerevole somma di denaro per adattarsi alla nuova vita.

Il ragazzo scosse il capo. «No, non mi sembra una spesa inutile considerato che non ce la saremmo mai cavata finora, se tu non sapessi così tante cose, cose che hai imparato dai tuoi preziosi libri» concluse alzando le spalle.

*********

Una volta che ebbero visitato gran parte della città e dei dintorni, i due ragazzi accettarono la proposta di Thuluun, che fremeva dalla voglia di insegnare a Tseren qualcosa dell'attività di famiglia. Il primo passo per il Drago, sarebbe stato imparare a leggere e scrivere, e, anche se di malavoglia, il giovane levantino si vide costretto ad accettare. Ogni giorno avrebbe trascorso la mattinata con un insegnante fluente in tutte le parlate di Levante, che differivano solo per l'intonazione e qualche vocabolo specifico; mentre nel pomeriggio il colonnello li avrebbe portati in giro per i magazzini e agli incontri con i clienti.

Thuluun commerciava tre categorie di merci: materie prime all'ingrosso, oggetti di largo consumo prodotti prevalentemente a Levante per il mercato di Levante e mercanzie preziose. La terza categoria comprendeva opere d'arte, manufatti da collezionismo, pietre e tessuti rari e la possibilità di mettere in contatto tra loro persone facoltose. Quest'ultima era un'attività particolarmente remunerativa e uno dei pilastri su cui il vecchio aveva fondato il proprio impero. I clienti lo approcciavano per avere l'opportunità di conoscere individui che, per un motivo o per l'altro, erano al di fuori del proprio giro. Per il prezzo adeguato, Thuluun era in grado di organizzare persino un incontro con i membri del governo di Levante. Queste richieste, ovviamente, erano quasi sempre dettate dalle stesse due ragioni: matrimonio o potere.

Il commercio di materie prime su larga scala si espandeva fino alle zone remote di Ponente, perché alcuni materiali abbondavano solo da un lato delle montagne. Circa il settanta per cento dei guadagni giungeva però proprio dalla terza categoria, un'élite di ricchi spendeva ogni anno somme spropositate in scambi commerciali stravaganti.

I mercanti di Levante erano organizzati in una Lega composta da circa duemilaquattrocento trafficanti, che cercavano di non pestarsi i piedi a vicenda. Thuluun, dato il suo ruolo di rilievo nell'esercito, era una delle personalità più influenti della Lega e nel corso degli anni era riuscito persino a rendere illegali determinate mercanzie o legali altre a suo piacimento.

Agata ascoltava avidamente le spiegazioni del vecchio, e per quanto spesso non fosse d'accordo con il suo modo di vedere il mondo, doveva ammettere che Thuluun sapeva fare il proprio mestiere. Era spietato, avido e calcolatore, e la capacità di rigirare qualsiasi situazione a proprio vantaggio gli permetteva di avere la meglio in tutte le negoziazioni.

I clienti non sembravano infastiditi dalla presenza dei due ragazzi, anche perché il mercante era perennemente accompagnato da uno stuolo di collaboratori: guardie del corpo, contabili, assistenti e servi. Ciascuno con un ruolo ben preciso. Alcune persone del seguito lo scortavano ovunque, e facevano difatti parte della comitiva che aveva viaggiato fino al villaggio remoto ai piedi del monte Ariun; altre comparivano improvvisamente per poi sparire di nuovo nel giro di poche ore.

Ogni attimo della giornata del mercante era pianificato: quando non era occupato in una trattativa, amministrava i magazzini; e quando il commercio gli dava un po' di respiro, rispondeva alle missive di guerra, le uniche che scriveva di proprio pugno. Il resto della corrispondenza, infatti, era gestito dai suoi assistenti; Thuluun si limitava a spiegare a grandi linee il contenuto e questi mettevano insieme una lettera che sembrava a tutti gli effetti elaborata dal mercante.

Ad Agata il commercio divertiva. Soprattutto quando avevano a che fare con clienti o fornitori importanti, le trattative potevano durare ore ed erano dei veri e propri scontri di arguzia. Tseren, al contrario, considerava i giri di parole esasperanti e non capiva gran parte dei riferimenti alle convenzioni sociali, o a luoghi ed eventi specifici. Era interessato, però, a imparare finalmente qualcosa del mondo e non finiva di stupirsi della varietà degli usi di Levante. Per non parlare dello spettro di personalità diverse; per tutta la vita aveva avuto a che fare solo con i propri genitori e nell'ultimo periodo con gli amici del villaggio, ma era un campione piuttosto ristretto rispetto alla moltitudine di caratteri che aveva l'occasione di incrociare in quei giorni.

Il piano terra della mansione di Thuluun era quasi interamente dedicato agli affari: c'erano gli uffici del personale e un'area fatta di stanzini riccamente arredati in cui venivano organizzati gli incontri. Il mercante faceva tipicamente accomodare gli ospiti mezz'ora prima dell'inizio della riunione e serviva in abbondanza cibi e bevande prelibati, spostandosi con agilità da un ambiente all'altro per presiedere alle trattative.

Nonostante fossero gli assistenti a pianificare le sue giornate, il vecchio riusciva a tenere a mente una quantità sorprendente di informazioni, e Agata notò che spesso, durante le discussioni, tirava fuori dettagli della vita privata dell'uno o dell'altro interlocutore. Esattamente al momento giusto, tra un sorso di liquore e una boccata di tabacco alcolico.

L'ultimo dei Draghi [completata]Where stories live. Discover now