12 - Ponente, 5 anni e 363 giorni fa (I)

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Come la notte prima, i due ragazzi si sedettero sulla sabbia pungente della spiaggia delle tartarughe. C'era meno traffico della sera precedente perché gran parte delle testuggini aveva già deposto le uova.

«Voglio sapere tutto» sussurrò Agata, poteva ancora sentire sul palmo della mano la sensazione che aveva provato toccando la pelle del drago.

«Lo so...» sorrise lui e, senza alcuna esitazione, incominciò a raccontare. «I Draghi sono una razza per metà umana originaria di Levante» esordì. «Viviamo nascosti da secoli, rintanati nella zona montuosa perché è quasi completamente disabitata».

«L'area del monte Ariun» intervenne Agata.

«Esatto, ci hai riflettuto un bel po' vedo! Un Drago nasce da un genitore della stessa razza e un genitore umano: due Draghi, infatti, non possono avere figli» riprese il levantino. Agata pendeva dalle sue labbra.

«Una settimana al mese, la settimana di Luna nuova, abbiamo la possibilità di mutare nella forma. Beh, la forma che hai appena visto. Ora, se siamo nelle vicinanze della persona che comunemente chiamiamo Ascendente, abbiamo il pieno controllo di noi stessi e siamo in grado di decidere se mutare o meno. E nella forma di drago, siamo... diciamo coscienti».

«Sono il tuo Ascendente?» La ragazza si era voltata di scatto a bocca aperta, cercando di fare un po' di chiarezza in quella storia incredibile. Tseren annuì alzando le spalle, uno dei gesti tipici dei levantini delle montagne.

«Fino al periodo della maturità, che per noi è tra i venti e i venticinque anni, l'Ascendente è il genitore Drago, nel mio caso mia madre. Negli anni di transizione, gradualmente il genitore smette di avere questa influenza ed è il periodo in cui dobbiamo assolutamente trovare il nostro vero Ascendente» continuò Tseren.

«Quanti anni hai?» Erano insieme da un mese e non glielo aveva ancora chiesto, forse abituata alla sua reazione evasiva tutte le volte che provava a fare una domanda personale.

«Venti» Avevano dunque più o meno la stessa età.

«Sei venuto a cercarmi perché tua madre stava cominciando a perdere le capacità di Ascendente?» Un po' alla volta la ragazza stava finalmente mettendo insieme i tasselli, ma mai e poi mai avrebbe potuto immaginare che il segreto di Tseren fosse tanto straordinario.

«Non proprio» Tseren si fece scuro in volto. «Circa due mesi fa, poco dopo la settimana di luna nuova, mia madre è venuta a mancare».

«Mi dispiace» la ragazza fissava intensamente il levantino. La perdita di un genitore era di per sé un evento devastante, ma se in più si trattava non solo della persona che era in grado di proteggerlo da una parte di se stesso che non poteva controllare, ma anche dell'unico altro membro esistente della sua razza... Ad Agata si strinse il cuore pensando a cosa doveva aver provato Tseren.

Il ragazzo le raccontò di come si era messo immediatamente in viaggio per trovare il suo vero Ascendente, per trovare lei.

«Come hai fatto a sapere dov'ero?» domandò la ragazza.

«Non avevo la minima idea di dove fossi, mi sono lasciato guidare dall'istinto. C'è un legame speciale tra di noi, te ne sarai accorta, che mi ha guidato fino alla tua città. Avevo paura di non arrivare in tempo, prima della luna nuova. Ti ho trovata proprio l'ultimo giorno, se fossi arrivato solo la mattina dopo sarebbe stato un disastro».

«Non avresti potuto fare a meno di trasformarti in drago» completò Agata.

«Sì, una settimana intera sotto forma di drago senza poter controllare le mie azioni. La natura di drago non è proprio... Pacifica» Tseren stava giocando con una tartaruga che si era avvicinata. Ogni tanto guardava nervosamente in direzione di Agata per spiare le sue reazioni.

Vedeva perfettamente al buio, era uno dei tratti della sua specie, e la ragazza aveva un'aria confusa, ma non sembrava spaventata. Fin da quando era bambino il suo terrore più grande era che il suo Ascendente avesse paura e lui fosse costretto a trascorrere la vita nelle vicinanze, ma nascosto. Eppure nel momento in cui Agata aveva appoggiato la mano sul suo muso, così vicino alle fauci, il fardello che si portava dentro da sempre si era volatilizzato. A volte succedeva proprio così, bastava un gesto fugace o una parola apparentemente insignificante per superare la nostra paura più grande.

«Ti è mai successo? Di trasformarti senza volerlo?» indagò la ragazza. Era una domanda un po' indelicata, ma in quel momento non riusciva a ragionare lucidamente.

Lui scosse il capo. «Mia madre è sempre stata molto prudente, è una cosa che spero non accada mai» rispose pensieroso, picchiettando sul guscio della testuggine. La ragazza rimase qualche minuto in silenzio per riordinare le idee.

«A parte il fatto che riesci a trovarmi seguendo il tuo istinto e che possiamo comunicare parlando lingue diverse, cosa intendi per legame speciale?» la ragazza teneva lo sguardo fisso a terra, leggermente imbarazzata nell'usare quelle parole per descrivere il loro rapporto.

«L'Ascendente di un Drago vive più a lungo di un essere umano» rispose lui, finalmente contento di svelare uno dei pochi vantaggi di quel ruolo gravoso.

«Quanto più a lungo? Trecento anni come le tartarughe giganti?» scherzò lei, il primo sorriso da quando avevano lasciato il villaggio.

Lui alzò la mano avvicinandole il palmo aperto al viso, era talmente buio che non era sicuro lei riuscisse a vedere granché. «Circa cinquecento» disse.

«Cinquecento?!» gridò Agata scattando in piedi.

***NOTA***
Quando uso Drago con l'iniziale maiuscola faccio riferimento alla razza, mentre ricorro a drago per indicare la "forma di drago dei Draghi", ovvero la trasformazione possibile solo durante la settimana di Luna nuova.

L'ultimo dei Draghi [completata]Where stories live. Discover now