46 - Levante, 5 anni e 196 giorni fa (III)

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I due ragazzi attraversarono il villaggio in silenzio, o meglio senza parlare tra di loro. Agata fu costretta a fermarsi un paio di volte perché la gente la considerava ormai la mano destra di Xhoán. Rassicurò una mamma il cui bambino aveva il collo arrossato e cambiò le bende a una vecchia che da quando aveva cominciato a perdere la vista si feriva in continuazione.

Tseren si manteneva a qualche passo di distanza, avrebbe preferito prenderle la mano per non rischiare di perderla di vista, ma la ponentina aveva bisogno di entrambe per lavorare.

Il Drago non sembrava infastidito dallo sciame di persone da cui venivano fermati ogni due passi; la sua mente continuava a ripercorrere i ricordi, soffermandosi su ogni bugia che gli era stata raccontata dalla madre. Ogni volta che aveva confermato che Tumur era suo padre, stava mentendo. Ogni volta che aveva fatto intendere che lei e Xhoán erano sempre stati solo buoni amici, stava mentendo. Ogni volta che lo consolava perché aveva nostalgia di una figura paterna che non aveva mai conosciuto, stava mentendo.

Finalmente oltrepassarono il portale che segnalava l'uscita dal villaggio e girarono subito a sinistra per evitare di passare vicino alla carovana di Thuluun. Camminarono fianco a fianco nel deserto roccioso che quel giorno sembrava più brullo del solito. Agata continuava a torturarsi, non sapeva se fosse meglio rispettare il silenzio del Drago oppure se convenisse dire qualcosa per tirarlo fuori dal vortice vizioso di pensieri negativi che lo stava risucchiando in quel momento. Sperava che lui si confidasse, ma non voleva forzarlo.

Una volta ai piedi del monte, Tseren si inchiodò e si voltò a guardarla, finalmente negli occhi da quando avevano lasciato la tenda dello sciamano.

«Ho sentito cosa hai detto, che me lo avresti rivelato tu qualora non lo avesse fatto lui» esordì il Drago.

Agata annuì, non sapeva cosa aggiungere. Non era d'accordo con il comportamento di Xhoán, ma forse in quel momento avrebbe dovuto spezzare una lancia a suo favore nel tentativo di riavvicinarli prima che fosse troppo tardi.

«Sai cos'è il patto delle due comete?» le domandò il Drago serio. «Ce l'avete anche a Ponente?»

La ragazza sbiancò, lo sapeva eccome. Non perché avessero quella bizzarra tradizione anche nel suo continente, ma perché Kheni le aveva raccontato tutto a riguardo. Il cosiddetto "patto delle due comete" era un accordo tra due persone che condividano un legame molto stretto. Entrambe avevano la possibilità di chiedere all'altro, una sola volta nella vita, un favore e a loro volta erano obbligate ad assecondare la richiesta dell'altro per salvaguardare la relazione. Era come una carta jolly che una persona poteva mettere sul tavolo in un momento speciale, sapendo che la sua richiesta sarebbe stata esaudita e che prima o poi sarebbe dovuto sottostare alle stesse regole.

Il passaggio di una cometa era un evento molto raro, che capitava una volta ogni settant'anni; per questo l'oggetto celeste era diventato la metafora di quell'accordo singolare.

Quando ne aveva sentito parlare la prima volta, la ponentina era rimasta esterrefatta. Le sembrava un'usanza arretrata, ma si era ripromessa di non giudicare la cultura di Levante. Per quale motivo due persone legate da affetto avrebbero dovuto sentire il bisogno di obbligarsi reciprocamente a fare qualcosa? E soprattutto, cosa voleva proporle Tseren?

Kheni le aveva raccontato di come suo nonno avesse obbligato suo fratello a uccidere un nemico comune o come una ragazza che conosceva avesse dovuto rinunciare al giovane di cui era innamorata per volere della sua migliore amica. Come poteva una tradizione simile consolidare un rapporto? Ai suoi occhi sembrava avere l'effetto contrario, eppure l'idea di sacrificarsi per un altro era considerato un valore inestimabile a Levante.

«Cosa vuoi chiedermi?» domandò l'Ascendente preoccupata e la volontà del Drago parve oscillare per un attimo.

«Apprezzo veramente la tua decisione di non mentirmi, Agata» il giovane decise di prenderla alla lontana. «Se anche tu ti fossi schierata con Xhoán e mia madre, non so cosa avrei fatto. Io-io non capisco. Davvero. Perché sono stati così crudeli? Eppure sono i miei genitori! Non è il compito di un genitore far sì che un figlio non soffra?»

La ponentina si avvicinò; Tseren le sembrava di nuovo così fragile, come se da un momento all'altro potesse frantumarsi.

«Non sai quante volte le ho chiesto di parlarmi di mio padre, non si tratta di una bugia raccontata una sola volta ma una montagna della stazza del monte Ariun, fatta di piccole menzogne quotidiane. Come riusciva a guardare me e Xhoán senza vergognarsi? Pensavo di conoscerla, ero convinto fosse una madre affettuosa e invece ora mi sembra una sconosciuta fredda e spietata» Tseren era un fiume in piena e, proprio come aveva previsto lo sciamano, era soprattutto con la madre che era furioso. Per quanto avesse amato l'Ascendente di lei, il sentimento nei confronti di Baya era quello che non avrebbe mai voluto mettere in discussione. Era alla base di chi era diventato e quel segreto venuto allo scoperto stava contaminando qualsiasi cosa, ogni certezza della sua vita.

«Grazie per aver preso le mie parti, Agata. Non hai idea di quanto sia stato importante per me che almeno tu non fossi disposta ad assecondare le loro bugie. Se riesco a parlare lucidamente, in questo momento, è perché non sono rimasto completamente solo... Se non ci fossi stata tu...».

La ragazza non sapeva come fargli capire che mai e poi mai si sarebbe schierata con qualcun altro. Gli occhi di Tseren, che in quel momento esprimevano più rabbia che dolore, furono d'improvviso attraversati da una disperazione talmente abissale che Agata sentì il suo cuore spezzarsi. Lei che solitamente aveva difficoltà a immedesimarsi nel prossimo, e che per tutta la vita aveva guardato con curiosità le persone empatiche come la sua migliore amica Holly Dee, nelle ultime ore era stata devastata da emozioni incontenibili, e per qualcosa che non la riguardava neanche direttamente. Il ragazzo Drago che stava imparando ad amare stava soffrendo e lei non poteva che soffrire con lui. E così, d'impulso, gli mise le braccia attorno al collo stringendolo in un abbraccio carico di quel sentimento che preferiva tenere celato finché lui non fosse stato pronto a riceverlo.

«Tseren, io sarò sempre dalla tua parte» gli disse mentre lui ricambiava l'abbraccio senza un attimo di esitazione. 

L'ultimo dei Draghi [completata]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon