57 - Levante, 5 anni e 143 giorni fa (II)

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«Non è un Drago qualunque, questo è mio nipote Tseren» intervenne il vecchio mercante.

«Sei imparentato con un Drago?» rispose lo Gnomo colpito.

«Proprio così. Il mio defunto figlio era sposato con un Drago, e Tseren è il frutto della loro unione» spiegò l'altro.

Tseren assunse un'aria disgustata e Agata fu costretta ad abbassare lo sguardo per celare lo stesso turbamento.

«Sono a conoscenza dell'esistenza dei Draghi da decenni e ho mantenuto il segreto, così come ho mantenuto nascoste le coordinate del vostro villaggio. So che non amate avere a che fare con gli uomini, ma il commercio va al di là delle differenze tra razze. È uno scambio che arricchisce due parti, niente di più. Conosci la mia reputazione, Po Nga, sono noto per la mia equità» riprese Thuluun.

Agata strinse con rabbia la cinghia della borsetta che portava a tracolla. Maledetto vecchiaccio, come al solito stava cercando di manipolare la situazione a suo vantaggio: aveva portato appositamente Tseren in quel villaggio, per chiudere finalmente una trattativa con quegli strani esseri, una negoziazione che andava avanti da chissà quanto tempo. Anche il giovane Drago si rese conto che il colonnello lo stava usando per stipulare un accordo commerciale, e un lampo dorato attraversò gli occhi cobalto.

«Non ti diremo mai dove troviamo l'oro colorato, Thuluun. Al massimo possiamo negoziare di consegnarti un carico ogni sei mesi» rispose lo Gnomo duro. Il mercante contrasse la mascella; aveva sperato che le creature si aprissero nei suoi confronti, una volta per tutte, ma già solo poter commerciare quel metallo unico al mondo sarebbe stato un passo avanti soddisfacente. Si sarebbe accontentato, per il momento, e una volta costruito un rapporto di fiducia reciproca, avrebbe investigato sulla provenienza dell'oro; era certo che lo estraessero da qualche parte in quel labirinto inesplorato che era la palude.

«C'è un bagno, per caso?» Tseren si era alzato in piedi e si era rivolto direttamente ai due Gnomi che osservavano la scena a qualche passo di distanza. Questi scambiarono qualche sguardo perplesso con la creatura che stava portando avanti la discussione con il mercante.

«Certo» disse infine questi, «Alla fine di questo corridoio. E sei pregato di non curiosare in giro».

«Ci mancherebbe» rispose il ragazzo, mentre Agata lo guardava confusa lasciare la sala. Non le sembrava il momento di allontanarsi, va bene che non era la settimana di luna nuova, ma erano pur sempre in un luogo estraneo con delle creature che potevano essere letali tanto quanto i Draghi. Anche se a dire il vero avevano l'aria piuttosto innocua, con le cuffiette e tutto il resto.

Il corridoio era costellato di porticine e Tseren si fermò di fronte a ciascuna di esse per capire se ci fosse qualcuno dentro. Finalmente udì un paio di respiri distinti provenire da una delle stanze e si infilò rapidamente all'interno. Due Gnomi lo fissavano allarmati: uno sembrava un bambino perché era alto appena mezzo metro, l'altro forse era una donna, ma fu l'istinto a suggerirglielo perché la creatura era in tutto e per tutto uguale agli altri tre.

«Non abbiate paura» sussurrò il giovane mostrando i palmi delle mani. «Ho un messaggio importante per lo Gnomo che sta discutendo con il mercante. Dovete recapitarglielo al più presto, ma senza far capire che proviene da me. O saremo tutti nei guai».

Lo sguardo della donna Gnomo si era tranquillizzato. «Sono anni che non incontro un Drago, che fine avete fatto?» disse infine la creatura.

«Sono rimasto l'ultimo Drago vivente, il mio popolo è stato tradito proprio da quell'uomo che avete accolto nella vostra casa. Non fidatevi di lui e di quelli come lui, pensano solo ad arricchirsi».

L'altra annuì. «Mi fido di te, giovane Drago. Siamo stati sempre in buoni rapporti con quelli della tua razza e, ancora una volta, la decisione di aiutarci è la prova che siete una stirpe nobile».

Tseren alzò le spalle, lo Gnomo sembrava saperne più di lui; la madre gli aveva infatti raccontato poco o niente della propria razza, forse perché ricordare le arrecava troppo dolore. Non aveva idea che i Draghi fossero considerati un popolo nobile nella comunità delle creature non umane.

La faccia rugosa della donnina si aprì in un sorriso caldo e lo Gnomo fece una cosa del tutto inaspettata: si sollevò leggermente la cuffia e un ciuffo di capelli le scese sul volto; se capelli si potevano definire quei filamenti d'oro nero che brillavano persino nell'oscurità.

Tseren spalancò gli occhi mentre l'altra se ne strappava uno alla radice e prendendogli la mano glielo legava stretto al polso.

«È un gesto di buon augurio» sussurrò riconoscente. «Ah, e questo è per la tua Ascendente» aggiunse staccando un capello dalla chioma rosata del piccolo. Il bambino lasciò andare un gridolino e si calò di nuovo la cuffietta sulla fronte.

Tseren non disse nulla, probabilmente lo Gnomo dava per scontato che il Drago fosse a conoscenza del loro segreto, così come, a quanto pareva, lei sapeva dell'esistenza degli Ascendenti. Ringraziò e si abbassò la manica per nascondere la fibra preziosa, riponendo quella per Agata in tasca.

**********

Tseren era rientrato da poco nella sala, dove Thuluun e il padrone di casa stavano discutendo su come spedire l'oro dal villaggio degli Gnomi al confine della zona paludosa, che il bambino entrò di corsa e sussurrò qualcosa all'orecchio di quello che con ogni probabilità era suo padre.

Agata guardò con curiosità il piccolo dalla pelle grinzosa: era tale e quale alle altre creature, a meno della statura. Perlomeno ai suoi occhi.

«Scusate, mia moglie ha avuto un malore, torno subito» e agitato lasciò gli ospiti soli con i due Gnomi che erano sopraggiunti poco dopo il loro arrivo.

Rientrò poco dopo e sembrava pensieroso, ma Thuluun imputò la colpa alla situazione famigliare. Tseren sperò con tutto se stesso che lo Gnomo non facesse trapelare nulla e parve rassicurato quando questi non lo degnò neanche di uno sguardo, ma continuò a rivolgersi unicamente al vecchio mercante.

«Temo di dover chiudere il nostro incontro, Thuluun. Mia moglie non si sente bene. Presenterò la tua proposta nel corso della prossima consulta. Sai bene come funziona, non posso di certo decidere io per tutti» concluse sbrigativo. «Ti prego inoltre di non presentarti più da queste parti senza preavviso. Sai che in molti non vedono di buon occhio l'idea di aprirsi nei confronti degli uomini e il tuo comportamento poco rispettoso non fa che peggiorare la situazione». Thuluun incassò il colpo, ma era abituato ai modi diretti di Po Nga e non si stupì né della volontà di rimandare la decisione, né della richiesta di aspettare un invito prima del prossimo incontro.

Agata fu l'ultima a uscire e si sorprese dell'inchino profondo che lo Gnomo fece per salutarla, considerato che non l'aveva guardata neanche una volta durante la discussione.

***NOTA***
Che ne pensate degli Gnomi? Non era possibile che esistessero solo i Draghi, no? In giro per Levante ci sono un buon numero di strane razze, a Ponente un po' meno. E vivono tutte nascoste, chissà perché. -_-' Gli uomini se li conosci, li eviti.

Con l'occasione vi faccio tanti auguri di un sereno Natale. Godetevi il meritato riposo, l'affetto delle persone care e i banchetti natalizi! 

Elaine 

(*) L'immagine non è mia, l'ho trovata su Google

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(*) L'immagine non è mia, l'ho trovata su Google.

L'ultimo dei Draghi [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora