61 - Levante, 5 anni e 111 giorni fa (II)

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Tseren non riusciva a pensare ad altro se non che si era incautamente separato dalla sua Ascendente. Dov'era Agata? Cercò di tranquillizzarsi così da percepire la sua presenza e individuarla in quella fiumana di gente, come tante altre volte era stato in grado di fare. Niente. Era così agitato che non percepiva niente. Corse in una direzione qualunque, sperando che il suo istinto non lo tradisse proprio in quel momento. Corse senza riuscire a trovarla. Senza sapere se si stesse avvicinando a lei o se si stesse allontanando.

I soldati che prima si muovevano ordinatamente, come una colonia di formiche diligenti, ricordavano ora uno sciame di vespe impazzite: sbattevano uno contro l'altro e non si curavano di quelli che rimanevano a terra, calpestandoli impietosamente con le scarpe chiodate. In quel momento di panico, ognuno pensava a se stesso; non perdurava né lo spirito di solidarietà nei confronti dei compagni di bevute, né la lealtà per gli amici di vecchia data, ma unicamente la frenesia di sopravvivere.

«Hai visto Agata? Hai visto la ponentina che è sempre con me?» gridò il Drago afferrando un soldato che gli sembrava di conoscere.

«Sono ovunque! So-sono ovunque! Sono i si-sicari della Setta!» balbettò l'altro in preda al panico e con uno strattone si liberò dalla presa.

Tseren continuò a vagare nell'erba alta; gridava il nome di Agata senza prendere fiato e cercava di isolare i rumori per riconoscere la voce di lei, certo che anche la ragazza lo stesse chiamando. Eppure i suoi sensi di Drago erano completamente allo sbaraglio, soffocati da quel bruciore terribile nei polmoni.

Finché non si fosse liberato delle prime fiamme, il suo corpo non avrebbe ritrovato l'equilibrio e non sarebbe riuscito a fare ordine in quel groviglio di percezioni che si ovattavano a vicenda.

Soltanto altre due volte aveva provato una paura tanto grande: quando aveva capito che sua madre era in punto di morte e aveva rischiato di perdere il controllo nelle vicinanze di Xhoán; e quando, alla vigilia della settimana di luna nuova, quasi un anno prima, aveva temuto di non trovare la sua Ascendente in tempo.

La sua Ascendente. Dov'era Agata?

Il respiro si fece più affannoso e Tseren crollò sulle ginocchia. Non avrebbe mai dovuto trascinarla lì, non avrebbe mai dovuto metterla in pericolo. Era ancora viva, quello almeno lo percepiva. Doveva essere terrorizzata. L'avrebbe mai perdonato? Era stato veramente uno sciocco; aveva rovinato le loro vite per cosa? Per scappare da Xhoán, da un uomo che considerava in ogni caso suo padre da sempre.

Da quando aveva conosciuto Agata, l'aveva vista innanzitutto come la propria Ascendente, come l'unica cosa che aveva il potere di mantenerlo umano. Non si era curato troppo dei desideri di lei, perché era abituato all'idea che il ruolo di Ascendente venisse prima di ogni altra cosa, così come, per lui, la responsabilità di tenere sotto controllo il suo lato feroce per non fare del male a nessuno. Di fronte a un fato tanto crudele, cosa erano le aspirazioni di una sola persona? E così, fin da bambino, aveva imparato a reprimere ogni germoglio che potesse un giorno far sbocciare un desiderio vero e proprio, un desiderio magari tenace che sarebbe stato difficile estirpare. Agata, però, era cresciuta ignara del suo tragico destino, aveva avuto il tempo di coltivare le proprie aspirazioni. E lui l'aveva costretta a seppellire tutto, senza neanche sforzarsi di capire cosa avesse nel cuore e quanto fosse difficile rinunciarvi.

Certo, più volte si era sentito in colpa per averla separata dalle persone che amava e per non averle lasciato scelta, ma era sempre stato convinto di essere nel giusto. Non tanto perché i suoi desideri fossero più importanti, visto che lui di desideri non ne aveva, ma perché essere un Drago e un'Ascendente, la loro responsabilità nei confronti del mondo, era una questione ben più seria.

Tra le urla dei soldati e il dolore dilaniante provocato dal fuoco che voleva emergere dal suo corpo, Tseren si rese conto che quelle che aveva considerato fino a quel momento scelte dettate dalla necessità, erano solo le decisioni impulsive di una persona cresciuta sola, incapace di mettere qualcun altro al primo posto. E se c'era qualcuno che meritava quell'attenzione era proprio Agata: la sua coraggiosa, intelligente e dolce Ascendente.

Dov'era la sua Ascendente?

Le fiamme soffocate nei bronchi tentavano di risalire la trachea, corrodendone le pareti, e Tseren si accorse che faceva sempre più fatica a respirare. Neanche tossire il fumo acre che aveva represso per giorni gli dava ormai sollievo.

In quel momento di disperazione il ragazzo Drago si rese conto di star fronteggiando una paura diversa da quella provata sul letto di morte della madre. In quel caso, il dolore per la perdita della persona che più amava era frammista al terrore per quello che sarebbe diventato senza di lei, nel corso delle settimane di luna nuova: un mostro senza controllo. Ora, invece, non riusciva a pensare ad altro sennonché, qualora Agata gli fosse stata strappata via, non era certo che sarebbe riuscito ad andare avanti; e non tanto per via della pericolosità della sua natura di drago, ma perché non era sicuro di che tipo di persona sarebbe diventato senza di lei, ogni singolo giorno, soprattutto quando la luna brillava nel cielo.

Si attaccò alla speranza che fosse lei a trovarlo; se lo avesse raggiunto in tempo l'avrebbe portata via da lì. Le avrebbe chiesto scusa e l'avrebbe portata al sicuro. L'avrebbe portata ovunque lei volesse andare.

Cercò di sollevarsi, ma quel fuoco rovente che lo consumava divenne infine incontrollabile.

E poi il buio.

L'ultimo dei Draghi [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora