Chapter 26

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"Si impara a convivere con tutto... Anche con il vuoto."

Cerco di ricompormi e asciugare il dolore che si fa visibile sotto forma di lacrime sulle mie guance..

Io e papà trascorriamo 2 ore in ufficio nelle quali imparo molte cose su come usare il computer e come usare i programmi che mi permettono di interagire con le altre persone/aziende/negozi. Imparo anche a stampare nei fogli quello che c'è scritto nel computer da un arnese chiamato 'stampante'
"Papà.. Voglio tornare nella foresta" mormorò inespressivo e pensieroso
"Perché? Il tuo appartamento è nel piano superiore, ti basta prendere l'ascensore e sei subito a casa" replica retorico guardandomi
"No.. Voglio la mia casetta" dico semplicemente
"Sinceramente non ti capisco ma.. Come vuoi Loris...il mio autista è sempre pronto qua sotto" mormora tranquillo

L'autista mi porta fino all'uscita della città e mi comunica che oltre non può andare per via della povera illuminazione.
Scendo dalla macchina e lo saluto con la mano mentre mi incammino verso la mia foresta; Passo dal fiume come al solito.. oltrepassati i primi alberi cammino fiaccamente in cerca in vano di conforto ma so di essere solo con me stesso e questo non fa che accrescere la mia tristezza.
Poggio la testa sul grande albero davanti alla mia casetta, dove un tempo c'era una tana di scoiattoli adesso c'è il mio vecchio giubbino di quando ero un bambino, l'ho lasciato dentro l'albero perché quello il suo posto. D'improvviso sento un soffio di vento freddo e una mano sulla mia spalla si materializza, mi terrorizzo e mi giro di scatto ma non c'è nessuno.... "CHI C'È!?" Urlo nel buio ma sento solo echeggiare la mia voce e nient'altro
"Loris...." Sento una voce da donna famigliare che mi chiama improvvisamente, sgrano gli occhi e appoggio le spalle al grande albero come per reggermi
"Loris.. Non ti ho mai odiato" Sento di nuovo la voce femminile... Le lacrime scorrono di nuovo dai miei occhi
"MAMMA!!? MAMMA, DOVE SEI?" Grido sorridendo... La mamma...è qui
Non riuscirò mai ad odiarla.. Sento che non è la verità quella che mi ha detto Alexander
"MAMMA FAMMI SENTIRE DI NUOVO LA TUA VOCE... TI PREGO MAMMA" Grido implorando contro la luna
"Bambino mio.. Come sei cresciuto.. Ti amo e ti amerò per sempre..." Dice triste come se stesse piangendo.
"MAMMA.. TORNA DA ME.... TORNA..VIENIMI A PRENDERE..." Grido in un pianto disperato.

È mattina e io mi ritrovo sdraiato a terra vicino al grande albero. Ho passato tutta la notte ad aspettarla ma non è tornata da me.. Come quando ero piccolo e avevo sempre la speranza di vederla sbucare dagli alberi infondo alla mia visuale con un sorriso e le braccia aperte..
Improvvisamente vedo Angie che corre verso la casetta terrorizzata, vestita solo con una maglietta larga e un paio di pantaloncini altrettanto larghi e i capelli scalmanati, presumo si sia svegliata e abbia corso fino a qui a giudicare da come respira affannosamente.
Ma cosa sta succedendo? Mi alzo di scatto e corro dentro la mia casetta, la trovo seduta su una seria, pallida e stanca "Angie... Cosa ci fai qui alle 6 di mattina?" le domando allarmato
"Non potevo aspettare per dirtelo... Ho paura di dimenticare..." dice affannosamente, mi avvicino e mi inginocchio davanti a lei
"Dimmelo Angie... Cosa è successo?" alzo la voce con terrore ed esamino il suo corpo in cerca di ferite, sembra che stia bene
"Ho sognato tua mamma Loris... Tua mamma che era qui nella foresta davanti alla tua casetta che piangeva e mi diceva che Alexander l'ha uccisa.. Che dobbiamo andare a Chicago dai tuoi nonni.. I suoi genitori sanno tutta la verità e anche tu devi saperla" mormora tutt'ad un fiato
Mi sorprendo e apro la bocca con stupore "Cazzo....Angie...Stanotte ho sentito la voce di mia mamma... Mi ha detto che non è vero che mi odiava come dice Alexander e che invece mi ha sempre amato, mi ha detto solo questo" mormoro preoccupato
" Loris.. Se è vero questo sogno che ho fatto tu e Alexander vi scontrerete e ti farai uccidere da lui..." dice triste
"Lo ucciderò io. Con le mie stesse mani, mi macchierò del sangue di mio padre ma non prima di uccidere sua figlia Iris e avergli sottratto tutti i suoi averi. Non ci resta che scoprirla la verità ed andare a Chicago" mormoro rabbioso, se è vero tutto questo può solo significare che Alexander mi ha preso in giro per sembrare il buono della storia e far passare mia madre come la bugiarda e malefica donna umana.
La mattinata trascorre e io senza quella crema che mi protegge dal sole non posso uscire dalla foresta, Angie è preoccupata e resta tutto il tempo con me, cerchiamo insieme una soluzione per farmi mantenere la calma con Alexander e far buon viso e cattivo gioco, adesso tutto si fa chiaro e nella mia mente riaffiorano le parole di Alexander quando mi diceva che la mia gelosia era pericolosa per la donna che amavo e che avrei rischiato di ucciderla senza neanche rendermene conto.
Ma io non sono come lui, il mio cuore umano mi impedisce di farle del male e questo, mi rende orgoglioso, adesso capisco che non sono gli umani che devo odiare ma ben altro.

~Beyond the Darkness IUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum