Chapter 36

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Trascorriamo gli ultimi 2 giorni con entusiasmo e felicità, senza pensare a tutto quello che abbiamo scoperto a Chicago, senza pensare a nulla.
Angie si diverte in piscina e gioca con una palla gonfiabile e Abigail la figlia del direttore, Cassandra prende il sole su una sedia a sdraio e io sono seduto ad un tavolo del bar coperto da un enorme ombrellone e tantissima crema solare addosso, il telefono squilla e sullo schermo compare la scritta
{VIDEOCHIAMATA IN ARRIVO.. KEVIN} premo il tasto verde e vedo Kevin con una canotta nera che mi sorride, spalanco gli occhi
"Cavolo, questo coso sa fare anche questo!" dico stupefatto e Kevin ride insieme a me
"Si, possiamo vederci mentre parliamo al telefono!" conferma con un tono divertito e una smorfia
"Cosa combini??" gli chiedo, mi mostra gli alberi e capisco subito dove si trova
"Volevo farti vedere la tua foresta, Loris!" dice sorridendo
"Casa dolce casa!" mormoro con nostalgia
"I lavori sono finiti prima del previsto per la tua casetta" annuncia felice
"Fammi vedereee" alzo la voce curioso
"No no! Sorpresaaa" mormora misterioso e io faccio una smorfia infastidita, nel frattempo Cristin si avvicina a me e mi sorride sedendosi
"Ciao, che fai?" mi domanda e io guardo Kevin sullo schermo del telefono "sto parlando con un mio amico" le dico
"Chi è?" mi domanda Kevin e io giro lo schermo verso Cristin che sorride e si mette apposto il costume intorno al seno prosperoso
"Che gnocca!" esclama Kevin e Cristin si mette a ridere divertita,
guardo Angie alle mie spalle che nuota e scherza con Abigail senza fare caso a me
"Piacere io sono Cristin, un'amica di Loris" si presenta a Kevin che fa un fischio
"Hai già fatto amicizia, rubacuori!!" mormora ancora ridendo e io lo guardo imbronciato
"Ma zittooo!" gli dico portandomi l'indice contro la bocca
"Piacere io sono Kevin, il migliore amico di Loris" mormora lui a Cristin che ridacchia alla battuta di prima
"A Sydney siete tutti boni o è solo un mio presentimento?" gli chiede lei con un tono civettuolo
"Si, siamo tutti bellissimi" dice Kevin ironicamente
La chiamata si conclude e io torno a guardare Angie sorseggiando dalla bottiglietta nera del sangue di cervo, Cristin mi fissa
"Cosa bevi?" mi domanda curiosa
"Uhm.. Vino rosso" sparo a caso
"Posso assaggiare?? Mi piace il vino!" mormora avvicinandosi di più e io mi allontano a disagio
"No, no questo... questo non ti piace" balbetto ma lei fa per prendere la bottiglietta dalle mie mani, all'improvviso vedo Angie dietro di lei che si catapulta in braccio a me e la guarda accigliata
"che succede?!"le domanda affilando lo sguardo
" Volevo assaggiare il vino.. " mormora distogliendo lo sguardo da me alla piscina, poi si alza e si allontana in direzione dei suoi genitori seduti alle sedie a sdraio che parlano con Cameron e Cassandra.
" Quella civetta..." mormora infastidita e io ridacchio
"Gelosona" mormoro facendole il solletico e ride anche lei
"Stronzooo" esclama e prende la bottiglietta dalle mie mani dandone un grande sorso generoso la guardo con amore mentre ha le labbra adesso sporche di sangue, la bacio con piacere leccando le sue labbra
"mmmm" gemo eccitato e lei mi guarda con desiderio.

Il volo di ritorno a Sydney è fissato per le 23:00 di sera e noi salutiamo la famiglia del direttore che ci ha accompagnato all'aeroporto di Atlanta. Cristin sembra triste della nostra partenza
"Verrò a trovarvi" mormora con un sorriso e Angie mi stringe la mano con maggiore forza ascoltando le sue parole e mi allontana da lei
"Dobbiamo andare" dice in segno di saluto.
Saliamo sull'aereo e andiamo a sederci ai primi posti a noi assegnati, Cameron sistema il suo portatile sul portabagagli sopra di noi e si siede accanto a me con un sorriso
"Vi siete divertiti ragazzi?" ci chiede felice
"Si papà!" risponde Angie rilassata
"È stata proprio una bella esperienza" mormora Cassandra con un sorrisone.
Passa 1 ora e 40 minuti e l'aereo decolla sulla pista d'atterraggio con delicatezza, e capisco che siamo arrivati a casa. Lo schermo del telefono segna le 01:34 di notte e noi ci avviamo per uscire dall'aeroporto, in lontananza scorgo dei capelli bianchi, famigliari
"Iris?" mormoro, Angie guarda nella mia direzione mentre camminiamo, Vedo Iris accanto ad Alexander, indurisco lo sguardo nel vederlo e lui mi rivolge un sorriso
"Bentornati!" annuncia quando li raggiungiamo, Cameron gli stringe la mano seguito da Cassandra che fa lo stesso
"Il mio fratellino! Te ne sei andato senza salutarmi" dice Iris
"Non ho avuto il tempo di salutare le persone antipatiche" dico ironicamente, sbuffa e ride
"Stupido" mormora solamente e si avvicina ad Angie presentandosi, Angie gli rivolge un sorriso e si presenta anche lei ma Iris improvvisamente le guarda la pancia stranita...
"Loris, ti vedo dimagrito" mormora Alexander con affetto
"Non mangia mai" dice Cameron portandosi una mano alla fronte
"Questi giovani di oggi, non li capirò mai" mormora Cassandra divertita
"Non avevo tanta fame, c'era un caldo mortale" rispondo
E Alexander mi mette una mano sulla spalla
"Mio figlio" mormora orgoglioso
"Giuda.. " sussurra Angie, ma io lo sento e mi incupisco. La realtà, mi cade addosso come un grosso macigno e la tristezza si impadronisce di me.
Ci avviamo verso il SUV di mio padre ma questa volta al posto dell'autista, lo guida lui, nel tragitto tra l'aeroporto e casa di Angie, tutti parlano animatamente della vacanza che abbiamo trascorso
"Loris ha conosciuto i suoi nonni, finalmente" mormora Cameron guardandomi e io mi blocco fissando la reazione di Alexander che si irrigidisce istantaneamente guardando la strada davanti a lui, da un'accelerata brusca e la sua bocca si piega in un ghigno ironico
"I genitori di mia moglie, dunque" dice e i nostri occhi si incrociano dallo specchietto retrovisore, fa un sorriso cattivo e ironico ma poi torna impassibile, sembra se lo stia imponendo.
Indurisco lo sguardo
"Come stavano i miei suoceri?" mi domanda con un tono strano
"Bene, la nonna è molto amorevole" mormoro impassibile e lui torna a guardarmi ma non replica
"Sembra proprio che la famiglia si stia ingrandendo" mormora Iris con mia sorpresa e io la guardo con rimprovero, la macchina si ferma davanti casa e Cameron scende per primo, stranito da quelle argomentazioni seguito da Cassandra che sbadiglia stanchissima, Angie lì segue e si volta verso di me
"Resta a dormire qui stanotte" mi dice toccandosi la pancia preoccupata
"No, ho delle cose da risolvere con mio padre" mormoro arrabbiato
"Ti prego Loris... Rimani con me, abbiamo bisogno di sentirti vicino" mi supplica a bassa voce mentre mi abbraccia, sospiro.. "Okay.. Angie.. Aspettami, tornerò questanotte" mormoro dandole un bacio ma lei non mi lascia andare
"No, adesso.... Entra in casa con me, ti prego" implora quasi piangendo
"Ti prometto che non ci scontreremo" mi lascia andare e salgo sul suv mentre lei piange disperata, ha paura che Alexander mi uccida.....
La macchina si rimette a moto e ripartiamo
"Alexander, portami nella foresta" gli dico impassibile
"Perché non mi chiami più 'papà'? " mi domanda
"Scusa, sono solo stanco, papà" mormoro solamente guardando la strada scorrere dal finestrino
"Quindi Angie aspetta un cucciolo" dice Iris di punto in bianco e Alexander sussulta e mi guarda
"Quante novità! E quando pensavi di dirmelo?" domanda ironico aggrottando le sopracciglia mentre guida verso la foresta
"Io l'ho scoperto a Chicago della sua gravidanza, quando dovevo dirtelo?" mormoro infastidito
"Attenzione attenzione, non vorrai mica litigare con papà" dice Iris sarcastica
"Sennò? Cosa mi fa? Mi fa fuori come ha fatto con mia madre!?" alzo la voce con rabbia guardando Iris in canesco
E lei si stupisce "Ma.." balbetta e guarda Alexander
"Restane fuori, Iris" mormora lui impassibile.
La macchina si ferma tra gli alberi e io scendo rabbiosamente sbattendo lo sportello, facendo rumore e salto sui rami più alti, il vento mi accarezza la pelle fin da subito e i rami umidi e freddi mi calmano "sono a casa" sussurro con sollievo chiudendo gli occhi per un attimo
Alexander resta sul suolo guardandomi dal basso
"Loris... Io non volevo mentirti.." urla e faccio un ghigno nervoso
"Sei un codardo, Alexander... Hai ucciso una povera donna indifesa, che non ti aveva mai fatto niente di male!" dico con rabbia
"Aveva portato via mio figlio! Questo me lo chiami 'non fare niente di male'?" dice e io scendo dal ramo dell'albero atterrando sull'erba a 4 zampe, mi avvicino a lui e lo spingo
"Uccidi anche me adesso, su! Tu si che sei un demone valoroso" dico con ironia ma lui non si scompone
"Vuoi vendicare tua madre? Accomodati" mormora mentre un fulmine ci illumina per qualche secondo e il suo sguardo si fa cattivo, ci fissiamo ringhiando, vicini meno di millimetri e Iris scende dalla macchina improvvisamente
"Dovrai passare prima sul mio cadavere" dice scagliandosi su di me ma io la blocco con una mano
"Fatti gli affari tuoi, Iris. Vattene via! " urla Alexander e lei lo guarda imperterrita
"Papà..." mormora debolmente
"Questa faccenda dobbiamo risolverla io e tuo fratello, tu non centri niente" mormora poi con rabbia e lei si allontana da me
"Io non sono come te, Alexander, ho cercato di mettermi nei tuoi panni e io non avrei reagito così" mormoro prendendolo per la camicia
"Loris, io non volevo ucciderla, ma lei mi ha tradito e io ci ho visto rosso" dice con sgomento, estraggo la lettera della mamma dalla tasca posteriore dei Jeans e glie la getto addosso
"La mamma non ti ha tradito!" urlo con rabbia e lui prende la lettera e la legge velocemente, si stupisce mentre scopre quelle parole
"Lei MENTE! Io ho visto come la guardava quell'uomo e non sembravano solo amici" dice solamente, accartocciando la lettera e gettandola via, sussulto e la raccolgo all'istante
"Come osi!" lo prendo per la gola e la stringo nella mano ringhiando, non si scompone, si avvicina a me, appoggiando la sua fronte alla mia e guardandomi male, la sua schiena si apre e ne escono fuori le sue ali nere, strappando la camicia bianca
"Che questo ti servirà da allenamento, figlio mio" mormora e spicca il volo verso la luna e io lo seguo saltando sui rami altissimi, appena lo raggiungo gli sferro un pugno sul mento che lo fa cadere su un ramo spesso, ti rialza quasi subito e mi spinge per farmi cadere ma io mi aggrappo ad un altro ramo con la mano evitando di cadere. Conosco questi alberi meglio delle mie stesse tasche, ogni ramo, ogni increpatura, ogni foglia, scontrarci qui per me, è un enorme vantaggio.
Mi arriva un pugno sullo stomaco che mi fa sputare fuori tutta la saliva che ho in bocca e poi mi prende per la gola sollevandomi dal ramo, volando, ha un sorriso cattivo e gli occhi rossi, con l'altra mano si strappa via quelche rimane della camicia bianca e rimane a dorso nudo, il suo fisico scolpito ora ingrossato dallo sforzo fisico, è incredibilmente perfetto, tra le vene grosse sui bicipiti e una M tatuata sul petto, mi fermo a guardarla...era per la mamma... Ma improvvisamente mi lancia contro il tronco di un albero sul quale sbatto malamente la spalla e il torace e cado precipitando mortalmente, all'improvviso comincia a piovere forte con i lampi e la pioggia mi risveglia mentre precipitò verso il terreno, sento una sensazione di rabbia interiore che non avevo mai avvertito prima che mi fa urlare, urlare forte e le mie ali strappano via la carne delle mie spalle ed escono fuori prima che io tocchi il terreno, mi risollevo velocemente in volo e un dolore lancinante viene dalle mie carni squarciate sulle spalle, Alexander resta a bocca aperta guardandomi
"Le tue ali sono bianche! Non ho mai visto un demone con le ali bianche" mormora appena lo raggiungo
"Io non sono come tutti gli altri demoni, ricordalo" dico retoricamente e mi poso sul ramo di un albero
"Finalmente il mio ragazzo ha aperto le ali, dobbiamo festeggiare" mormora con un sorriso

 Ma improvvisamente mi lancia contro il tronco di un albero sul quale sbatto malamente la spalla e il torace e cado precipitando mortalmente, all'improvviso comincia a piovere forte con i lampi e la pioggia mi risveglia mentre precipitò verso il t...

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"Festeggerò quando sarò sporco del tuo sangue, papino caro" mormoro sorridendo aspramente, strappando via la maglietta oramai resa a brandelli dalle ali fuori uscite un attimo prima, ride sonoramente
"Si vede che hai mangiato pochissimo nell'ultima settimana" mi prende in giro, ringhio e gli sferro un morso sul braccio uscendo i canini
"Non vale! Loris smettila! Devi fare affidamento alla tua forza fisica, disciplina, ragazzo!" Mormora sorridendo e io mollo la presa, vero, è da sciocchi mordere in uno scontro di resistenza fisica, scuoto la testa e lo attacco di nuovo prendendolo a pugni in faccia, sul petto e sulle spalle ripetutamente e lui non si tira indietro, cerca di fermare le mie mani che si muovono veloci e in fine le blocca entrambe in una sola mano, dandomi uno schiaffo così forte sulla guancia che mi gira la testa, cazzo....
La pioggia cade su di noi, bagnandoci , come se il cielo fosse contrariato al nostro scontro, mi stringe su un ramo la testa, facendo una pressione immane e urlo di dolore mentre il tronco dell'albero graffia e preme contro la mia schiena ferita dalle ali, doloroso e atroce mentre la mano di Alexander preme la mia testa contro il tronco e mi tira un'altro pugno sullo stomaco,oramai ferito e senza forze, le lacrime mi rigano le guance rabbiosamente, ma riesco a liberarmi dalla sua presa scagliandomi nuovamente contro di lui, facendogli perdere l'equilibrio e cade sul terremo con un tonfo sordo, sorridendo gli blocco con un ramo la gola, faccio pressione per soffocarlo e si lamenta ringhiando.
Iris ci guarda ma non si muove, bloccata dalle parole precedentemente pronunciate da Alexander
"Avevi detto di non essere come lui, Loris" mormora solamente e io mi blocco, il mio sorriso cattivo sparisce mentre lo soffoco, la mia pressione sulla sua gola si allenta e lui riesce a liberarsi sorridendo
"Bravo figlio mio" mi dice ma prende quel ramo affilato con cui lo soffocavo un attimo prima e me lo conficca sul fianco, come una lama il ramo scava dentro di me aprendo una grossa ferita, un singhiozzo si libera dalla mia gola e piango di dolore mentre Alexander conficca più profondamente il ramo trapassandomi da lato a lato e grido conficcandogli le unghia sulle costole squarciando la sua carne, mi sorride e mi stringe, in quello che sembra un abbraccio doloroso e sanguinolento, amore e odio si fondono insieme
"Io non sono come te." sibilo tra i denti stretti
"Se non eri come me, non avresti combattuto" mormora soddisfatto.

~Beyond the Darkness IWhere stories live. Discover now