Capitolo 1

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La suoneria del mio telefono risuona in tutta la stanza. Infastidita tasto la superficie del comodino. Prendo il cellulare e rispondo senza guardare chi è il mittente.

«Pronto?» biascico strofinando il viso contro il cuscino.

«Tesoro sono la mamma!» esclama.

«Ma che ore sono?»

«Le sette del mattino Avery» afferma.

«Perché mi chiami alle sette del mattino?» domando infastidita.

«Per parlare... Allora... Hai già iniziato a lavorare? Come è la tua casa?»

«Oggi è il mio primo giorno. La casa è carina» sbadiglio.

«Oh oggi non hai proprio voglia di parlare Avery! Mi raccomando sta attenta e cerca di non perdere subito il lavoro» fa una piccola risata e poi continua «Vado a preparare la colazione a papà, ti saluta. Ciao tesoro»

«Ciao mamma» sorrido, anche se lei non mi può vedere.
Sono passate si e no ventiquattro ore e già mi mancano i miei genitori e il mio fratellino Tobias, specialmente lui ma non mi pento della mia scelta.
Le Hawaii saranno per me un nuovo inizio. Ho chiuso il passato in un cassetto della mia camera in Philadelphia e li deve restare. Ora devo pensare solo al mio futuro e non rifare l'errore di qualche mese fa, perciò niente ragazzi.

Decido di alzarmi dal letto e a fatica vado in bagno per fare una doccia.
Metto l'acqua al massimo della temperatura e inizio a cantare a squarciagola. Spero che fuori non mi sentano. Chiudo l'acqua dopo non so quanto tempo. La stanza è invasa dal vapore. Avvolgo il mio corpo con un asciugamano e mi avvicino allo specchio. Inizio a pettinarmi i capelli.

«Signorina Avery Nicholson venga immediatamente fuori» urla una voce maschile bussando alla porta. Rimango con la spazzola a mezz'aria, guardo la mia faccia un ultima volta e corro all'entrata.

Mi sistemo meglio l'asciugamano sperando che non cada e apro la porta.
Un ragazzo all'incirca della mia età, forse poco più grande è impalato davanti a me e passa svariate volte lo sguardo sulle mie gambe nude. Mi schiarisco la voce e il suo sguardo passa velocemente al mio volto come se si fosse risvegliato da uno stato di trans.

«Sono venuto a portarle la divisa» afferma porgendomi una mini gonna e una camicetta che lascia scoperto l'ombelico rosa. E questa la chiamano divisa? Faccio una smorfia e la prendo.
«E poi le volevo dire che il suo turno inizia...» si guarda l'orologio «Proprio ora»

Panico! Chiudo la porta e mi passo le mani tra i capelli. Oh mio Dio sono una maleducata! Riapro la porta.

«Scusa...» sorrido

«Josh» mi suggerisce.

«Scusa Josh è che... Vedi è il mio primo giorno di lavoro e già sono in ritardo»

«Tranquilla io il mio primo giorno di lavoro sono stato licenziato» alzo un sopracciglio confusa ma prima che possa fargli anche solo una domanda riinzia a parlare «Mi ha licenziato Dallas»

«Chi è Dallas?»

«Il principino di questo posto. Non lo hai ancora visto? Beata te! Peccato che prima o poi dovrai scontrarti con lui visto che è tornato ieri dal college» sbuffa.

«È antipatico, maleducato e di una bellezza disarmante che non si merita?» domando e lui annuisce.

«Allora penso di aver fatto la sua conoscenza purtroppo» alzo gli occhi al cielo.

«Dovresti muoverti» ridacchia Josh passando il suo sguardo sul mio corpo e solo ora mi accorgo di essere coperta solo da un misero asciugamano.
Penso di essere diventata del colore dei miei capelli.

Kiss me under the sunshine #wattys2019Where stories live. Discover now