Capitolo 8

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«Hai chiamato qualcuno Avery?» si avvicina la me con un ghigno cattivo stampato sul volto.

«Ti avevo avvertito di non fare la bambina cattiva» afferra il mio viso con la sua mano alzandomelo verso di lui.

«Ora guarda cosa gli succede» sorride. Si allontana da me e io riprendo finalmente a respirare. Afferra la mazza che era per terra a qualche metro da me.
Chiudo gli occhi impaurita, temendo il peggio. Penso che da lì a due minuti sarà tutto finito, sarò di nuovo con la nonna Susan quando lui esclama «Apri gli occhi bambola»
Con un po' di incertezza li apro e lo vedo li, affianco alla porta chiusa, fermo, con la mazza in mano e pronto a colpire.

Una luce forte, potente mi infastidisce. Sbatto diverse volte le palpebre. Non può essere reale, era tutto finito. Apro gli occhi spaventata. Vedo tutto sfocato, confuso. A poco a poco le immagini si fanno più vivide e vedo cinque volti attorno a me, che mi guardano dall'alto.

«Cosa, cosa è successo?» domando mettendomi lentamente a sedere. Una fitta fortissima alla testa mi fa portare la mano alla tempia e emettere un leggero mugolio di dolore.

«Sei svenuta» afferma una ragazza bionda.
Per fortuna era solo un altro ricordo. Sospiro di sollievo e guardo i ragazzi che mi circondano.

Ci sono Dallas, Brian e tre ragazze bionde.

«Piacere sono Kim, la cugina di Dallas» sorride una delle tre ragazze porgendomi la mano.

«A...Avery» sorrido.

«Basta ragazze, non la fate respirare!» si lamenta Dallas alla mia destra.

«Ma se tu praticamente respiri la sua stessa aria» controbatte Kim.
Mi giro verso di lui e vedo che effettivamente il suo volto è a qualche centimetro dal mio.
«Divertente» si allontana seguito da tutti gli altri.

«Scusa, non volevo colpirti» afferma Kim mortificata.

«Tranquilla sono ancora viva» scherzo.

«Lo vediamo» borbotta tra se e se Dallas beccandosi una mia occhiataccia.

Brian mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi.
«Se vuoi ti accompagno a casa» annuisco.

«Oh che cavaliere» lo deride Dallas alzando gli occhi al cielo.

Brian si avvicina al mio orecchio e mi sussurra tra i capelli: «Lascialo perdere, è solo geloso perché lui non ha tra le breccia una ragazza bella come te» provocandomi una leggera risatina.

Salutiamo tutti e ci avviamo verso il mio appartamento. Mentre camminiamo in una stradina costeggiata da palme le luci dei lampioni si accendono creando un atmosfera magica.

«Allora ci vediamo» dice appena arriviamo davanti alla porta d'entrata del mio appartamento.

«Certo» sorrido e lui mi lascia un bacio sulla guancia.

Entro in casa. Lego i capelli in un muccio disordinato e indosso dei comodi pantaloncini della tuta e un crop top grigi per stare comoda.
Mi butto nel letto, afferro dal comodino uno dei miei libri preferiti 'Orgoglio e pregiudizio' e inizio a leggere quando la suoneria di un messaggio irrompe nella stanza.
Giuro che se è mia madre ha sempre un tempismo perfetto. Quando ero a casa ogni volta che prendevo un libro o volevo rilassarmi lei entrava nella mia stanza, senza bussare ovviamente, per chiedermi cosa volessi da mangiare e quando non c'era lei a rompere la mia serenità interveniva il mio pestifero fratellino. Mi ha sempre dato fastidio questo loro comportamento, mi sembrava di non avere neanche un briciolo di privacy, però ora vorrei solo che entrassero dalla porta e mi facessero le loro infinite domande a cui per la maggior parte delle volte non so dare risposta.

Kiss me under the sunshine #wattys2019Where stories live. Discover now