Capitolo 30

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La luce del sole disturba il mio sonno, svegliandomi. Apro gli occhi e una fitta mi attanaglia le tempie. Le immagini a poco a poco si fanno vivide. Affianco a me c'è Dallas che dorme dentro la vasca. Mi poso una mano sulle labbra per attutire il suono di una risata.
È così buffo con i capelli scompigliati, le labbra socchiuse e le braccia strette al petto; sembra quasi un bambino.
Ma perché siamo in un bagno? Che oltretutto non è il mio? Provo a trovare una risposta alle mie domande quando noto che non ho più il tubino nero di Tessa ma al suo posto ho una larga t-shirt rossa che mi arriva quasi alle ginocchia. Oddio no! Non può essere così... Ci deve essere una spiegazione a tutto questo.
Mi avvicino lentamente a Dallas e lo chiamo scuotendogli leggermente il braccio.
Si alza di scatto e mi guarda preoccupato.

«Che c'è stai male?» urla prendendomi il volto tra le sue mani.

«Cosa? No... Sto bene» tira un sospiro di sollievo e si rilassa contro la superficie della vasca.

«Volevo farti una domanda» dico giocherellando con le dita, incapace di sostenere il suo sguardo. «Cosa è successo ieri?»

«Vuoi sapere tutto?» sussulto lanciandogli un occhiata preoccupata. C'è qualcosa di così atroce che non dovrei sapere? Annuisco, non del tutto convinta di voler sapere la verità.

«Allora... Mi ha chiamato Thomas dicendomi che eri ubriaca in una discoteca così sono venuto a prenderti» mi lancia un occhiata «Sei sexy da ubriaca e terribilmente capricciosa, più del solito»

«Io non faccio i capricci» alzo gli occhi al cielo.
Muove la mano davanti al mio volto zittendomi.

«Siamo andati via, ti ho portato da me come puoi vedere» sorride «In macchina ti sei addormentata così ti ho svegliato e eri estremamente affettuoso, un lato di te che mi piace molto devo dire» mi fa l'occhiolino.
Nella mia mente iniziano a tornare i ricordi offuscati della sera precedente.
Di Josh, l'abbraccio con Thomas, i baci con Dallas. Eravamo su un letto, le mie mani erano incastrate tra i suoi capelli e le sue scorrevano sul mio corpo. Un brivido mi attraversa la schiena al ricordo delle sue labbra sulle mie.

«Beh poi ci siamo baciati, volevi andare oltre e ho così faticato a dirti di no ma l'ho fatto, era la cosa giusta da fare, non volevo approfittarmi di te»

«Che cosa?» la mia voce si alza di qualche ottava.

«Se vuoi ti rinfresco la memoria» ammicca sporgendosi verso di me. Volto il viso a destra lasciando così che mi baci sulla guancia.

«Da ubriaca sei più simpatica»

«Sono stupida vuoi dire»

«Tu non sei stupida rossa, hai un po' la testa tra le nuvole, è vero ma non sei stupida»

«Invece si! Come ho potuto farmi baciare da te quando tu mi hai solo usato» le ultime parole escono dalla mia bocca con talmente tanta rabbia che rabbrividisco per la loro durezza.

«Cosa? Io non ti ho usato! Non dirlo nemmeno per scherzo»

«E allora perché non vuoi prendere niente sul serio? Non hai più cinque anni Dallas!»

«Io... Io... È difficile da spiegare» si passa le mani tra i capelli tirandone leggermente le punte. «Io lo faccio per te. Se sapessi la verità non mi vorresti più stare accanto e io non voglio che tu ti allontani da me» sospira «Sono un egoista del cazzo, lo so ma tu ti devi fidare di me»

«Cosa hai fatto di così mostruoso Dallas?» domando alzando un sopracciglio «Ucciso qualcuno? Rapito un bambino? Stuprato una ragazza?»

«Frena! No! Assolutamente niente di tutto questo! È solo che è difficile»

Kiss me under the sunshine #wattys2019Where stories live. Discover now