Capitolo 48

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L'imputato è ritenuto colpevole! Questa è stata la sentenza del giudice sta mattina e non potrei esserne più sollevata. Probabilmente Travis marcirà in prigione e quanto a Thomas... Beh con lui la pena è stata meno grave ma comunque severa come è giusto che sia. Non si può perdonare chi è stato complice in un reato, si può chiudere un occhio ma non di certo essere ciechi.

L'unica cosa spiacevole di tutta questa storia è che oggi è il mio ultimo giorno qui alle Hawaii, l'estate è ormai alla conclusione così come il mio lavoro. Perciò mi aspetta il ritorno nella fredda Philadelphia. Non mentirò sono seriamente preoccupata di quello che potrà succedere tra me e Dallas. Sono preoccupata che tutto quello che abbiamo che abbiamo creato possa dissolversi come la cenere di una sigaretta accesa a causa della distanza.

«Come stai?» le mani di Dallas scivolano lungo le mie braccia.
Incastro il mio sguardo con il suo attraverso lo specchio.

«Sollevata» sorrido.

«Allora andiamo che questo vestito ti sta da Dio!» afferma baciandomi la spalla lasciata scoperta dal vestito, senza staccare lo sguardo dal mio.

«Andiamo che devo festeggiare la mia ultima notte a Maui»

«Io non intendo festeggiare così... Sappilo!» Ammicca. Stringe la mia mano nella sua prima di uscire.

«Mi mancherà questo appartamento» sospiro.

«A me mancherai di più tu»

***

Appena scendo dal jet privato le mie scarpe vengono invase da miliardi di granelli di sabbia. Guardo il mare in penombra davanti a me, le palme alte che ondeggiano leggermente ad ogni soffio di vento.

«Non ci credo che mi hai portata qui!» lo abbraccio.

«Volevo che la tua ultima notte qui fosse speciale, volevo fosse nel nostro posto» afferma ricambiando l'abbraccio e stringendomi di più a se. Dopo quella che mi sembra un infinità si stacca da me e si allontana e accende un piccolo falò, il che mi fa pensare che lui sia venuto qui prima e abbia preparato tutto.

Ci sediamo a terra davanti al piccolo fuoco e guardiamo il sole che piano piano tramonta.

«Non avrei mai pensato che mi sarei affezionato così tanto a te» afferma.

«Grazie» provo a fingermi offesa ma fallisco appena un sorriso spunta sulle sue labbra facendo apparire sulle sue guance quelle fossette bellissime. Guardo il suo viso illuminato dalla luce fioca del fuoco. Sorriso smagliante, capelli castani chiaro quasi biondi tirati all'indietro e i suoi occhi blu che danno il tocco finale; come per completare un quadro.

«Cosa pensi di fare ora? Insomma tornerai in Philadelphia e...»

«Penso di andare al college» ammetto «Ho sempre avuto una passione per le lingue e vorrei diventare interprete. Solo che non so quale college mi prenderà siccome non ho inviato in tempo la domanda»

«Sono sicuro che entrerai nel college dei tuoi sogni Avery» sussurra. Appoggio la testa sulla sua spalla e osservo il cielo che a poco a poco diventa sempre più rosato.

«Prima di andare via devi aiutarmi a fare una cosa» posso sentire un velo di eccitazione nella sua voce «Dobbiamo dare un nome a questa isola, alla nostra isola» afferma.

«Perchè non ha già un nome?» domando corrucciando la fronte.

«No siccome è privata, di mia proprietà» non cambierà mai, è sempre il solito montato.

Kiss me under the sunshine #wattys2019Where stories live. Discover now