Capitolo 3

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Sfigata potrebbe essere il mio secondo nome. Guardo il mio riflesso nello specchio e mi passo le mani tra i capelli. Nemmeno tutta la bottiglietta di correttore mi ha aiutato; guardo la mia faccia completamente ustionata, rossa peggio dei miei capelli e reprimo un urlo di frustrazione.

Come se non bastasse sono pure in ritardo. Sbuffo, afferro il mio cellulare ed esco dal mio appartamento.
Cammino velocemente verso la mia postazione di oggi, ovvero sulla spiaggia come cameriera. Ad ogni passo la gonna rosa, aderente della divisa si alza così sono continuamente ad abbassarla e a metterla apposto. Secondo me mi hanno dato qualche taglia in meno...

«Sei in ritardo!» mi fulmina con lo sguardo Eliza appena arrivo. Perché devo sempre lavorare con lei?

«Rossa lasciala perdere...» esclama Tessa spuntando da sotto il bancone. «Ha la luna storta perché Dallas ha rifiutato, un altra volta, di entrare nel suo letto» scoppia a ridere e poi si sofferma a guardare la mia faccia.

«Hai messo qualche crema?» domanda preoccupata.

«No. Però ho messo quintali di fondotinta»

«Beh non ti sono serviti a niente cara, sei comunque rossa come un pomodoro» sventola la mano in aria Eliza, con fare superiore. «E ora vai, prima che devo nuovamente servire io» mi passa un vassoio pieno di bicchieri. «Al tavolo 5»

Lo afferro e cammino verso il tavolo cercando di non perdere l'equilibrio.
Certo che stare qui, in questo paradiso terrestre, a lavorare è una vera e propria tortura anche se con la mia pelle sicuramente non potrei prendere il sole.
Guardo la spiaggia: la sabbia brilla sotto la luce del sole alto, il mare di un blu intenso si infrange nella scogliera alla sua destra e le palme creano una leggera ombreggiatura in cui si rifugiano alcuni clienti.

Continuo a fare avanti e indietro tra gli ombrelloni per servire i clienti. Sono stanchissima, vorrei solo gustarmi io uno di questi drink sotto l'ombra di una palma.
E invece eccomi qua che poso l'ennesimo bicchiere sul tavolino facendo un sorriso falso.

Ritorno al bancone per appoggiare il vassoio e poter iniziare a godermi la mia pausa.

«Guarda chi sta arrivando» sogghigna Tessa togliendosi il grembiule. Mi giro nella direzione che mi ha indicato e vedo Landon che sta venendo verso di noi, in tutta la sua bellezza.

«Tessa mi puoi dare un bicchiere d'acqua per favore?» domanda Landon affiancandomi.

«Tessa ha finito di lavorare» alza le spalle la bionda.

«Tieni, ecco a te Landon» Eliza gli poggia un bicchiere straripante d'acqua davanti ai suoi occhi. Ma ci prova proprio con tutti?

«Grazie» sorride.

«Tu, Avery, vieni con me per la tua prima lezione di nuoto»

«Quando?» la sola idea di stare in acqua mi mette i brividi ma c'è poco da dire è riuscito proprio a fregarmi con il suo bel faccino.

«Ora. Hai finito il turno no?» annuisco confusa. Lui come fa a saperlo? Ma capisco tutto subito appena vedo la faccia di Tessa che ammicca verso di me che glielo ha detto lei.

«Andiamo» scende dallo sgabello, dopo aver sorriso ad Eliza e cammina verso la spiaggia.

«Che fai ferma qui? Muoviti!» mi riprende Tessa. Mi affretto a raggiungerlo, senza alcun risultato, è sempre a più di un metro da me. Le sue gambe sono lunghe quasi quanto me quindi non c'è niente di cui stupirsi.
«Aspetta!» esclamo arrendendomi nel voler raggiungerlo «Non ho il costume» affermo imbarazzata.

«Ti accompagno al tuo appartamento» sorride. Camminiamo uno affianco all'altro parlando del più e del meno fino alla porta di casa. La sua personalità mi piace, potremmo essere amici e magari anche qualcosa di più, un giorno, per ora non me la sento di legarmi sentimentalmente, non ancora.

Kiss me under the sunshine #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora