Capitolo 19

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Mi copro gli occhi infastidita dalla luce che entra dalla finestra. Ma quante ore ho dormito? Due? Apro gli occhi un mal di testa atroce mi attanaglia le tempie. Come ci sono finita nella mia stanza? L'ultimo ricordo che ho è del balletto sexy che ho fatto davanti a tutti gli amici di Brian e Dallas e l'imbarazzo che provavo. Ma quanto cavolo ho bevuto ieri sera?

Sposto il lenzuolo dalle mie gambe e mi alzo dal letto. Vado in bagno dove sciacquo il viso con l'acqua ghiacciata. Cavolo sono uno straccio! Penso guardando il mio riflesso allo specchio. I miei occhi sono circondati da profonde occhiaie nere e i miei capelli arruffati, tanto da sembrare un nido di uccelli. Devo aver bevuto davvero tanto ieri per trovarmi in questo stato... Sospiro e afferro tra le mani la truss dei trucchi di mamma, oggi mi devo assolutamente truccare.

Mi armo di correttore e lo passo sul contorno occhi, impiastricciando per bene il mio viso per poi spalmarlo il meglio possibile. Guardando il mio riflesso noto che però non è servito a niente perché le occhiaie sono ancora presenti sul mio volto. Sospiro arrendendomi e continuo a truccarmi, per poi finire di prepararmi. Indosso la divisa di lavoro e lego i capelli in una coda alta.
Il lavoro oggi è proprio la ciliegina sulla torta! Ecco come rovinare una giornata già iniziata con il piede sbagliato.
Esco dall'appartamento e inizio a camminare veloce verso il bar della spiaggia, perchè sono terribilmente in ritardo. Da quando ho messo piede all'Aloha's Paradise qualcosa in me è cambiato sono quasi sempre in ritardo, come oggi e mi perdo in cose futili come il trucco, cosa che in Philadelphia praticamente non usavo se non una pennellata di colore sulle guance e un tocco di mascara, giusto per non sembrare uno zombie.

«Si, si, lo so! Sono in ritardo!» esclamo precedendo Eliza.

«Ma buongiorno! Vedo che oggi ti sei svegliata bene» sorride «Hai proprio un aspetto orribile» indica la mia faccia. Alzo gli occhi al cielo e la lascio perdere. Questa ragazza si diverte solo evidenziando le disavventure altrui.

«È da un po' che non vedo Dallas... Mi manca così tanto vedere il suo viso sempre contrariato e allo stesso tempo perfetto»

«A me non manca per niente» mi lascio scappare.

«Tranquilla penso che neanche lui muoia dalla voglia di vederti» sputa acida passandomi un vassoio straripante di bicchieri.

«Al tavolo 3» asserisce lanciandomi un occhiata per poi tornare a concentrarsi sulla frutta che stava tagliando.

Ordinazione dopo ordinazione faccio avanti e indietro tra i tavolini posizionati sulla sabbia della spiaggia per appoggiare gli ordini su essi e augurare buon pranzo ai clienti.
Guardando tutti i frappè, caffè e panini che fa Eliza e che mette sul mio vassoio mi viene fame. Il mio stomaco brontola così decido di fare una piccola pausa, giusto il tempo di addentare qualche cosa.

Vado dietro al bancone dove Eliza è intenta a frullare la frutta e senza farmi vedere afferro un piccolo tramezzino e gli do un morso.

«Avery!» la voce squillante di Josh mi richiama, portando l'attenzione di Eliza su di me, la quale mi fulmina con lo sguardo riprendendomi.

«Ora lo rifai tu» ordina e io annuisco sapendo di essere stata colta con le mani nel sacco.

«Cosa c'è?» sbuffo guardando Josh. Se non mi avesse chiamato ora avrei mangiato il mio tramezzino e Eliza svampita come è non si sarebbe accorta di niente e ne avrebbe fatto un altro.

«Non mi guardare così» cantilena Josh cercando di strapparmi un sorriso.

«Non ti sto guardando un nessun modo» affermo.

«E invece si» sventola la mano in aria come per mandare via una mosca e cambia discorso «Allora oggi a che ora ci vediamo?» lo guardo con un espressione confusa.

Kiss me under the sunshine #wattys2019Where stories live. Discover now